Almeno apparentemente, sembra tornare in Russia l’incubo del terrorismo di matrice islamista. Che questa mattina avrebbe colpito vicino al confine con il Caucaso. Questa mattina un attentato compiuto da una donna kamikaze ha provocato una fortissima esplosione all’interno della stazione ferroviaria di Volgograd. Finora il bilancio, provvisorio, è di 18 morti e decine di feriti di cui alcuni in gravi condizioni.
Già lo scorso 21 ottobre un altro attentato kamikaze, realizzato anche in quel caso da una donna, originaria del Daghestan, causò sempre a Volgograd (la vecchia Stalingrado) 7 vittime. A saltare in aria in quel caso fu un autobus pieno di studenti universitari e delle scuole superiori.
Il leader dell’insurrezione islamista in Cecenia, Doku Umarov, in un video diffuso nel luglio scorso, aveva esortato i militanti dei diversi gruppi combattenti a utilizzare «la massima forza» affinché il presidente Vladimir Putin non riesca a giovarsi della ribalta offerta dalle Olimpiadi Invernali di Sochi in programma tra pochi mesi.
Pochi giorni fa, il 27 dicembre, tre funzionari del ministero dell’Interno russo sono morti dopo che un’autobomba è esplosa vicino a una stazione di polizia a Pyatigorsk, nel sud della regione del Caucaso del Nord. L’attentato non è ancora stato rivendicato, ma gli insorti che tentano di instaurare una repubblica islamica nel sud della Russia prendono spesso di mira soldati federali e poliziotti.
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