Il tribunale Basmanny di Mosca ha spiccato un mandato d’arresto internazionale nei confronti di Dmytro Yarosh, uno dei leader della coalizione fascista ucraina Pravyi Sektor, con l’accusa di appello all’estremismo. Secondo il giudice Natalia Dudar, Yarosh, che in Ucraina è ufficialmente candidato alle presidenziali del prossimo 25 maggio per conto delle formazioni paramilitari di ultradestra che proprio in questi giorni terranno un congresso di trasformazione in partito, “potrebbe proseguire la sua attività criminale, fare pressione sui testimoni od ostacolare l’indagine penale nei suoi confronti in altro modo”.
Un investigatore ha riferito in tribunale che Yarosh ha compilato “in un periodo di tempo ignoto e in luogo ignoto” e pubblicato sulla pagine web del suo movimento un testo intitolato “appello del leader di Pravyi Sektor Dmitry Yarosh a Doku Umarov”, capo carismatico dell’insurrezione armata islamica del Caucaso, sollecitando “il leader dell’organizzazione terrorista a intensificare l’attività terroristica ed estremista in Russia”.
Yarosh è stato nel frattempo inserito sulla lista dei ricercati internazionali e incriminato in contumacia per incitamento pubblico al terrorismo attraverso i media.
Da parte sua invece la procura generale ucraina si è già espressa affermando che non ha alcun motivo di arrestare il cittadino ucraino Yarosh e di estradarlo. Del resto molti esponenti dell’ultradestra sono stati recentemente promossi alle più alte responsabilità degli apparati militari e di sicurezza ucraini dal nuovo governo di Kiev, al quale partecipa anche una forza apertamente nazional-socialista come Svoboda (ex Partito Social-Nazionale Ucraino), che alle elezioni politiche del 2012 ottenne in Ucraina il 10,45% dei voti e 37 seggi, concentrati soprattutto nelle regioni occidentali del paese dove la tradizione ultranazionalista e xenofoba è maggiormente radicata.
Secondo la difesa legale di Yarosh il leader neonazista non avrebbe ricevuto una adeguata notifica dell’indagine a suo carico.
Da parte sua ieri il Parlamento della Crimea ha proibito tutte le attività nel territorio della Repubblica Autonoma di Svoboda e anche di Pravyi Sektor (Settore destro), uno dei movimenti estremisti di destra più attivo e violento negli attacchi contro le istituzioni ucraine ma anche contro oppositori politici e sindacalisti, e responsabile di numerose aggressioni contro esponenti delle minoranze non ucraine e contro dirigenti del Partito Comunista e del Partito delle Regioni. I parlamentari di Simferopoli hanno proceduto alla messa fuori legge delle due organizzazioni avvertendo che queste preparano una serie di attacchi e provocazioni nei prossimi giorni nel territorio della Repubblica Autonoma, proprio in contemporanea con il referendum organizzato per il 16 marzo che dovrà decidere del futuro status del territorio desideroso di tornare alla Russia dopo la pausa ucraina. I rappresentanti di diverse forze politiche hanno giustificato la misura ricordando anche che sia Dmitri Yarosh, sia un altro leader delle milizie di Pravyi Sektor – Alexandr Muzichko – sono oggetto di inchieste e mandati di cattura internazionali spiccati dalle autorità di Mosca. L’organo legislativo della Crimea ha dato mandato alle sue forze di sicurezza di impedire ogni attività dei gruppi di estrema destra, ai servizi segreti recentemente istituiti di “denunciare e perseguire tutti coloro che fomentano l’odio etnico e la violenza”, al Ministro della Giustizia di non registrare nessun partito o ong o associazione riferibile alle forze illegalizzate.
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