Effetto Blair o meno, gli egiziani ricorderanno questo primo week-end di luglio 2014 per uno dei tagli più drastici a quel particolare welfare nasseriano trasformatosi nei decenni in stato assistenzialista dalle finalità populista. Ogni genere di carburante, dalla benzina meno raffinata a 80 ottani a quella a 92 sino al gasolio, subisce aumenti dal 64 al 78% così da far risparmiare al governo 44 miliardi di lire egiziane con cui s’aiutavano le famiglie nella mobilità. Scioccati milioni di automobilisti e gli stessi pendolari che hanno visto aumentare del 10% il prezzo del biglietto pubblico per l’immediata mossa al rialzo delle aziende di trasporto, mentre i microbus privati di città hanno direttamente raddoppiato la tariffa. Non è dato sapere se l’iniziativa trova suggerimento nella vena liberista dell’ex premier britannico che voci accreditate danno quale consulente per il nuovo corso politico avviato con la presidenza di Al Sisi, certo è che l’annuncio dato dal nuovo capo del governo Ibrahim Mahlab ha gettato nel panico la cittadinanza.
Lo stesso ministro delle finanze Hany Kadry Demian non ha esitato a definire l’iniziativa irresponsabile per l’effetto domino che può avere su ogni genere di consumo in base all’aumento delle spese elettriche e di trasporto. Ciò nonostante un documento della primavera scorsa del suo dicastero evidenziasse un debito interno di 223 miliardi di dollari, debito ingigantito proprio dalle sovvenzioni statali per i carburanti. Sul tema anche l’Esecutivo gestito dalla Fratellanza Musulmana con Qandil nell’autunno 2012 cercò una via d’uscita. Trovò l’ostilità della popolazione e dovette fare i conti con manovre d’imboscamento delle riserve di carburante da parte dei grossisti, volte a mettere in cattiva luce le iniziative di quel governo. All’epoca venne, comunque, liberalizzato il prezzo del gas di più alta qualità e tenuto a basso costo quello dei consumi popolari. Ora le cose cambiano, sebbene non scompaia del tutto il contributo sociale dello Stato alla fornitura energetica.
Ma per evitarne la piaga del mercato nero e contrabbando sono già pronte quattro milioni e mezzo di “smart card” che consentono solo un ritiro personalizzato dal distributore. Chissà se il “fai da te” locale sarà più smart e bypasserà i controlli. In ogni caso gli annunci governativi sono rassicuranti e consolatori rispetto ai tagli: ciò che viene tolto verrà restituito tramite un incremento di servizi relativi a istruzione e sanità, perché nei progetti di riforma sostenuti direttamente dal presidente Sisi c’è un recupero di un valore di welfare che travalica la sfera economica e si rivolge alle sovrastrutture a lungo trascurate dalle amministrazioni precedenti. Questo perlomeno dice la promozione dei suoi buoni propositi che annuncia nientemeno una redistribuzione della ricchezza fra le fasce più povere. Idealizzazioni da piazza Tahrir per il presidente-carceriere, sarà anche questo uno dei taumaturgici risvolti dell’effetto Blair?
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