Era stato il no del presidente Yanukovich alla firma del Trattato di Associazione con l’Unione Europea, nell’autunno scorso, a scatenare la crisi a Kiev che poi ha portato ad una escalation di mobilitazioni, scontri e poi al colpo di stato di febbraio. Tolto di mezzo Yanukovich, ora Bruxelles ha ottenuto in tempi rapidi e senza resistenze ciò che voleva. Oggi i capi di stato e di governo dell’Unione Europea hanno firmato, insieme al premier burattino Arseni Yatseniuk, i documenti propedeutici al Trattato di Associazione tra Bruxelles e Kiev che, secondo l’euroburocrazia, è diretto a “stimolare l’avvicinamento graduale tra l’UE e l’Ucraina sulla base dei valori e delle priorità comuni”, così come della partecipazione dell’Ucraina alle politiche comunitarie e alle attività dei suoi programmi e delle sue agenzie, in nome “della difesa della pace e della stabilità”. Ma soprattutto il Trattato di Associazione mira a portare milioni di lavoratori e consumatori ucraini all’interno del mercato interno dell’Unione Europea attraverso l’istituzione di un’area di libero commercio che rischia di distruggere quel poco di economia produttiva ancora presente nel paese. “L’avvicinamento a Bruxelles faciliterà anche la cooperazione in materia di Giustizia, Libertà e Sicurezza volta a rafforzare lo stato di diritto e il rispetto delle libertà fondamentali” recitano i comunicati propagandistici emessi dalla Commissione Europea che naturalmente sorvolano sul fatto che sui banchi nel governo ‘europeista’ di Kiev siede una consistente pattuglia di ministri neonazisti. Il Trattato prevede anche l’istituzione di meccanismi e organismi che abbiano il compito di sanzionare le parti – ovviamente l’Ucraina – non in regola con i propri obblighi…
La Commissione Europea ha anche deciso di stanziare un miliardo di euro di prestito a medio termine nei confronti di Kiev, per ‘aiutare’ l’Ucraina ad uscire dalla profondissima crisi economica e finanziaria che sta vivendo (l’esercito è ridotto così allo stremo che è stata lanciata una campagna che chiede ai cittadini di donare soldi alle forze armate attraverso un sms!).
Anche il Giappone si appresta a stanziare quasi 1 miliardo di dollari di aiuti al fine di stabilizzare la situazione in Ucraina. L’iniziativa, riferisce la tv pubblica Nhk, sarà annunciata dal premier Shinzo Abe al vertice del G7 (il gruppo dei Paesi industrializzati di cui fanno parte Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada) che si terrà a margine del summit sulla sicurezza nucleare del 24 e 25 marzo all’Aia.
Intanto non accennano ad abbassarsi i toni tra Bruxelles e Mosca, che nelle ultime ore ha ratificato in parlamento la decisione di assimilare la Crimea all’interno della Federazione Russa dopo il referendum plebiscitario dei cittadini della penisola celebrato domenica scorsa.
L’Unione Europea ha deciso il congelamento dei beni per 12 esponenti russi e sanzioni contro le merci provenienti dalla Crimea. Così il numero degli individui colpiti dalle restrizioni sui visti e dal congelamento degli asset finanziari sale a un totale di 33. “Sulle 12 persone che entreranno nella lista delle sanzioni – ha spiegato il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, al termine della prima giornata del vertice europeo – dobbiamo seguire le procedure giuridiche, ma vi assicuro che si tratta di 12 nomi di altissimo livello”. Non solo: Bruxelles ha deciso di cancellare il summit con la Russia previsto per il 3 giugno prossimo a Sochi. E’ stato invece il premier britannico David Cameron ad annunciare le prime sanzioni economiche intraprese contro la Crimea: “”Abbiamo deciso che i prodotti della Crimea potranno essere venduti liberamente in Ue solo se arrivano attraverso l’Ucraina, altrimenti saranno sottoposti a forti penalità”.
Ma la partita più grossa si gioca sul settore energetico. Ha sottolineato infatti il primo ministro britannico: “Abbiamo deciso di accrescere i nostri sforzi per ridurre la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia e abbiamo dato mandato alla Commissione di presentare un piano comprensivo per giugno, per raggiungere questo obiettivo”. Tra le misure allo studio dell’Ue, ha detto il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, c’é anche l’espansione del Corridoio Sud che connette i giacimenti di gas dell’Azerbaijan, e potenzialmente del Medio Oriente, all’Europa, oltre che l’espansione di «ulteriori rotte nell’Est Europa».
Ha poi minacciato Cameron: “Se le truppe russe entrassero nella parte Est dell’Ucraina, la Russia deve sapere che questo farebbe scattare sanzioni ad ampio raggio” in campo economico e finanziario.
La Francia ha deciso di tagliare la maggior parte delle sue attività di cooperazione militare con la Russia, in particolare gli scambi di visite e le esercitazioni congiunte fra i due Paesi, ha annunciato il ministro della Difesa di Parigi, Jean-Yves Le Drian.
Contro la Russia è impegnata anche l’agenzia di rating Fitch che ha deciso di penalizzare Mosca; ora l’outlook della Russia è stato trasformato da stabile in negativo dopo che già ieri lo stesso passo era stato intrapreso da Standard&Poor’s che lo ha fissato a ‘BBB’. Entrambe le agenzie hanno formalmente deciso di agire così a causa delle ripercussioni negative che le sanzioni imposte alla Russia potrebbero avere per la sua economia e per gli investimenti stranieri in particolare.
Gli Usa, intanto, hanno aggiunto ieri 20 nomi alla blacklist di sanzioni, compreso il banchiere del Cremlino Yuri Kovalchuck e la sua banca Rossiya, il trader di commodities e petrolio Gennady Timchenko e i fratelli Arkady e Boris Rotenberg, legati a grossi contratti sui gasdotti e alle Olimpiadi di Sochi.
Lo scontro tra ‘occidente’ e Russia sta avendo conseguenze anche sul piano militare, naturalmente. La Polonia ha deciso di accelerare le procedure per dotarsi di un proprio ‘scudo’ anti-missile: lo ha annunciato il vice ministro della Difesa, Czeslaw Mroczek, secondo cui la relativa gara tra i potenziali fornitori del sistema di difesa si concluderà entro il 2014, e non nel 2015 come inizialmente stabilito.
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