L’informazione fatica sempre a star dietro alle dinamiche belliche. Se poi il “guerriero” si chiama Obama, allora è facile vedere schiere di giornalisti d’ambo i sessi perdere istantaneamente ogni parvenza di aplomb. Quando Lui parla, nessuno/a si fa più domande. È la voce dell’eterno (o Padreterno) che scende su di noi (o loro).
Prendiamo questo lancio di RaiNews, ma avremmo potuto scegliere qualsiasi altra versione: sarebbe cambiata solo la punteggiatura. Forse…
Vediamo cosa è stato detto, da Lui, sull’Ucraina. Interrompendo il fluire maestoso della “verità” con le nostre inopportune domande. Che vi evidenziamo in corsivo.
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Obama è chiaro e a Mosca dice: “Un referendum sulla Crimea violerebbe la legge”. Il presidente degli Stati Uniti si riferisce alla consultazione per il 16 marzo, in cui la piccola penisola voterebbe la secessione da Kiev. Un’ipotesi che “non rispetta la Costituzione”, scandisce Obama e comunque, qualsiasi discorso sulla Crimea “deve coinvolgere il governo, legittimo, ucraino”.
Red. Molte domande in una.
a) Quale “legge” violerebbe il referendum in Crimea? Una legge ucraina? Beh, il nuovo Parlamento – sede del potere legislativo in qualsiasi democrazia liberale – non ha ancora avuto modo di votare proposte di legge. Anzi. A rigore, chiunque sostenga che l’attuale Parlamento è “illegittimo” troverebbe facilmente una risposta consensuale in sede giuridica. Questo “Parlamento”, infatti, non è stato votato da nessuno. Ci sono dei “parlamentari” in effetti; ma arrivati lì grazie alla forza della piazza, delle armi, del sostegno occidentale e della fuga di Yanukovich. Il sospetto è che non rispetti la “legge statunitense”, quella non scritta per cui “gli interessi dell’America vengono prima di tutto”.
b) “Non rispetta la Costituzione” di quale paese? Dell’Ucraina? E quale? Quella di 15 giorni fa o qella nuova? E quando è stata varata la nuova Costituzione? Sia chiaro: non ci sorprendiamo di un “putsch rivoluzionario” che fa cadere un regime e ne installa un altro… Siamo materialisti e rivoluzionari, in fondo. Ma se così è – ed è così – di quali leggi e Costituzioni si va cianciando? Di quelle che piacciono a Washington e a Obama. Altre non se ne possono dare…
c) E infine: “la soluzione sulla Crimea deve coinvolgere il governo legittimo ucraino”. Stesso discorso: da doove viene la “legittimità” del nuovo regime di Kiev? Quel fesso di Yanukovich, bene o male, aveva vinto le elezioni politiche. Quello nuovo si è autonominato e ha ricevuto il riconoscimento dell’occidente. Punto. Se è legittimo tutto ciò, allora perché gli Stati Uniti attaccano qualsiasi governo “rivoluzionario” nel mondo? Diciamo “rivoluzionario” non nel senso che a noi piace, ma in quello più terra terra: non benedetto da un processo elettorale.
Le sanzioni
La decisione di Sebastopoli ha quindi le sue conseguenze. “Gli Stati Uniti hanno preso le loro decisioni insieme ai partner europei”, dice Obama, prevedendo “conseguenze contro coloro che sono responsabili della situazione in Crimea”. Il “costo” per Mosca sono proprio le sanzioni. E se le violazioni continuano, il presidente degli Stati Uniti è chiaro: “Saremo determinati a rispondere”.
Red. Il discorso ahinoi non cambia. In base a quale “legge internazionale” gli Usa e l’Unione Europea decideranno – eventualmente – delle sanzioni? Non certo in base a una procedura dell’unico organismo internazionale almeno un po’ formalmente “neutro”. L’Onu non si è espresso, non è stato investito della questione, non ha deciso nulla. E allora chi decide? Obama, Merkel, Cameron… La loro volontà è “legge”. Questo e non altro ci/vi stanno dicendo. Montesquieu è stato ghigliottinato a sua insaputa…
Le richieste di Obama
Il presidente degli Stati Uniti chiede quindi che “osservatori internazionali” siano ammessi nel Paese. Inoltre, “la soluzione della crisi deve rispettare gli interessi del popolo dell’Ucraina, e anche quelli della Federazione russa. I diritti di tutte le persone in Ucraina, Crimea e Russia devono essere rispettati”.
Red. I cronisti, anche “embedded”, hanno segnalato una quantità inenarrabile di “osservatori internazionali” nelle piazze ucraine, nelle ultime settimane. Oddio, magari poco “osservatori” (con armi, media, ong, gruppi paramilitari, ecc), ma certo molto”internazionali”. Quasi “multinazionali”, diremmo…
Ma resta davvero difficile immaginare come sia possibile, ora, “rispettare i “diritti di tutte le persone in Ucraina, Crimea e Russia”. Qualcuno, come si dice in gergo, “deve pagare il conto”. E ci sembra che Obama abbia un’idea chiara sul portafoglio da svuotare…
Il resto, come diceva qualcun altro, che peraltro non ci convinceva neanche un po’, “è noia”.
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