Si fa sempre più frontale e determinata la mobilitazione dei governi dell’America Latina contro Israele, anche al di là del loro colore politico.
La portata e l’intensità delle operazioni israeliane a Gaza “violano il principio di proporzionalità nell’uso della forza” e pertanto non rispettano “norme fondamentali del diritto internazionale umanitario”: con questa motivazione il governo del Cile ha richiamato ieri per consultazioni il suo ambasciatore a Tel Aviv, Jorge Montero. “Non sappiamo quanto tempo resterà a Santiago, dovremo valutarlo” ha detto il capo della diplomazia di Santiago, Heraldo Muñoz, da Caracas, dove partecipa al vertice del Mercosur (Mercato comune sudamericano). Allo stesso summit, il Brasile, capofila della condanna latinoamericana all’offensiva su Gaza, chiederà formalmente il sostegno dei suoi soci – Argentina, Paraguay, Uruguay e Venezuela – dopo essere stato aspramente contestato da Israele.
Di pari passo con il Cile, anche il Perù ha annunciato il richiamo del suo ambasciatore, José Salinas: “Non può protrarsi una situazione in cui tanti civili e tanti bambini stanno morendo…Guardavamo con grande speranza alla tregua dichiarata, sperando che fosse la cessazione dell’ostilità e l’inizio di negoziati. Purtroppo non è stato così” ha detto il ministro degli Esteri di Lima, Gonzalo Gutiérrez. La decisione, ha aggiunto, è stata presa contemporaneamente al Cile, come dimostrato sulla perfetta sincronia con cui sono stati diffusi i relativi comunicati.
E anche il Salvador si è unito a Cile e Perù, dando istruzioni per il richiamo per consultazioni del suo ambasciatore in Israele, Susana Edith Gun de Hasenson, “fino a nuovo ordine”. “Esprimiamo la nostra solidarietà con i bambini, le bambine, le donne, gli uomini, gli anziani che sono vittime dei bombardamenti indiscriminati nella Striscia di Gaza, mentre allo stesso tempo condanniamo nel modo più energico queste azioni” ha detto il presidente Salvador Sánchez Cerén, parlando a margine del summit del Mercosur. In modo analogo si erano comportati nei giorni scorsi anche Ecuador e Brasile mentre sia nei governi che nella società civile di vari paesi dell’America Latina cresce la richiesta che il Mercosur sospenda immediatamente il trattato di libero commercio in vigore con Israele, dando così un segnale tangibile e pesante che possa condizionare in qualche modo il cosiddetto ‘stato ebraico’.
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