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Retata di avvocati baschi. La Spagna come la Turchia

Chi conosce la storia della repressione spagnola contro il popolo basco se l’aspettava, forse, l’ennesima provocazione. Arrivata con puntualità svizzera, a pochi giorni dalla enorme manifestazione che sabato riempirà le strade di Bilbao di solidarietà e complicità con i circa 500 prigionieri e prigioniere politiche basche che il governo spagnolo sta usando per tentare di costringere la sinistra indipendentista a capitolare.

Oggi pomeriggio intorno alle 15,30 la Guardia Civil, la polizia militarizzata di Madrid, ha realizzato una retata prendendo di mira vari avvocati che si occupano proprio di tenere i contatti con Eppk, il collettivo dei prigionieri e delle prigioniere politiche basche.
In manette sono finiti alcuni dei legali attivi nella difesa dei prigionieri politici della sinistra basca come Arantza Zulueta e Jon Enparantza e attivisti e attiviste – alcuni dei quali ex prigionieri -come Itzane Orkoaga Etxaniz, José Miguel Almandoz Erviti, Asier Aranguren Urroz, Aitziber Sagarminaga Abad, José Luis Campo Barandiarán e Egoitz López de la Calle Uribarri. 
I legali e gli altri attivisti – otto in tutto – sarebbero stati arrestati nei locali di un ufficio legale in calle ElKano, a Bilbao, ed in altre località. Poco dopo i militari hanno preso d’assalto anche una sede legale nel comune di Hernani, a pochi chilometri da Donostia, abbattendo la porta. 

Scarne finora le informazioni fornite dal Ministero Spagnolo degli Interni che sul suo sito web, intorno alle 15, parlava in una nota di alcuni arresti a carico di “persone accusate di collaborare con l’ETA” e di varie sedi e abitazioni perquisite. L’ordine sarebbe partito dal Juzgado Central de Instrucción numero 6 della Audiencia Nacional di Madrid, il tribunale speciale antiterrorismo ereditato dalla dittatura franchista nel momento del cambio di facciata delle istituzioni spagnole dopo la morte del caudillo.

Mentre scriviamo alcuni media baschi denunciano che il ministero degli Interni ha comunicato la nota sugli arresti alle 15 e sei minuti, quando i militari non erano neanche usciti dallla caserma bilbaina della Salve diretti all’ufficio dell’avvocato Arantza Zulueta. Scrivono i media spagnoli che la diffusione anticipata della notizia avrebbe permesso ad alcuni dei presunti ricercati di fuggire e comunque agli avvocati riuniti nell’ufficio, poi arrestati, di “cancellare prove e distruggere documenti compromettenti” riguardanti il cosiddetto ‘Fronte della carceri’ dell’Eta.

Le istituzioni spagnole, nonostante la fine definitiva della lotta armata da parte dell’Eta ormai due anni fa e nonostante la quasi rinuncia da parte del collettivo dei prigionieri politici di una soluzione politica e collettiva (il comunicato in questo senso da parte di Eppk è di pochissimi giorni fa), continua nelle sue assurde provocazioni contro un processo di pace che di fatto non è mai partito, visto che ai numerosi e a volte incauti passi della sinistra patriottica basca il governo di Madrid non ha mai fatto seguito. Oltretutto proprio in queste settimane all’interno del partito di governo, il PP, monta una fronda di estrema destra che imputa all’esecutivo di destra una eccessiva tolleranza nei confronti dei ‘separatisti baschi’. Una fronda guidata dalle cosiddette ‘associazioni delle vittime del terrorismo’ e che secondo alcuni analisti potrebbe addirittura portare ad una scissione estremista del Partito Popolare.

Dopo la retata contro i rappresentanti del movimento di solidarietà con i prigionieri ‘Herrira’ di alcuni mesi fa, oggi è arrivata quella contro gli avvocati. Come in Turchia. Solo che al potere a Madrid non c’è Erdogan, ma Mariano Rajoy. E la stampa internazionale chiude volentieri un occhio.

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