Un bambino spagnolo su tre vive in stato di povertà. Il tragico fenomeno coinvolge ben 2,8 milioni bambini, il 36,8% della popolazione minorenne, secondo uno studio dell’Ong Save the Children che nel suo ultimo rapporto evidenzia come il Paese sia tra quelli dell’UE con la minore capacità per fronteggiare il fenomeno. In condizioni peggiori – rivela l’Organizzazione – si trova solo la Grecia.
La povertà – ha affermato la direttrice di Save the Children Spagna, Ester Asin Martinez – priva i bambini di opportunità di istruzione, nega l’accesso ai servizi sanitari, non consente una dieta sana, una casa e un ambiente familiare idoneo”.
A questo proposito, Asin Martinez ha detto che moltissimi bambini sono sfrattati dalle loro abitazioni perché, a causa della crisi economica (e della gestione liberista e autoritaria della crisi da parte del governo spagnolo e della Unione Europea, aggiungiamo noi), i loro genitori non possono pagare l’affitto o il mutuo. Alcuni di essi vivono in tende o hanno occupato case abbandonate prive di elettricità o acqua corrente.
Save the Children ha contestato che le politiche sociali per combattere la povertà infantile sono state indebolite dai tagli decisi anche in questo settore dal Governo conservatore di Mariano Rajoy. “L’attuale crisi economica, finanziaria e sociale sta mettendo ancora di più i bambini e le famiglie a rischio, perché gli effetti negativi di vivere in una situazione di povertà o di esclusione sociale nell’infanzia possono può durare una vita”, ha sostenuto la direttrice chiedendo al Governo di rivedere la politica dei tagli, attuando misure che destinino destinando maggiori risorse all’assistenza sociale, in particolare, a quella nei confronti dei bambini.
Le iniziative adottate finora, come il fondo straordinario di 17 soli milioni annunciato dal Governo per la lotta alla povertà infantile, sono state giudicate “insufficienti” dato che l’attuale 25,1% del Pil spagnolo destinato a politiche di protezione sociale è al di sotto di 3,7 punti rispetto alla media europea, secondo l’Ong.
Il rapporto di Shave the children indica una percentuale superiore di sei punti a quella divulgata un mese fa dalla Caritas spagnola, secondo la quale i bambini che vivono in stato di povertà sarebbero il 29,9% della popolazione minorenne. La differenza è stata spiegata con il fatto che Save the Children ha preso in considerazione non solo il reddito familiare, come la Caritas, ma anche l’impiego di genitori e il livello di privazione materiale.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa