Le forze governative ucraine avrebbero distrutto una colonna di cinque autocarri militari Kamaz che trasportavano miliziani delle Repubbliche Popolari, almeno così dice il ministero della Difesa di Kiev secondo il quale l’operazione si sarebbe svolta ieri sera nel Sud della regione di Donetsk.
Il portavoce dei golpisti ucraini non fornisce un bilancio delle vittime che però dovrebbero essere numerose.
Lo stesso comunicato riferisce di una situazione che resta “tesa” nella zona del conflitto e cita 16 casi i cui i ribelli hanno aperto il fuoco contro posti di blocco e altre postazioni delle forze di Kiev uccidendo 5 militari.
Le forze governative hanno ripreso l’offensiva militare nell’Est del Paese – che il governo definisce “operazione antiterrorismo” – dopo la decisione del presidente Petro Poroshenko di non rinnovare la tregua scaduta lunedì sera. Kiev non pare aver cambiato idea dopo la riunione, ieri a Berlino, dei capi della diplomazia ucraina, russa, tedesca e francese, malgrado le pressioni per un nuovo cessate-il-fuoco da parte di Mosca e in qualche modo anche da parte di Berlino che spinge per una ricomposizione con la Russia che però non sembra interessare all’estrema destra andata al potere a Kiev con il golpe di febbraio.
I servizi segreti ucraini (Sbu) hanno arrestato il sindaco popolare di Gorlovka, Vladimir Kolosniuk, uno dei leader degli insorti contro i golpisti, considerato da Kiev anche il responsabile dell’approvvigionamento di armi per i miliziani della cittadina. Kolosniuk – secondo quanto racconta lo stesso Sbu – sarebbe stato arrestato in un bar della città di Berdiansk, nella regione di Zaporizhia, mentre contrattava l’acquisto di un carico di armi.
Intanto due giornalisti ucraini che erano stati catturati lunedì dagli insorti del Donbass sono stati liberati. La giornalista Anastasia Stanko e il cameraman Illya Bezkaravayny erano scomparsi nella regione orientale di Lugansk, e dopo la loro liberazione hanno riconosciuto: “Non siano stati picchiati o torturati, soltanto minacciati”.
Intanto sulle città del Donbass, nel disinteresse generale della cosiddetta comunità internazionale, continuano incessanti gli attacchi aerei e i bombardamenti con l’artiglieria, nel tentativo da parte dei golpisti di fiaccare la resistenza della popolazione locale colpita indiscriminatamente.
Nelle ultime ore il villaggio di Kondrashovka, a circa 25 km dal capoluogo Lugansk, è stato letteralmente devastato e raso al suolo dai caccia di Kiev che hanno causato venti morti e distrutto decine di case. I golpisti hanno ammesso la strage di civili ma hanno spiegato che si è trattato di ‘un errore’ dei piloti dei bombardieri. Anche la città di Kramatorsk è costantemente sotto il fuoco dei mortai, degli obici e dei caccia. Secondo alcuni abitanti della zona i soldati di Kiev stanno facendo ricorso anche alle bombe a grappolo, proibite dalle convenzioni internazionali.
Il crescente numero di vittime civili causate dai raid dell’aviazione ucraina hanno avuto ripercussioni anche durante l’ultima seduta della Rada suprema, il parlamento di Kiev. Mentre elogiava e incensava le eroiche gesta delle forze armate il presidente Poroshenko è stato interrotto e attaccato da una deputata del Partito delle Regioni, Elena Bondarenko, che ha accusato l’esercito ucraino di uccidere i bambini; il miliardario voltagabbana ha accusato a sua volta la parlamentare di offendere le forze armate che ‘difendono la patria dai terroristi’.
E così come era avvenuto nei mesi scorsi, di nuovo, dopo l’inizio della nuova massiccia offensiva militare seguita alla fine del cessate il fuoco lunedì sera, le forze armate ucraine e gli estremisti di estrema destra di Pravyi Sektor inquadrati nella Guardia Nazionale hanno utilizzato armi chimiche contro i combattenti delle Repubbliche Popolari e contro gli abitanti di alcune delle città assediate. Persone con sintomi di avvelenamento da cloro sono stati ricoverati in ospedale a Slavjansk dopo che alle periferia della città le forze di sicurezza di Kiev avevano bombardato le abitazioni.
Pavel Gubarev, il nazionalista che guida la Repubblica Popolare di Donetsk, ha denunciato nei giorni scorsi che l’Esercito ucraino ha bombardato la periferia di Slaviansk con cannoni da 240 millimetri provocando distruzioni e incendi. Sempre a Slaviansk ieri un commando aveva aperto il fuoco contro un autobus sul quale viaggiavano dei civili e ne ha uccisi due e feriti altri quattro. Ma l’accusa più grave riguarda l’uso di bombe al fosforo contro le autodifese civili nel villaggio di Semionovka, vicino a Slaviansk. Due miliziani sono stati gravemente feriti, uno in modo molto grave, e sono stati trasferiti all’ospedale di Donetsk con evidenti bruciature da fosforo. Era sempre su Semyonovka che alcune settimane fa – tra l’11 e il 13 giugno – massicce dosi di bombe al fosforo erano state lanciate sulla città, circostanza negata all’epoca dal governo ucraino ma confermata da alcuni video, dalla rivista Usa “Jane’s” specializzata in armi e dal quotidiano britannico “Daily Mail”.
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