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La rivolta palestinese arriva anche in Israele

L’onda di sdegno provocata dall’assassinio brutale di Mohammed Abu Khdeir, ha toccato anche Taibe, Tira, Kalansua, Baqa el Gharbiyeh e altri centri abitati arabi nella bassa Galilea, all’interno del territorio israeliano, dove i dimostranti hanno bloccato incroci stradali e bruciato copertoni.

Le luci del giorno hanno messo fine a una notte di scontri diffusi tra dimostranti palestinesi e polizia. In particolare a Gerusalemme Est, la zona araba della città dove gli incidenti sono andati avanti per molte ore  dopo i funerali di Mohammed Abu Khdeir, il ragazzo palestinese rapito e brutalmente ucciso e, con ogni probabilità, rimasto vittima di una ritorsione di estremisti israeliani per l’uccisione dei tre ragazzi ebrei in Cisgiordania. Shuaffat, dove viveva Mohammed, Beit Hanina, Wadi al Joz, Issawiya, Umm Tuba, la città vecchia di Gerusalemme sono stati teatro degli scontri che hanno fatto decine di feriti tra i dimostranti palestinesi. La polizia riferisce del ferimento anche di alcuni dei suoi agenti.

I dimostranti hanno inoltre bloccato la linea del tram che collega le colonie ebraiche alla periferia nord di Gerusalemme alla zona ebraica della città, passando in parte anche nel settore arabo (Est) occupato militarmente da Israele nel 1967 assieme a Cisgiordania e Striscia di Gaza.

La protesta intanto si allarga, sull’onda dello sdegno provocato dalla morte del ragazzo palestinese (i suoi rapitori lo hanno seviziato e poi ne hanno bruciato il corpo). Ieri sera ha raggiunto anche Taibe, Tira, Kalansua, Baqa el Gharbiyeh e altri centri abitati arabi nella bassa Galilea, quindi all’interno del territorio israeliano, dove i dimostranti hanno bloccato incroci stradali e bruciato copertoni.

E’ una fase delicata che potrebbe innescare una rivolta palestinese di ampie proporzioni, se non addirittura quella terza Intifada di cui si parla da tempo in conseguenza delle politiche svolte dal governo israeliano, a cominciare da una colonizzazione sempre più intensa e continua dei Territori occupati.

Si vive in bilico anche lungo le linee di demarcazione tra Gaza e Israele. Il movimento islamico Hamas – che nega l’accusa di aver organizzato il rapimento e l’uccisione in Cisgiordania dei tre ragazzi ebrei che gli rivolge il governo israeliano – ieri ha riferito di un cessate il fuoco imminente con lo Stato ebraico. Ma attacchi e ritorsioni sono andati avanti lo stesso, con i gruppi armati palestinesi che hanno lanciato una trentina di razzi verso il territorio israeliano facendo solo qualche danno alle cose, e l’aviazione dello Stato ebraico che in serata, dopo una sospensione dei raid aerei durata 24 ore, ha colpito obiettivi a sud di Gaza. Non si segnalano feriti. (Nena News)

 

 

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