Mentre le grandi potenze si accapigliano e si scambiano accuse reciproche, il regime nazionalista di Kiev continua ad assediare le popolazioni dell’est colpevoli di non gradire i nuovi padroni e di resistere a un golpe la cui prima conseguenza è stata una campagna di odio e discriminazione nei confronti dei cittadini e delle cittadine di lingua e cultura russa, oltre che nei confronti dei partiti di sinistra.
Sul piano militare è abbastanza evidente che il governo ucraino punta tutto sull’inasprimento di una massiccia offensiva a base di bombe – sganciate dai caccia o sparate dai tank e dall’artiglieria pesante – che sta causando ogni giorno molte decine di vittime. Vittime invisibili, visto il completo disinteresse della stampa internazionale. Il regime nazionalista sa che un coinvolgimento eccessivo delle proprie truppe nei combattimenti a terra esporrebbe le sue sgangherate forze armate e i fascisti della Guardia Nazionale a un alto numero di perdite, circostanza che in questi mesi ha già causato non pochi problemi all’immagine dei leader filoccidentali. Siccome i miliziani delle Repubbliche Popolari vendono cara la pelle, come gli statunitensi e gli israeliani usano fare ormai da decenni le forze armate rischiano il meno possibile e si limitano a bombardare dall’alto: miliziani, case, ospedali, strade. E così il numero dei civili uccisi è sempre più alto.
Così come quando, alcune ore fa, un attacco aereo ha letteralmente polverizzato un edificio nella città di Snizhne, località nell’oblast di Donetsk, massacrando 11 abitanti e ferendone altrettanti. “C‘è stata una forte esplosione – ha raccontato una dei sopravvissuti – ed ho subito iniziato a correre quando ho sentito un uomo del mio palazzo, che insieme alla moglie ha appena comprato un appartamento, urlare “Mio figlio è lí dentro!”. C’era fumo dappertutto e quando si è dissolto ho visto mio marito in piedi sulle rovine rimasto solo con pochi indumenti”.
Anche la notte precedente era stata costellata di bombardamenti e di aspri combattimenti. Secondo la tv ucraina gli insorti hanno continuato ad attaccare l’esercito ucraino, sotto Amvrosievka (Donetsk), con armi anticarro e BM-21, anche conosciuti come Grad (lanciarazzi d’artiglieria). Scontri anche nella frazione Metalist, situata nelle vicinanze di Lugansk. Le notizie sono imprecise ma vari rapporti di fonte governativa parlano di una decina di soldati lealisti uccisi e di vari feriti, in diverse località. L’esercito ucraino – secondo l’agenzia russa Ria Novosti – ha continuato il bombardamento del distretto di Marink e razzi sono caduti sul territorio di un distretto limitrofo Petrovsky. A loro volta, i miliziani delle autodifese popolari hanno risposto con un attacco sull’aeroporto di Donetsk, che rimane sotto il controllo delle forze di sicurezza di Kiev.
In generale sembra che negli ultimi giorni la situazione propenda sempre più per le forze governative che, continuamente rafforzate dall’invio di nuove truppe, carri armati e armi sofisticate, stanno avanzando verso est e sud, mentre Kiev per giustificare le proprie perdite continua ad accusare il governo russo di muovere truppe al confine e di aiutare attivamente i ribelli filorussi. A dolere al regime nazionalista è stato l’abbattimento, domenica scorsa, di un cargo An-26, a bordo del quale c’erano una decina o più di soldati. Alcuni dei quali sono stati catturati dalle milizie, mentre altri sono stati trovati e portati in salvo dall’esercito ucraino. Le autodifese hanno subito rivendicato, domenica, l’abbattimento, realizzato con degli agili ma micidiali Manpad, sistemi missilistici antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla. Ma il Consiglio di difesa e sicurezza nazionale ucraino – lo stato maggiore dei golpisti – accusa Mosca e afferma, senza aver prodotto finora nessuna prova, che il proprio aereo sia stato abbattuto da un jet da combattimento russo.
Da parte sua Mosca accusa Kiev di continuare ad aggredire il suo territorio, oltre che la popolazione russofona dell’Ucraina sudorientale. “Kiev vuole soltanto scrollarsi di dosso la responsabilità della crisi” ha detto il vice ministro della Difesa russo Anatoly Antonov. “L’uso di artiglieria pesante da parte delle forze armate ucraine non ha solo causato distruzione nelle nostre località popolate ma, ancora peggio, la morte di un cittadino russo” ha accusato il leader politico, riferendosi all’uccisione di un civile a causa dei colpi sparati dall’esercito ucraino contro la cittadina russa di Donetsk (omonima di quella ucraina). “Nel frattempo, la parte ucraina nega cinicamente fatti ovvi e fa del suo meglio per assolvere se stessa dalla responsabilità degli spari sul territorio russo: la guerra dell’informazione, condotta contro di noi, sostituisce la verità con le speculazioni sul presunto ammassarsi di unità militari russe nei pressi del confine con l’Ucraina” ha tuonato Antonov.
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