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Gaza. Colpita ancora una scuola dell’Unrwa, 20 morti

Tra le vittime registrate nelle ultime ore nella Striscia, secondo al-Qedra, ci sono anche dieci persone di una stessa famiglia morte e altre 25 ferite in un raid aereo condotto contro un’abitazione a Khan Yunis, nel sud del territorio palestinese. Dall’inizio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, stando a fonti palestinesi, il bilancio è di almeno 1.258 palestinesi morti e oltre 7.000 feriti. Da parte israeliana, riporta la Dpa, nelle ultime ore cinque soldati sarebbero rimasti feriti da colpi di mortaio. Nella notte sono proseguiti i lanci di razzi contro Israele da Gaza, dove da ieri migliaia di persone sono senza elettricità dopo che è stata colpita l’unica centrale elettrica. Dall’avvio delle operazioni l’8 luglio scorso, almeno 53 soldati israeliani e tre civili sono morti, mentre i feriti sono centinaia. Ieri sera il leader delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, ha ribadito che un eventuale accordo di tregua con Israele deve prevedere la fine dell’offensiva contro la Striscia di Gaza e la revoca del blocco. In un messaggio audio diffuso dalla tv di Hamas, Mohamed Deif ha affermato che «la resistenza armata palestinese è più forte e potente dell’esercito del nemico».

La notte era iniziata con altri raid. Nel mirino Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, dove almeno cinque palestinesi di una stessa famiglia sono stati uccisi. Otto in tutto le vittime del raid, secondo l’ultimo bilancio reso noto dai servizi di soccorso palestinesi. Secondo le stesse fonti, l’aviazione israeliana ha distrutto anche tre mosche tra la città di Gaza, Rafah ed il campo profughi di Shati.

Chiarita nel frattempo, con assluta certezza la responsabilità israeliana nell’attacco all’altra scuola Unrwa, a Jabalya. Almeno «cinque cannonate» sono infatti cadute nel perimetro della scuola dell’Unrwa (l’ente dell’Onu per i profughi) a Jabalya ed una di esse ha centrato una classe piena di sfollati. Lo ha affermato un portavoce dell’Unrwa, Adnan Abu Hasna, secondo cui nella scuola ci sono «circa 20 morti e diverse decine di feriti, molti dei quali feriti in modo grave». «L’esercito israeliano conosceva la ubicazione della scuola», ha precisato. E soprattutto i palestinesi non dispongono di artiglieria pesante.

In un primo commento un portavoce militare israeliano aveva provato a falsificare i fatti, come al solito, dicendo che l’episodio era oggetto di una inchiesta, ma siccome i combattimenti sono ancora in corso non era stato ancora possibile avere dal terreno informazioni dettagliate. Ha aggiunto che è probabile che dalla scuola sia stato aperto il fuoco verso l’esercito.

Sulla giornata di ieri, in attesa di ulteriori aggiornamenti, lasciamo la parola a Nena News, che ha il direttore, Michele Giorgio, a Gaza.

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Ore 18.45 –  GAZA. BOMBARDATO IL MERCATO A SHUJAIYYA. OGGI 103 MORTI, TRA CUI UN GIORNALISTA

Durante la tregua unilaterale, e riservata soltanto ad alcune zone, dichiarata da Israele si é consumata un’altra strage a Shujaiyya. Il fuoco israeliano intorno alle 17 (la tregua é terminata alle 18) ha colpito il mercato, uccidendo almeno 17 persone, tra cui il giornalista palestinese Rami Rayan e due paramedici, e ferendone circa 200. Bombardate anche diverse abitazioni nella Striscia.

Dopo 23 giorni di offensiva israeliana contro Gaza, i bombardamenti da mare, da terra e dal cielo hanno fatto 1.325 morti e oltre 7.000 feriti. il bilancio odierno é tra i peggiori degli ultimi giorni: 103 palestinesi morti.

 

Ore 16.15 – CESSATE IL FUOCO FINO ALLE 18, MA ISRAELE BOMBARDA E UCCIDE 5 PERSONE

Un cessate il fuoco a macchia di leopardo, quello in vigore fino alle 19 (18 italiane) di stasera a Gaza, che riguarda soltanto le zone della striscia da cui non partono i lanci di razzi verso Issraele e quelle dove sono in corso le operazioni militari come ha spiegato Yoav Mordechai, il coordinatore israeliano dell’amministrazione dei Territori palestinesi.

