Nei giorni scorsi varie agenzie russe riportavano un servizio apparso su Nations Presse a proposito del fatto che la mobilitazione in corso in Ucraina per il reclutamento di giovani nei battaglioni ultranazionalisti ricorda gli ultimi giorni del Terzo Reich, con la formazione dei reparti della Volkssturm. C’è da dire che il giornale del Fronte nazionale francese, quanto a revival hitleriano, può forse vantare una spiccata passione; ma, nell’occasione, sembra colpire nel segno.
La campagna di reclutamento per l’esercito, avviata nello scorso gennaio, ha dato sin dall’inizio risultati disastrosi tra i giovani ucraini, al di là delle loro convinzioni politiche: tra mobilitazioni di protesta in interi villaggi, che hanno cacciato a furor di popolo gli incaricati della coscrizione, fughe all’estero di moltissimi giovani e altri sistemi per sottrarsi alla chiamata forzata imposta dal governo, in alcune province la media degli arruolati è rimasta addirittura sotto il 5% del numero previsto. Ecco dunque che Kiev non trova niente di meglio, per compensare in qualche modo le ripetute sconfitte subite dall’esercito ad opera delle milizie della Novorossija, che lanciare una campagna per l’arruolamento nei battaglioni, forse puntando sull’allettamento fornito dai maggiori compensi promessi ai giovani, rispetto alla bassa paga del Ministero della difesa.
La campagna di reclutamento, secondo Nations Presse, è condotta dai gruppi ultraradicali e di estrema destra Pravyj sektor, Patrioti d’Ucraina e UNA-UNSO, in collaborazione con il Ministero degli interni; i campi di addestramento sono allestiti nelle aree di Kiev e Lvov, città occidentale feudo degli ultranazionalisti. Ma, scrive Nations Presse “sappiamo come si concluse la creazione dei reparti della milizia popolare Volkssturm da parte del Terzo Reich”.
Il giornale di sinistra inglese ‘Morning star’ scrive invece che nonostante “a partire da febbraio si siano tenute nei paesi baltici almeno quattro marce di neonazisti, cionondimeno la peggior rinascita del fascismo in Europa avviene in Ucraina”: il tutto sponsorizzato dalle dichiarazioni aggressive dei leader della Nato e della Ue e finanziato dai crediti del Fmi che, formalmente destinati al risanamento economico dello Stato ucraino, finanziano spesso direttamente e indirettamente le formazioni ultranazionaliste e i battaglioni neonazisti. Grandi occasioni di pubblicizzazione della rinascita del fascismo in Ucraina, scrive Morning star, sono state le celebrazioni del 14 ottobre 2014 (anniversario della creazione dell’esercito collaborazionista ucraino, alleato dei nazisti) e il 1° gennaio 2015, anniversario della nascita del leader collaborazionista Stepan Bandera. “In nessun altro paese al mondo” scrive il giornale inglese “persone che si dichiarano apertamente naziste controllano i servizi di sicurezza o occupano posizioni chiave nel Ministero degli interni o nel parlamento”.
In tale situazione, più che la formale indagine avviata in questi giorni dal Ministero della difesa di Kiev su azioni criminose commesse lo scorso febbraio (ma le stragi di cittadini inermi perpetrate nel Donbass dai battaglioni neonazisti, rimpinguati dai mercenari della multinazionale statunitense Academi non vengono invece considerate criminali…) da uno di quei battaglioni ultranazionalisti, “Ajdar”, ai danni di civili in zone della regione di Lugansk non controllate dalle milizie, più di questo, si diceva, valgono forse i risultati di un recentissimo sondaggio condotto tra la popolazione ucraina a proposito proprio di quei battaglioni.
I dati, riportati da Lifenews.ru con riferimento al sito ucraino Korrespondent.net, sono relativi a un’indagine condotta su un campione di circa 5.500 cittadini ucraini. Alla domanda “Siete a favore dell’esistenza in Ucraina di battaglioni militari volontari?”, il 10,6% avrebbe risposto “Sì, sono eroi dell’Ucraina che combattono per il nostro paese” e il 22,5% “Sì, ma devono entrare ufficialmente a far parte del Ministero della difesa o di quello degli interni”. Ma ben il 45% ha detto “No, sono eserciti degli oligarchi, non controllati dallo Stato” e il 21,9% “No, ai volontari si sono aggregati elementi criminali”. Non a caso sembra che il rientro dal fronte (purtroppo, è da credere, temporaneo) di quei battaglioni stia creando non pochi problemi di ordine pubblico, con i reparti armati della Guardia nazionale – gli stessi che centinaia di soldati statunitensi si apprestano ad armare e addestrare – che agiscono negli acquartieramenti allo stesso modo in cui sono stati addestrati a muoversi al fronte dai loro istruttori d’oltreoceano.
(Nella foto, un gruppo del Battaglione Azov con il ritratto di Adolf Hitler)
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