Ieri, 3 Marzo, si è svolta a Bilbao la prima edizione del “Global forum Spain”, un vertice economico internazionale di alto livello al quale hanno partecipato i massimi leader delle istituzioni economiche, a partire dalla direttrice del Fondo Monetario Internazionale (FMI) Christine Lagarde, fino ad arrivare ai maggiori rappresentanti delle principali banche ed imprese europee. Il meeting è stato voluto e organizzato dagli esponenti del governo spagnolo e di quello basco con la presenza del Re di Spagna Juan Carlos de Borbòn, che ha pronunciato il discorso di apertura. Il programma della giornata si è sviluppato attraverso una serie di dibattiti e di scambi di idee sulla crescita e sulla competitività dell’eurozona nel panorama economico mondiale.
Per un giorno Bilbao è diventata il centro dell’economia mondiale e la mente pensante delle strategie politiche dell’Unione Europea. Ieri è, infatti, andata in scena la consacrazione dell’unione degli interessi esistenti tra la borghesia basca e quella spagnola, tra il governo basco e quello spagnolo, tra l’UE e il FMI. L’evento, tenutosi presso il museo Guggenheim nel cuore della città, si fa pura espressione dei caratteri capitalistici europei che trovano le loro fondamenta nella dimensione finanziaria che si è concretizzata anni fa con la nascita della moneta unica e che, fino ad oggi, continua a perpetuarsi in tutto il continente attraverso dei precisi sistemi sia produttivi che sociali.
Un 3 Marzo, guarda caso, significativo nella storia di Euskal Herria visto che lo stesso giorno del 1976 a Gasteiz vennero uccisi 5 operai per mano della polizia fascista spagnola durante un’importante giornata di lotta e di rivendicazione per i diritti della classe lavoratrice basca. Trent’otto anni dopo, proprio ieri, i sindacati e le organizzazioni sociali hanno sollecitato i cittadini baschi a partecipare alle contromanifestazioni in opposizione al vertice economico e, al grido di “Troika go home”, sono partiti, da due punti opposti della città, due cortei che si sono uniti nella Plaza Elìptica per poi dirigersi verso il Guggenheim.
Insomma niente “ongi etorri” (benvenuto) per i signori dell’economia mondiale, ma migliaia di cittadini, lavoratori e giovani baschi uniti contro questo teatrino che sancisce il potere capitalistico europeo. Ci dice Joseba Alvarez, dirigente del partito SORTU (ed ex dirigente dell’illegalizzata BATASUNA): ”Hanno scelto Bilbao per dimostrare a tutti noi che Bilbao è Spagna e perché il PNV (Partido Nacional Vasco) è per così dire amico di classe del PP (Partido Popular) e sostengono la stessa politica internazionale. Per noi, la lotta di oggi si dispiega su due fronti, uno è quello dei diritti del nostro popolo, come popolo senza stato, e l’altro è quello della lotta di classe, come classe lavoratrice. Ci sentiamo quindi oppressi su due fronti e cerchiamo di portare avanti un’alternativa che sia socialista seguendo il modello dell’Alba del Sudamerica. E non siamo soli, la lotta deve essere di classe e deve coinvolgere sia il Nord che il Sud dell’Europa anche se il cambiamento comincerà proprio da quei paesi che ora sono i più castigati, cioè quelli della fascia Mediterranea.”
I sindacati nazionalisti LAB ed ELA, uniti nella piattaforma GUNE con altre realtà sociali, e le forze politiche di opposizione partono da Plaza Jesusen Bihotza – Plaza del Sagrado Corazòn e chiedono ai lavoratori di scendere in strada per dimostrare il loro rifiuto vero le politiche della Troika e le misure di austerità che vengono imposte a tutti e che, in definitiva, sono attuate a spese delle politiche sociali al fine di perseguire, invece, gli interessi delle entità finanziarie mondiali. La manifestazione chiede di mettere fine alla rassegnazione alla quale sembrano portarci le politiche dei tagli dei diritti, di mettere fine alle riforme del lavoro che sottraggono sempre più diritti alla classe lavoratrice lasciandola sempre meno protetta, di attuare un cambiamento di rotta, un’inversione di marcia verso una crescita per la creazione di occupazione giovanile. La protesta incita all’unione delle forze per portare avanti una lotta su un fronte internazionale.
