In un primo tempo i dirigenti di Alba Dorata hanno, come sempre fanno in questi casi, provato a negare ogni responsabilità nell’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas. Una tattica ben oliata messa in pratica ogni qualvolta un esponente del movimento neonazista, anche con responsabilità organizzative o addirittura parlamentari, è stato coinvolto in aggressioni, pestaggi, violenze, minacce. Questa volta i ducetti di Chrysi Avgi hanno provato a spiegare che se anche il 45enne arrestato dopo l’omicidio fosse un simpatizzante del loro partito, ciò non coinvolgerebbe Alba Dorata in quanto tale, perché “Alba Dorata ha un milione di elettori e simpatizzanti e non possiamo essere responsabili delle azioni di ognuno di loro”. Supportato dalla propaganda sugli ‘opposti estremismi’ da parte del governo (socialisti e centrodestra) e dalla versione giornalistica dei fatti, secondo cui il tutto sarebbe scaturito da una rissa iniziata per motivi di tifoseria calcistica, il deputato neonazista Michalis Avranitis, ha dichiarato: “Sì, quest’uomo si è dichiarato membro di Alba dorata, secondo quanto emerge, ma Alba dorata ha un milione di sostenitori: se in un ristorante due idioti ubriachi litigano e qualcuno viene accoltellato dovremmo guardare alla loro ideologia e attribuire a quello la responsabilità?”.
Il fondatore e guida suprema dei neonazisti greci, Nikolaos Michaloliakos, ha gridato al complotto contro la sua creatura e ha ricordato che finora in casi di omicidi politici non sono mai stati avviati procedimenti legali nei confronti dei partiti ai quali appartenevano gli imputati. E per oggi pomeriggio alle 19:00 ha chiamato tutti i suoi militanti a manifestare davanti alla sede del partito a Nikaia, a poche centinaia di metri dal luogo dell’assassinio del rapper antifascista. Una provocazione che potrebbe scatenare nuovi scontri.
Intanto dalla dinamica dei fatti emerge che quello contro Killah P è stato un agguato omicida che coinvolge in pieno il partito di estrema destra. Il rapper era in un caffè, il ‘Coral’, del quartiere popolare di Amfìali, con la ragazza e degli amici, a guardare una partita di Champions League in tv. Nel corso della conversazione all’interno del gruppo sono emersi dei giudizi contro Alba Dorata che evidentemente non sono piaciuti ad altri avventori. Uno dei quali ha telefonato ai suoi camerati che poco dopo sono arrivati in forze, divisi in due gruppi, ed hanno cominciato l’aggressione poi sfociata nell’accoltellamento. Due colpi soli, che hanno ucciso il rapper antifascista in pochi minuti, inferti con precisione ‘professionale’ ha detto il coroner. Per l’omicidio è stato arrestato un pregiudicato di 45 anni, noto alle forze dell’ordine come un frequentatore degli ambienti di estrema destra: messo alle strette da prove e testimonianze, l’uomo ha confessato sia l’omicidio sia la sua militanza nelle fila di Alba Dorata di cui, ha detto, frequenterebbe assiduamente le riunioni e la sezione del quartiere. La polizia ha trovato un coltello sporco di sangue a pochi passi dall’automobile a bordo della quale l’uomo è arrivato di corsa e ha inchiodato sbarrando il passo a Fyssas che stava cercando di sfuggire al gruppo di fascisti che lo inseguiva. La polizia ha detto che chiederà alla magistratura di mettere a disposizione degli inquirenti il dettaglio del traffico telefonico dell’imputato per scoprire chi lo ha ‘invitato’ a recarsi sul posto dove era in corso l’agguato a Killah P. Lo stesso G.R. avrebbe ammesso che qualcuno lo ha chiamato affinché si recasse in via Tsaldari.
Ma agli arresti non c’è finito solo l’uomo, ma anche sua moglie ed altri estremisti di destra, accusati di aver tentato di depistare le indagini e manipolare e nascondere le prove. Infatti quando l’assassino si è reso conto che stava per essere arrestato, ha telefonato alla moglie e le ha chiesto di nascondere le prove del suo legame con Alba Dorata. La moglie avrebbe contattato il responsabile del quartiere del partito neonazista per chiedergli di custodire materiale compromettente. Alcuni degli oggetti e dei documenti li ha gettati nella spazzatura, solo che gli spazzini erano in sciopero e quindi la polizia ha trovato vari elementi che rafforzano l’accusa, tra i quali una specie di taser (pistola elettrica) evidentemente usata in altre aggressioni.
Intanto pare che inizialmente nessun avvocato del Pireo abbia accettato di difendere l’assassino e i suoi complici, e che i giudici abbiano dovuto incaricare alcuni avvocati della vicina Atene.
Ma chi è l’assassino del rapper che nei suoi testi prendeva di mira l’estrema destra e le connivenze di Alba Dorata con gli apparati dello Stato?
Il profilo dell’omicida è abbastanza indicativo delle caratteristiche sociali borderline di molti membri arruolati da Chrysi Avgi. Figlio di immigrati greci cresciuti in Germania abbandonato ad Atene, G.Roupakias è stato licenziato due anni fa da un’azienda privata perché accusato di frode.Poi insieme alla moglie si sarebbe offerto come ‘collaboratore’ di Alba Dorata in cambio di un ritorno economico. Secondo alcune informazioni fornite da alcuni siti ellenici, i due coniugi Roupakias sono di fatto stipendiati in nero dal partito neonazista per partecipare a pestaggi di migranti, in particolare nelle zone di Nikaia e Pireo. Un’attività di squadrista ‘professionista’ come starebbe a dimostrare la perizia con cui l’uomo ha accoltellato a morte Pavlos Fyssas. Secondo alcune fonti potrebbe aver partecipato la scorsa settimana al pestaggio di 8 militanti del sindacato Pame e del Partito Comunista, durante un agguato organizzato nel quartiere di Perama, vicino al Pireo.
(Nella foto l’assassino in compagnia di un deputato di Alba Dorata)
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