Nuova fiammata di proteste violente da parte della destra venezuelana, che ha lasciato sul terreno finora almeno tre morti. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha denunciato “il rigurgito nazifascista” in atto ed ha assicurato che non permetterà l’affermazione dei golpisti, lanciando un appello alla calma e al ristabilimento della dialettica democratica tra i diversi schieramenti.
Ieri una marcia organizzata da alcuni settori più duri dell’opposizione di destra al governo bolivariano è degenerata nella capitale in scontri violenti tra manifestanti e polizia in assetto antisommossa e si è conclusa con due morti – Alejandro Dacosta e Neyder Arellano Sierra, secondo alcune fonti giovani aderenti alle organizzazioni studentesche di destra – uccisi a colpi di pistola. Gruppi di dimostranti incappucciati hanno assaltato la sede della Procura generale dello Stato lanciando pietre e molotov e incendiando alcuni veicoli e i reparti antisommossa hanno reagisto con i lacrimogeni.
La terza vittima si è registrata poche ore più tardi a Chacao, municipio della parte orientale di Caracas, quando un gruppo di estremisti di destra incappucciati ha assaltato alcune sedi di associazioni e gruppi bolivariani uccidendo a colpi di pistola Juan Montoya, un dirigente delle organizzazioni popolari del quartiere “23 enero”.
La giornata si è saldata anche con 23 feriti e 25 arresti.
Ma ieri in tutto il Venezuela non sono scese in piazza solo le opposizioni, ma anche decine di migliaia di giovani aderenti alle organizzazioni bolivariane che hanno commemorato, in occasione del ‘Giorno della gioventù’, la battaglia in cui 200 anni fa nello Stato venezuelano di Aragua le truppe indipendentiste sconfissero l’esercito spagnolo.
Da parte sua l’ex candidato alla presidenza della repubblica e capo dell’opposizione, il ‘moderato’ Henrique Capriles, si è smarcato pubblicamente dalle proteste fomentate da capi dei settori più oltranzisti come Maria Machado e Leopoldo Lopez, affermando la sua presa di distanza da forme violente di contestazione e da azioni che possano mettere a rischio le manifestazioni pacifiche organizzate dai partiti antichavisti.
Intanto il presidente Maduro ha reso noto che la la magistratura ha emesso un ordine di cattura nei confronti dell’ex diplomatico Fernando Gerbasi e di Iván Carratú, ex capo della Casa Militar ai tempi del governo di Carlos Andrés Pérez (1974-79 e poi 1988-93). Il presidente ha citato una conversazione, intercettata e trasmessa martedì dalla Tv pubblica VTV durante la quale Gerbasi avverte Carratù che una persona che lo aveva avvisato anticipatamente nel 2002 che ci sarebbe stato un colpo di stato contro Chavez, che nel corso delle manifestazioni di questi giorni ci sarebbero stati dei morti.
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