La botta, per provenienza geografica e peso specifico, appare decisamente forte. Il Fatto riferisce infatti che la Deutsche Bank ha incluso la banca israeliana Poalim Bank in una lista di società che costituiscono un investimento problematico dal punto di vista etico. A renderlo noto è stato il quotidiano israeliano Maariv, secondo cui la banca israeliana si trova in un elenco di sedici compagnie, tra cui ne figurano alcune impegnate in traffici di armi. (le famose “banche armate”,un fenomeno sicuramente non solo israeliano, NdR). Nel 2000 era stata un altra banca israeliana – la Leumi Bank – a finire in una lista nera, quella del GUFI ossia gli istituti sospettati di riciclaggio di denaro sporco messi all’indice dall’Unione Europea. Per lungo tempo, gli assegni e le transazioni della Leumi non furono accettate nelle banche francesi, tedesche etc. Non ebbero scrupoli invece le italiane Generali nell’approfittare delle difficoltà della banca israeliana per acquisirne una rilevante quota di proprietà.
Il quotidiano israeliano Maariv precisa che la Poalim Bank è stata inclusa nella lista nera compilata da una società esterna a Deutsche Bank a causa delle sue attività in Cisgiordania. Fra le compagnie per le quali sussistono questioni etiche figurano anche Lockheed Martin, Northtrop e Nissan. Le autorità israeliane hanno incassato malamente il colpo che stavolta viene dal paese europeo – la germania – che per scelta aveva dichiarato sin dal dopoguerra che non avrebbe mai contrastato gli interessi israeliani a causa degli orrori commessi durante il nazismo. Il governo israeliano sta tentando quindi di giocare per l’ennesima volta questa carta. Lunedì incontrando a Gerusalemme dirigenti di organizzazioni ebraiche statunitensi, Netanyahu aveva detto: “La cosa più riprovevole è di vedere persone sul suolo dell’Europa parlare del boicottaggio di ebrei. E’ un fenomeno oltraggioso… In passato gli antisemiti boicottavano esercizi di proprietà ebraica, adesso invocano il boicottaggio dello Stato ebraico, e del solo Stato ebraico”. Netanyahu si era accanito contro gli attivisti della campagna internazionale Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni verso Israele) che sta preoccupando seriamente le autorità israeliane e incidendo sull’economia del paese. Ma l’escalation israeliana sugli insediamenti coloniali, sta portando argomenti sempre più consistenti all’estensione della campagna internazionale di boicottaggio.
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