Una portavoce del sindacato nazionalista e di classe LAB dichiara: ”Siamo oggi qui per chiarire che questi personaggi NO SON BIENVENIDOS a Bilbao e per ribadire il rifiuto alla politica neoliberista che ci stanno imponendo. Si parla tanto di povertà ma pensiamo sia venuta l’ora di parlare di ricchezza, di quella ricchezza che è in mano di pochi e che deve essere redistribuita. Noi, come Euskal Herria lottiamo per un nostro cammino che non è quello attuale che ci viene imposto”.
Da Plaza Arriaga parte, invece, il “gazte blokea”, il blocco dei giovani, che ha grande forza e partecipazione in questa lunga giornata. Askapena, l’associazione internazionalista dichiara da subito “è insopportabile il linguaggio tecnicista che si presenta sotto i termini chiave di competitività, globalizzazione, produttività e innovazione”. Termini che sembrano essere combinati insieme per costituire una formula necessaria ad intensificare lo sfruttamento dei popoli, risultato imprescindibile per raggiungere sempre maggiori quote di guadagno e di potere. “In effetti quello che la grande borghesia finanziaria e le istituzioni politico-economiche al suo servizio si propongono di realizzare non è altro che relegare la precarietà, la disoccupazione, il vuoto dei diritti sociali, civili e politici all’immensa maggioranza popolare e soprattutto vogliono minare la legittima aspirazione dei popoli lavoratori all’indipendenza politica, economica e culturale”. Il responsabile dell’organizzazione giovanile ERNAI, Gotzon, dichiara: ”Secondo il nostro dossier circa il 72% dei giovani sarà condannato alla povertà a causa della disoccupazione e della precarietà voluta proprio dal governo spagnolo che è il primo a volere queste condizioni. Noi, come associazione giovanile, puntiamo verso un cammino che lotta contro il sistema neoliberista, non vogliamo sottometterci al sistema consumista gestito dalle multinazionali e alle politiche dei tagli, inoltre vogliamo creare alternative mettendo in pratica modelli di cooperative a favore della comunità e non del capitale”.
I due cortei si sono così incontrati a metà della Gran Via, nella Plaza Elìptica, per unire le loro lotte sotto la ikurrina, la bandiera basca. I cittadini baschi chiedono alle proprie istituzioni di non partecipare a loro nome perché il modello economico attualmente promosso e sostenuto dal governo spagnolo e dall’UE è differente rispetto a quello che si vorrebbe in Euskal Herria. Coloro che nel Paese Basco subiscono la persecuzione delle istituzioni spagnole e francesi, la prigione, la criminalizzazione non rinunciano ad affermare e a rivendicare una visione alternativa di una società che vuole l’autodeterminazione del proprio popolo.
Migliaia di persone hanno, quindi, manifestato per le strade bilbaine e pochi si aspettavano una mobilitazione tanto forte. A Bilbao dopo molto tempo si sono rivisti anche momenti di “Kale Borroka” (guerriglia urbana), avvenuti durante tutto il percorso sulla Gran Via e si sono prese d’assalto le sedi delle banche, la sede del governo basco e le vetrine di alcuni negozi di lusso. Il corteo si è avvicinato al museo Guggenheim e ci sono state tensioni con le forze dell’ordine in Plaza Euskadi. Qui la polizia in assetto antisommossa ha caricato il corteo e ci sono stati alla fine 7 manifestanti arrestati.
La guerriglia urbana è continuata durante tutta la giornata e si è concentrata soprattutto nella parte vecchia della città, bastione della sinistra indipendentista mentre alcuni sindacati hanno deciso di non partecipare alla mobilitazione indetta nel pomeriggio dopo gli scontri che hanno contraddistinto le manifestazioni diurne.
* Corrispondenza da Bilbao
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