All’Avana continuano le storiche ‘conversazioni’ tra il governo colombiano e la guerriglia marxista, negoziati che potrebbero portare a un radicale cambiamento della situazione in uno dei pochi paesi del Sud America rimasti nell’orbita diretta di Washington. Ma negli ultimi giorni gli apparati repressivi di Bogotà hanno rispolverato i vecchi metodi nei confronti dell’opposizione e dei movimenti sociali, per la verità mai abbandonati negli ultimi anni.
Oggi un tribunale speciale ha condannato a 40 anni di carcere 22 guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Fra i condannati anche uno dei leader più vi sono il massimo leader del movimento guerrigliero di sinistra, conosciuto come ‘Timochenko’, e Ivan Marquez, capo della delegazione dei negoziatori che stanno trattando con i rappresentanti del governo di Bogotà. Il tribunale della città di Villavicencio li ha riconosciuti tutti colpevoli di terrorismo, insurrezione e omicidio per un attentato che il 24 agosto 2003 causò quattro morti.
Intanto i contadini nella regione del Catatumbo continuano a protestare chiedendo la sospensione della distruzione delle colture illecite, la creazione di una riserva contadina e progetti di produzione alternative. Nei giorni scorsi l’aeroporto di Aguas Claras, a Ocaña, è stato occupato da 7mila contadini che hanno così paralizzato il trasporto aereo per impedire l’arrivo di continui rinforzi della polizia e dell’esercito inviati dal governo per reprimere le proteste nella regione. A quel punto i reparti antisommossa della polizia, coadiuvate da reparti delle forze armate, hanno attaccato i contadini per liberare lo scalo aereo e hanno sparato sulla folla. Il bilancio delle vittime della repressione del 22 giugno parla di due giovani agricoltori uccisi – Edwin Franco Jaime e Yonel Jácome Ortiz – e di altri 10 manifestanti feriti seriamente dalle pallottole. Alcuni feriti anche tra i poliziotti e i militari, alcuni dei quali respinti a colpi di machete e pietre da parte degli agricoltori.
A dare il via libera all’esercito era stato lo stesso presidente, Juan Manuel Santos, che durante una conferenza stampa a Bogotà aveva definito i contadini in lotta ‘fiancheggiatori delle Farc’.
Oggi a Bogotà movimenti politici e sociali della sinistra hanno convocato un corteo in solidarietà con la lotta dei contadini del Catatumbo e a favore dell’approvazione di una riforma agraria, richiesta centrale dei negoziati tra il governo Santos e la guerriglia di sinistra. I manifestanti chiederanno anche la fine dell’impunità per militari e poliziotti oltre che la smilitarizzazione dei territori dove agiscono movimenti sociali.
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