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San Paolo: iniziano i mondiali, cariche contro chi protesta

Ieri non si erano svolte particolari proteste nelle città brasiliane, il che aveva fatto parlare i media di una situazione più tranquilla in vista dell’inizio, alle 22 di oggi (ora italiana) della Coppa del Mondo di calcio con la partita tra la nazionale brasiliana e la Croazia. Il che non aveva impedito alla polizia di realizzare, proprio ieri, una reata preventiva che si è conclusa con l’arresto di numerose persone, alcune delle quali finite nel mirino del Dipartimento Repressione dei Crimini Informatici. Secondo alcuni siti di controinformazione brasiliani è finita agli arresti anche l’attivista Elisa Quadros che qualche ora dopo avrebbe dovuto testimoniare in tribunale contro due agenti della Polizia militare accusati di aver fabbricato false prove per arrestare alcuni attivisti durante le manifestazioni contro la Confederations Cup nel giugno dello scorso anno. 
Ma oggi alcuni scontri sono scoppiati a San Paolo, e la polizia militare in assetto antisommossa ha caricato e disperso i manifestanti con ampio uso di proiettili di gomma e lacrimogeni.
Secondo i media brasiliani – per lo più comunque controllati dalla destra e ostili al governo di centrosinistra del Pt – almeno sette persone sarebbero rimaste ferite in vario modo ed un manifestante sarebbe stato arrestato dopo esser stato raggiunto da due proiettili di gomma, sparati in alcuni casi ad altezza d’uomo dagli agenti che hanno anche utilizzato granate stordenti.
Negli scontri sarebbero rimaste coinvolte e leggermente contuse (o ferite, secondo alcune fonti) anche la corrispondente locale della catena televisiva statunitense Cnn, Shasta Darlington, e la producer Barbara Arvanitidis.
In realtà a protestare oggi a San Paolo contro i mondiali di calcio erano circa duecento persone che si erano radunate nei pressi della stazione Carrao della metropolitana, sulla linea che conduce allo stadio, con uno striscione che recitava: “Se non abbiamo diritti, non ci sarà la coppa” e mostrando le foto di alcuni degli operai morti nei lavori di edificazione degli stadi.
A quanto è dato sapere, l’intenzione del gruppo – probabilmente velleitaria, vista l’esiguità del loro numero – era quella di bloccare il lungo viale che conduce allo stadio Arena Corinthians – distante comunque parecchi chilometri dal luogo dove è iniziata la protesta – dove tra poche ore si terrà il match di apertura della competizione.
Alcuni manifestanti dispersi dalle cariche si sono diretti verso la fermata di Tatuape della metropolitana, unendosi ad alcune decine di lavoratori che protestavano contro i licenziamenti di alcuni loro colleghi. Qui, di fronte a un nuovo tentativo di bloccare il viale che porta allo stadio, nuove cariche e di nuovo uso di pallottole di gomma, granate stordenti e lacrimogeni, con i manifestanti incappucciati che hanno incendiato alcune suppellettili e risposto agli agenti con pietre e oggetti vari.
Il duro intervento della polizia militare (il governo ha mobilitato decine di migliaia di poliziotti e militari per tutta la durata della competizione calcistica) appare sproporzionato e oltretutto controproducente, visto che verrà utilizzato dagli ambienti della destra locale per amplificare una denuncia contro lo sperpero di denaro pubblico e le mancate riforme da parte del Partito dei Lavoratori che non è certo genuina.
Sul fronte sociale da segnalare che ieri i dipendenti della metropolitana di San Paolo, dopo cinque giorni di sciopero, hanno votato a favore della sospensione della protesta che mira a ottenere un consistente aumento dei loro salari e un miglioramento delle loro condizioni di lavoro. L’assemblea del sindacato ha deciso di non riprendere l’agitazione nonostante l’azienda si sia rifiutata di reintegrare i 42 lavoratori licenziati nei giorni scorsi. Il leader sindacale Altino Prazeres ha criticato il governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin, accusandolo di aver strumentalizzato la protesta ”a fini politici”. ”La sua é stata una risposta politica diretta alla destra e alle elite di San Paolo per mostrare che egli é un duro” ha accusato Prazeres. Alckmin aveva minacciato di licenziare altri 300 lavoratori nel caso il sindacato avesse proclamato uno sciopero per oggi.
Ma a protestare sono ora i lavoratori dei tre aeroporti di Rio de Janeiro – Galeao, Santos Dumont e Jacarepaguà – che hanno indetto per oggi un’astensione dal lavoro di 24 ore per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro. L’agenzia brasiliana per l’aviazione civile (Anac) ha informato che sta ”monitorando la situazione e gli eventuali impatti sulle operazioni” e precisa che le compagnie aeree ”potranno avvalersi di piani d’emergenza elaborati per i Mondiali di calcio”.

Mentre il Movimento dei Lavoratori Senza Terra, protagonista di consistenti manifestazioni nei giorni e nelle settimane scorse ha decretato una tregua fino alla fine del Mondiale dopo una sorta di preaccordo con la presidente Dilma Rousseff, altre proteste – di entità comunque ridotta – sono previste oggi a Rio de Janeiro: una nel centro della città e l’altra a Copacabana a poca distanza dal fan-fest della Fifa.

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