Recita un adagio popolare in voga da parecchi secoli che ‘pecunia non olet’. Il denaro non ha odore. Ma una notizia proveniente dalla ‘democratica’ Germania sembra dirci proprio il contrario. In una Unione Europea dove sempre più la tendenza di governi e sistema finanziario è quella di convincere, – quando necessario obbligare -i cittadini a depositare i propri risparmi in banca e addirittura a investirli in quantomai rischiosi e fantasmagorici derivati, pare che il denaro, in alcuni casi, possa puzzare.
Il denaro in questione è quello di Kerem Schamberger, un ventisettenne incensurato e senza debiti che però ha ‘la colpa’ di essere il segretario del Partito Comunista Tedesco (Kpd) della città di Monaco di Baviera. Quando la Commerzbank si è accorta che il correntista era niente meno che un “bolscevico” ha deciso di chiudere i conti di tutta la famiglia, nel dicembre scorso. A riportare la notizia è stata la Sueddeutsche Zeitung. Il quotidiano racconta lo stupore e l’incredulità della madre di Kerem, quando la banca l’ha chiamata al cellulare per comunicarle che, nel caso non avesse differenziato il suo conto da quello del figlio, il quarantaduennale deposito della signora sarebbe stato chiuso.
Da comunista Schamberger va dicendo che visto che molte banche, essendo state salvate con fondi pubblici, andrebbero nazionalizzate. Misura assai poco bolscevica, semplicemente democratica e razionale, adottata tra l’altro spesso da governi liberali o addirittura conservatori, in alcune circostanze. Sarà per questo che la Commerzbank di Monaco ha ‘punito’ la famiglia del giovane militante marxista?
Non è dato sapere, perché alla chiusura dei conti non è seguita nessuna spiegazione. D’altronde la banca ricorda che non è obbligata a fornire spiegazioni a nessuno e che in ogni momento può chiudere i conti di chiunque.
C’è da credere comunque che i depositi di Kerem e famiglia non ammontassero a cifre particolarmente consistenti.
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