* Fonte: TMnews
Da oggi sventola la bandiera degli autonomisti curdi al confine tra Turchia e Siria, dopo che i militanti del Partito dell’Unione democratica (Pyd, il braccio siriano del Pkk) hanno strappato agli islamisti del Fronte al-Nusra, vicini ad al-Qaeda, la cittadina di Ras al-Ayin. E a breve i militanti curdo-siriani potrebbero proclamare l’autonomia da Damasco, secondo quanto riferisce la stampa turca. Una prospettiva che mette in difficoltà il governo Erdogan alle prese da maggio con un processo di pace, quello con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), che potrebbe porre fine a un sanguinoso conflitto che dal 1984 ha fatto più di 40mila morti. “Il Pyd in Siria sta fondando uno stato” scrive oggi il quotidiano Milliyet. Secondo Turkiye, invece, i curdi stanno “spingendo l’acceleratore per la creazione di una regione autonoma nel nord del Paese” e tra pochi giorni “proclameranno l’autonomia”. I gruppi armati curdi che controllano il Nord-est della Siria, un’area di fatto indipendente dal governo centrale da circa un anno, vogliono creare, ora, istituzioni indipendenti. Nel conflitto armato tra curdi e islamisti per il controllo dell’area negli ultimi giorni hanno perso la vita 29 combattenti secondo il rapporto del Network siriano per i diritti umani (SNHR). Un ragazzo turco di 17 anni, Mahsun Ertugru, è stato ucciso da un colpo di mortaio sparato dal territorio siriano e ‘sconfinato’ a Ceylanpinar, piccolo centro a ridosso del confine con la Siria. Secondo Sedat Laciner, esperto di mondo arabo e Rettore dell’Università di Canakkale, citato dal quotidiano Zaman, i successi dei curdi in Siria rappresentano un pericolo per Ankara: “Se Assad avrà un ruolo nel futuro della Siria, la Turchia dovrà ancora fare i conti con il problema terrorismo, perché Assad potrebbe continuare a usare il Pkk e gruppi affini, per minacciare la sicurezza di Ankara”. Non tutti concordano sul “pericolo curdo”. Per Birol Akgun, ad esempio, del Centro di studi strategici (Sde) una regione autonoma curda in Siria non rappresenta un pericolo per la Turchia, ma al contrario potrebbe divenire una zona cuscinetto per evitare che gli scontri in corso in Siria sconfinino in territorio turco.
Il Pkk in un comunicato ha condannato gli attacchi dei militanti di al-Nusra contro gli alleati siriani, dietro cui vede la mano di Ankara. L’agenzia curda Firat vicina al Pkk ha pubblicato ieri sul suo sito le foto delle carte d’identità di tre cittadini turchi trovate dai militanti curdi a Ras al-Ayin in uno dei nascondigli usati dai guerriglieri islamisti prima della fuga. Una notizia riportata in prima pagina oggi dal quotidiano Hurriyet che ha intervistato i familiari di uno dei tre presunti militanti turchi di al-Qaeda, Ibrahim Özden, che hanno confermato che l’uomo ha lasciato casa da un mese e da allora non ha dato più notizie. Un’ipotesi, quella di un coinvolgimento diretto di Ankara nel conflitto in corso in Siria che potrebbe mettere in crisi il processo di pace tra governo turco e Pkk entrato a inizio luglio in una fase decisiva. Il ritiro in Nord Iraq dei militanti del Pkk che si trovano in territorio turco ordinato dal leader dell’organizzazione Abdullah Ocalan, iniziato l’otto maggio, prosegue senza intoppi.
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