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Monti in Israele. Il bilancio del Forum Palestina

Monti in Israele per rinnovare il sostegno politico e militare al progetto sionista

 
Il Presidente del consiglio Mario Monti, nella sua visita in Medio Ooriente, al di là degli orpelli e dei cerimoniali, non ha fatto altro che confermare quanto  la politica estera italiana sia strettamente inserita nella strategia di ingerenza atlantica della NATO nell’area mediterranea: di conseguenza, non può che fondarsi su una stretta alleanza con Israele.
 
E’ un’alleanza di carattere economico, politico e militare quella che vede l’Italia, insieme all’Unione Europea, collaborare fattivamente con l’occupazione israeliana.
Datano ormai da un decennio gli accordi di cooperazione economica tra Italia ed Israele, che vengono puntualmente aggiornati e  si arricchiscono di accordi di settore e progetti di cooperazione con enti di ricerca e istituzioni locali; essi vanno inseriti in una più  complessa e articolata collaborazione tra Unione Europea ed Israele, i famigerati ACAA che proprio in queste settimane sono in votazione al Parlamento Europeo. Del resto, la necessità per l’UE di sostenere Israele è strettamente conseguente alla crescita economica e politica delle petromonarchie, crescita che l’Europa è decisa a controbilanciare.
 
Monti ha prima incontrato il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, personaggio della destra xenofoba, che per i suoi metodi rozzi è soprannominato “il buttafuori”, quindi ha visto il Presidente dell’ANP Abu Mazen ed è tornato ad incontrare il Primo Ministro israeliano Netanyahu. La teoria di questi incontri ha prodotto per  Israele accordi economico-militari ed un ulteriore appoggio politico, mentre  ai rappresentanti dell’ANP Monti ha riservato delle frasi di circostanza ed un invito all’Expo di Milano.

Nei suoi interventi Monti non si è dimenticato di essere anche l’uomo del Bildelberg Group e della Trilateral, due gruppi di politici e finanzieri che giocano un ruolo di primo piano nelle vicende internazionali con occhio più interessato al profitto che ai diritti umani. Monti ha  ricordato che l’Italia condivide con Israele “la viva preoccupazione per il programma nucleare iraniano” e, nella conferenza stampa tenuta in presenza di Netanyahu, Monti ha sottolineato che contro l’Iran  «l’Italia, d’intesa con la Ue, ha deciso un rafforzamento del regime delle sanzioni nei settori petrolifero e finanziario, che rappresenta un segnale forte di vicinanza alla legittima preoccupazione di Israele». Così facendo il premier ha confermato che l’Italia partecipa alla guerra economica contro l’Iran.
Per suggellare le alleanze c’è sempre la necessità di passaggi concreti: in questo senso Monti ha confermato che si procederà a scambio di forniture militari e scientifiche tra Italia ed Israele.  Nell’ambito di questo accordo l’Italia fornirà a Israele 30 velivoli M346 da addestramento, per una cifra pari a 1 miliardo di dollari, che l’Italia dovrebbe compensare acquistando da  Israele due aeromobili israeliani di sorveglianza  (AEW&C)   e un satellite spia israeliano, il tutto per il costo equivalente ($ 1 miliardo).
Mario Monti ha chiuso la sua visita in Israele con un arrivederci al prossimo vertice intergovernativo tra Italia e Israele che si terrà in Israele, il 25 ottobre,  confermando così il patto di ferro che lega la classe dominante italiana al progetto di occupazione sionista: un patto che la borghesia italiana rinnova in Israele, che parla quindi agli altri partners UE e alle leadership arabe comunque collocate, e lo fa mentre sempre più concreti si fanno gli scenari di guerra, con possibilità di intervento armato esterno in Siria e di aggressione all’Iran.

Forum Palestina

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