Infatti, le Forze armate israeliane non hano cessato il fuoco su Gaza, uccidendo alle 14.30 cinque persone in un bombardamento. Per Hamas si tratta di una tregua “a uso e consumo dei media”.

Dall’inizio della giornata sono morti nei raid israeliani 70 palestinesi.

 

Ore 16:00 – MINISTRO DIFESA ISRAELIANO: “FAREMO PAGARE UN PREZZO SALATO AD HAMAS”

Il Ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, ha detto oggi pomeriggio che Israele “sta continuando l’operazione militare con tutte le sue forze” affermando che lo stato ebraico ha allargato la sua offensiva stanotte. “Nello stesso tempo – ha spiegato Ya’alon – “continuiamo a compiere progressi soddisfacenti sui  tunnel del terrore [usati dai gruppi armati palestinesi per penetrare in territorio israeliano, ndr]”. Faremo pagare un prezzo salato ad Hamas”. Ha poi detto che Israele  ”non si pone né limiti territoriali né di tempo. Arriveremo in ogni luogo dove sappiamo che ci sono i tunnel anche se questo dovesse significare penetrare di più all’interno di territori in cui non siamo ancora stati”. “Tutte le possibilità sono sul tavolo” – ha concluso –  ”ma è molto importante mantenere alta l’allerta”

 

ore 14:15 – BREAKING: ESERCITO ISRAELIANO: “CESSATE IL FUOCO UMANITARIO PER 4 ORE A PARTIRE DALLE 15 [14 italiane, ndr]MA SOLO DOVE NON SI COMBATTE”. 

L’esercito israeliano ha annunciato un’ora fa una tregua umanitaria della durata di 4 ore che dovrebbe essere incominciata alle 14 ore italiane. Un alto ufficiale israeliano ha detto che il cessate il fuoco non è però esteso a tutta la Striscia di Gaza ma ma è in corso solo in quelle aree in cui non si combatte.

 

ore 12:45 – 54 PALESTINESI UCCISI OGGI. 1.283 DALL’INIZIO DELL’OFFENSIVA ISRAELIANA

7.150 i feriti. A riferire questi dati è la tv panaraba al-Mayadeen.

Le forze israeliane hanno colpito poco fa l’edificio della Mezzaluna rossa palestinese a Gaza. Combattimenti violenti tra esercito e gruppi armati palestinesi.

Le brigate al-Qassam dicono di aver attaccato le truppe israeliane nella zona di al-Tuffah e nella parte centrale della Striscia.

 

ore 12.15 – FOTO: LA SCUOLA UNRWA DI JABALIYA DOPO IL RAID ISRAELIANO – FERITI ALL’OSPEDALE KAMAL ADWA DI JABALIYA (Foto: Michele Giorgio/Nena News)

 

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Ore 12:05 – PIU’ DI 30 MORTI OGGI. 1267 DALL’INIZIO OPERAZIONE. STERMINATA LA FAMIGLIA AL-KHALILI A GAZA. 3 DELLE VITTIME ERANO BAMBINI

Nella giornata di oggi sono già 30 i palestinesi uccisi da Israele. Circa 100 i feriti. 5 membri della famiglia al-Khalili sono morti in un bombardamento israeliano nel quartiere al-Tuffah nella zona orientale di Gaza. Tre erano bambini.

 

I raid aerei israeliani non risparmiano l’area centrale della Striscia: bombardata l’area di al-Zwayda.

Sale a 1.267 il numero dei palestinesi morti dall’inizio dell’operazione. 7110 feriti.

ore 11.30 – VIDEO: L’OSPEDALE KAMAL ADWAN DI JABALIYA ACCOGLIE I FERITI DEL BOMBARDAMENTO DELLA SCUOLA DELL’UNRWA (Video di Michele Giorgio/Nena News)

Ore 11:15 – DEIF (HAMAS): “NO CESSATE IL FUOCO SENZA FINE ASSEDIO”

Il capo militare di Hamas, Mohammed Deif, ha detto alla televisione del movimento islamico che “non ci sarà un cessate il fuoco senza la fine dell’assedio israeliano su Gaza. Hamas non accetterà soluzioni ad interim”. Deif si è poi rivolto agli abitanti di Gaza lodando la loro “resistenza”. “Senza il vostro aiuto – ha detto il leader militare – non avremmo raggiunto questi risultati. Israele deve sapere che sta mandando le sue truppe all’inferno”.

