Il segretario generale del ministero per la Protezione del Cittadino e l’Ordine Pubblico ha “accettato” oggi le dimissioni di Apostolos Kaskànis e Giannis Dikòpoulos, Ispettori Generali della Polizia per la Grecia Meridionale e Centrale, in seguito agli scontri con l’arresto di tre membri del partito neonazista Alba Dorata ad Halkìda a pochi metri di distanza dal locale Commissariato della Polizia, che erano in possesso di oggetti che rientrano nella legge sulle armi, senza l’intervento però della polizia locale e senza che il ministero sia stato informato di quanto era accaduto.
Ufficialmente i due alti dirigenti delle forze dell’ordine hanno presentato le proprie dimissioni per ‘motivi personali’ ma è evidente che sono le prime due importanti teste a cadere a causa delle polemiche e le accuse contro i collegamenti tra Polizia e neonazisti all’indomani dall’assassinio, la sera del 17 settembre, di Pavlos Fyssas. Un omicidio avvenuto sotto gli occhi di numerosi agenti che, intervenuti al momento dell’aggressione da parte di una trentina di squadristi, non hanno mosso un dito per salvare la vita della vittima.
Venerdì scorso la polizia aveva aperto un’inchiesta su una perquisizione delle forze dell’ordine effettuata nella sede di Alba Dorata ad Halkida, sull’isola di Evia, dopo che era stato denunciato che alcuni neo-nazisti sono stati lasciati andare indisturbati invece di essere arrestati nonostante durante la perquisizione fossero stati trovati materiali e oggetti compromettenti, comprese alcune armi. In sostanza, i due alti ufficiali sono stati accusati di aver dato del tempo ai neonazisti per “ripulire” i propri uffici ad Halkìda da materiali e oggetti compromettenti prima della perquisizione scattata dopo uno scontro in strada tra squadristi e militanti antifascisti nei giorni scorsi.
In seguito, quattro funzionari della polizia locale sono stati sospesi. Inoltre sono stati rimossi dal loro incarico anche il capo del plotone dei MAT (le unità antisommossa) di Keratsìni, per non aver fatto arrestare i neonazisti che il giorno dopo l’omicidio del rapper avevano lanciato pietre e bastoni contro migliaia di manifestanti antifascisti scesi in strada. Rimosso anche il capo dell’unità locale Delta (reparti speciali di polizia motorizzata) e il responsabile della caserma della polizia del quartiere di Keratsini, nonché il direttore e il vicedirettore dell’unità Ekam (unità antiterrorismo) ed altri agenti, nei confronti dei quali è stata avviata un’indagine disciplinare per capire i motivi per cui non hanno contrastato le aggressioni fasciste durante e dopo l’aggressione e l’uccisione del rapper conosciuto come Killah P.
Alcuni sondaggi realizzati nei giorni scorsi registrano un forte calo delle preferenze per il partito guidato da Nikolaos Mihaloliakos, che rimane comunque il terzo nel Paese. In base a una ricerca condotta dalla società Rass per l’edizione domenicale del quotidiano Elefteros Tipos, Alba Dorata registra una perdita di 2,5 punti percentuali – scendendo dall’8,3% al 5,8% – rispetto allo stesso sondaggio della settimana scorsa. Inoltre, oltre l’80% dei greci considera Alba Dorata un’organizzazione criminale o fascista mentre l’87% ritiene che lo Stato debba adottare misure contro il partito. Un secondo sondaggio condotto dalla società Metron Analysis per l’edizione domenicale del quotidiano Ethnos, indica invece che Alba Dorata avrebbe perso 1,5 punti rispetto a una settimana fa.
In varie dichiarazioni pubblicate dai giornali greci nei giorni successivi all’omicidio di Fyssas, diversi appartenenti ad Alba Dorata avevano affermato che all’interno della polizia vi sono membri e simpatizzanti del gruppo che li proteggono. Ha fatto scalpore soprattutto la testimonianza di quello che il quotidiano Ethnos ha definito un ‘pentito’ del movimento guidato da Nikolas Michalioliakos, secondo il quale alcuni agenti sarebbero attivi nella pianificazione delle ronde anti-immigrati e nella gestione dei depositi di armi e dei campi di addestramento, uno dei quali scoperto recentemente a Cipro. Secondo il ‘pentito’ dalla sede di Alba Dorata di Nicea, quella dalla quale sarebbe partito l’ordine di uccidere Fyssas, inserito in una lista di personaggi da eliminare perché invisi all’estrema destra, si organizzerebbero gli attacchi agli immigrati e ai venditori ambulanti extracomunitari. Nel locale sarebbero custoditi catene, coltelli e manganelli fatti sparire, grazie ad una soffiata di alcuni agenti collusi con gli squadristi, al momento di eventuali perquisizioni e controlli.
Meno credibile la confessione di un dirigente e fondatore di Alba Dorata dalle colonne del quotidiano To Vima, secondo il quale sarebbero ben 3mila i militanti agli ordini di Alba Dorata . alcuni dei quali poliziotti – inquadrati in “una struttura militare completa”. Una ben strana ‘confessione’ diretta probabilmente a incutere il timore di un possibile colpo di stato a coloro che chiedono a gran voce la messa fuori legge del movimento di estrema destra.
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