La sconfitta dei socialisti francesi nelle elezioni amministrative di ieri è innegabile, e di dimensioni nette. Il secondo turno di ieri ha confermato la tendenza già espressa ampiamente una settimana fa. Hollande e i suoi hanno ricevuto una sonora punizione da parte degli elettori d’oltralpe, che comunque in molti casi hanno deciso di starsene a casa, con l’astensionismo che è aumentato abbastanza visibilmente, fino al record storico – per delle elezioni amministrative – del 38,5%.
Certo i socialisti l’anno scampata a Parigi, dove la candidata del centrosinistra Anne Hidalgo ha avuto la meglio sulla sua sfidante di destra, Natalie Kosciusko-Morizet, con il 54,5% dei consensi. Ma ovunque l’Ump ha rafforzato notevolmente le sue posizioni strappando al partito di Hollande numerose amministrazioni, alcune delle quali erano gestite dalla ‘sinistra’ addirittura dall’inizio del secolo scorso (come a Limoges, socialista dal 1912).
E c’è stata anche una evidente e storica affermazione dei candidati dell’estrema destra. Se è vero che i media francesi ed europei(sti) hanno ‘pompato’ e amplificato oltre il dovuto l’ascesa del Front National già domenica scorsa, nel tentativo di mobilitare l’opinione pubblica progressista verso un voto ai candidati ‘repubblicani’, è pur vero che Marine Le Pen è riuscita a trasformare un partito finora messo all’angolo in una forza di governo in alcuni importanti comuni. Ieri l’estrema destra si è aggiudicata dieci amministrazioni, che si sommano a quella già conquistata al primo turno, con un aumento consistente rispetto alle amministrative del 2008.
Le urne hanno generalmente premiato l’alleanza tra la destra dell’Ump di Sarkozy e i centristi liberali di UDI e MoDEM, portando il centrodestra nel suo complesso al 46% dei voti e permettendogli di strappare al centrosinistra 10 città con più di 100 mila abitanti.
L’alleanza tra socialisti e sinistra si è fermata al 40,5%, con un Front National che nonostante si sia presentato in una piccola parte dei collegi dove si votava ha raccolto il 6,85% dei voti e circa 1200 consiglieri locali, contro i soli 60 conquistati sei anni fa. Anche se ha perso la sfida finale a Perpignan e Avignone, il FN è arrivato in testa in 24 municipi, incluse città importanti come le due precedenti ma anche Béziers, Fréjus, Tarascona, Saint-Gilles, Forbach, ed ha avuto accesso al ballottaggio a Strasburgo, Lille, Lyon, Marsiglia, Mulhouse, Nimes, Reims e altre.
Jean-Marc Ayrault, l’attuale primo ministro, non ha potuto che ammettere la sconfitta e se ne è assunto tutte le responsabilità, giustificandola come il risultato sull’opinione pubblica dei ‘due anni di riforme senza precedenti’ portate avanti dall’esecutivo, che lo avrebbero reso così impopolare.
La propaganda delle opposizioni di destra ed estrema destra contro il governo, responsabile di una serie di attacchi senza precedenti nei confronti dei lavoratori del settore pubblico ma anche delle piccole e medie imprese e in particolare in alcune regioni depresse – dove l’azione di governo ha causato una improvvisa esplosione della disoccupazione e la crisi di settori come la pesca, l’autotrasporto, l’agricoltura e l’allevamento – ha facilmente fatto breccia in settori della popolazione francese sempre più critici nei confronti del processo di unificazione europea e dell’euro.
Dopo la disfatta di ieri François Hollande prova a correggere la rotta e potrebbe far saltare Jean-Marc Ayrault. Paradossalmente potrebbe essere uno degli esponenti più a destra dell’attuale compagine di governo, il ministro dell’Interno Manuel Valls, a prendere il suo posto nel tentativo di conquistare consensi ‘moderati’ in vista delle europee e delle prossime elezioni politiche.
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