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Blitz turco in Siria. Ankara: “abbiamo colpito al Qaeda”

Bombardamento turco all’interno dei confini siriani. Giustificato formalmente dai militari di Ankara con la necessità di colpire le milizie di Al Qaeda che operano indisturbate in territorio siriano e che il governo di Recep Tayyip Erdogan è stato più volte accusato di sostenere, addestrare e armare. Ma negli ultimi mesi lo sviluppo eccessiva delle milizie inquadrate nel network jihadista è diventato una preoccupazione per l’Akp che ha deciso di cambiare registro. Nelle scorse settimane diversi convogli destinati ai ribelli siriani, comprese armi, sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine di Ankara. Anche numerosi componenti di un’organizzazione islamista radicale, l’Ihh (“Humanitarian Relief Foundation”), sospettata di essere in realtà un’emanazione delle autorità turche, sono stati bloccati mentre tentavano di consegnare aiuti alle milizie islamiste siriane.

Fonti militari di Ankara hanno riferito oggi che un convoglio di militanti dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” è stato colpito e distrutto nei pressi del posto di frontiera di Cobanbey a poche ore di distanza da un attacco della stessa cellula di Al Qaeda contro due mezzi militari turchi sul lato opposto del confine. Si tratta della prima ammissione da parte di Ankara di scontri diretti con le cellule di Al Qaeda che operano in Siria ed avviene a poche ore di distanza dalle dichiarazioni rilasciate a Tel Aviv dal generale israeliano Aviv Kochavi in merito alla “presenza di almeno tre basi di Al Qaeda nella Turchia del Sud”. 

Da Baghdad intanto il ministro dell’Interno ha diffuso la prima immagine del leader dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” Abu Bakr al-Baghdadi divenuto uno dei terroristi più ricercati al mondo anche perché le sue cellule controllano oramai ampie aree della Siria del Nord e dell’Est. Una forza tale da spingere James Clapper, direttore nazionale dell’intelligence Usa, a definirla in un’audizione al Congresso “una minaccia per gli Stati Uniti”. 
Peccato che siano stati proprio gli Stati Uniti, la Turchia e Israele a permettere l’evoluzione di Al Qaeda da una formazione locale composta da poche centinaia di militanti a un vero e proprio esercito internazionale composto da decine di migliaia di combattenti.

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