 

ore 10:10 – A GAZA 4.987 CASE COMPLETAMENTE DISTRUTTE, 26.270 PARZIALMENTE

Il ministro della Salute di Gaza ha detto ieri che 4.987 case sono state completamente distrutte nella Striscia di Gaza da quando è iniziata l’operazione “Bordo protettivo” lo scorso 8 luglio.

 

Sono, invece, 26.270 le case parzialmente distrutte (in 4.136 di queste non è più possibile abitarci).

Secondo i dati forniti dall’Onu, dall’inizio dell’offensiva israeliana 215.000 gazawi hanno dovuto lasciare le loro case. I confini della Striscia per entrare e per uscire sono chiusi. I palestinesi in fuga cercano rifugio nelle strutture dell’Onu quando i loro familiari non possono ospitarli.

ore 9:50 – SUONANO LE SIRENE IN ISRAELE

Il sistema Irone Dome ha intercettato un razzo su Holon (vicino Tel Aviv) e 4 razzi su Bee’r Sheva, altri 5 sono esplosi in territorio aperto vicino alla città. Suonano le sirene ad Tel Aviv, Ramat Gan, Givatayim, Beni Brak Ashkelon e nelle cittadine israeliane a confine con la Striscia.

 

ore 9:20 – La scuola Unrwa colpita questa mattina a Jabalya (Foto: Marco Longari, Afp)

Scuola-Unrwa

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della redazione

 

Gaza, 30 luglio 2014, Nena News –  L’offensiva militare continua ed è stata segnata nelle ultime ore da una nuova strage di civili. Questa mattina tiri di carro armato, secondo il racconto di alcuni testimoni,  sono caduti a Jabaliya su una scuola dell’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite che assiste i profughi), dove sono accolti migliaia di palestinesi sfollati. Il bilancio di vittime è alto, anche se è stato ridimensionato rispetto a quello iniziale.  I morti sono 15 e non 20 come era stato detto inizialmente, ha precisato Ashraf al Qudwa, portavoce dei servizi di emergenza di Gaza. I feriti sono decine.  I colpi hanno centrato in pieno due aule facendo strage di sfollati.

Lo scorso 24 luglio altri tiri, in apparenza, di mezzi corazzati avevano colpito un’altra scuola dell’Unrwa a Beit Hanun facendo 16 morti. Israele in quel caso ha negato una sua responsabilità e denunciato la presenza di miliziani e armi nelle scuole delle Nazioni Unite. Proprio qualche ora fa l’Unrwa ha condannato con forza il ritrovamento, il terzo dall’8 luglio, di razzi in una delle sue scuole.

La luce del giorno ha messo fine ad un’altra notte di bombardamenti su Gaza, meno pesante di quella precedente ma in ogni caso insaguinata. Da ieri sera sono morti circa 50 palestinesi, tra i quali 5 membri di una stessa famiglia colpita nella sua abitazione a Khan Yunis. Il totale dei palestinesi uccisi è di oltre 1200, dei quali solo 1/3, forse meno, sono combattenti di Hamas e di altre organizzazioni palestinesi.

Meno intensi si sono fatti i lanci di razzi palestinesi  verso Israele. Stamani all’alba però sirene di allarme hanno svegliato gli abitanti di Netivot e Sderot e successivamente nella regione di Eshkol.

Sul fronte diplomatico non si fanno progressi. Dato per imminente ieri pomeriggio da fonti palestinesi e poi ancora una volta smentito da Hamas qualche ora dopo, il cessate il fuoco resta lontano. I rappresentanti delle varie formazioni palestinesi discutono al Cairo del cessate il fuoco. Ma il capo militare di Hamas, Mohammed Deif, ieri sera è stato molto chiaro. Le armi continueranno a sparare, ha detto, sino a quando  non avranno fine l’embargo di Gaza e l’offensiva militare israeliana.

 

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