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Iraq: al Qaeda avanza a Ramadi e Falluja

Continuano a guadagnare terreno nelle due città di Ramadi e Falluja, nella provincia occidentale di Al Anbar, i miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, organizzazione legata ad Al Qaeda. Le due città da quattro giorni sono teatro di pesanti di scontri a fuoco e di combattimenti tra le milizie sunnite e le truppe regolari supportate da alcune tribù locali, intervenute su richiesta delle autorità di Baghdad.

I combattimenti sono iniziati lunedì scorso nell’area di Ramadi, quando le forze di sicurezza hanno rimosso con forza un accampamento dove da oltre un anno sostavano i manifestanti sunniti contrari al governo sciita di Nuri al Maliki.

I capi tribali hanno riferito di aver causato numerose vittime tra le fila nemiche nelle ultime ore, tra cui il capo stesso del movimento, l’emiro Abu Abderrahmane al Baghdadi. I combattenti del gruppo legato ad Al Qaeda e attivo anche nella vicina Siria, dal canto loro affermano di essere avanzati al termine di violenti combattimenti nel centro della città di Ramadi.

Solo nella giornata di ieri negli scontri a Ramadi e Falluja, secondo la polizia, sarebbero morti oltre ad alcune decine tra poliziotti, militari e miliziani, anche trentadue civili. 

Questa mattina uno dei capi di Sawa, le milizie anti-al Qaida attive in Iraq ha annunciato la morte di 62 miliziani dell’Isil nella regione di Ramadi. Lo sceicco Ahmed Abu Risha ha riferito che sedici membri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante sono stati uccisi a Khaldiyah, a est di Ramadi, mentre altri 46 nello stesso capoluogo di al Anbar.

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