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Ucraina, altro che tregua. Nuove sanzioni a Mosca e provocazioni Nato

Gli scontri armati tra le forze fedeli a Kiev e quelle delle Repubbliche insorte del sud-est dell’Ucraina sono continuati ieri e oggi nonostante il cessate il fuoco in vigore da venerdì pomeriggio, d’altronde già violato poco dopo la teorica cessazione di tutte le ostilità. Nel corso di combattimenti a Mariupol è morta una ragazza di 33 anni. Secondo il servizio stampa del Battaglione Azov (nella foto un loro membro ripreso in un obiettivo servizio mandato in onda “accidentalmente” dal Tg2) composto da membri delle organizzazioni neonaziste ucraine e inquadrato nella cosiddetta Guardia Nazionale, intensi combattimenti avrebbero opposto i due schieramenti a Shirokino con il lancio di missili Grad e proiettili di mortaio.

Secondo gli insorti la Guardia Nazionale ha approfittato della tregua per espellere le milizie popolari dalla cittadina di Telmanovo, località strategica tra Donetsk e Mariupol conquistata dai ribelli la scorsa settimana.

Scambi di colpi di artiglieria sono stati registrati nei pressi dell’aeroporto di Donetsk, controllato ancora in parte dalle truppe lealiste. Anche i residenti del quartiere di Avdéyevka, alla periferia della maggiore delle città controllate dagli insorti, hanno denunciato durante la notte “fuoco intenso di fucili, artiglieria e lanciamissili Grad’. Da parte sua lo Stato Maggiore della Repubblica Popolare di Donetsk (DNR) ha accusato le forze golpiste di aver violato il cessate il fuoco in ben 7 città e villaggi della regione, denunciando la morte di alcuni miliziani nelle località di Zúyevka, Janzhonkovo e Makéyevka, mentre anche alcuni civili sarebbero rimasti feriti quando le loro case a Yenákievo sono state bombardate dai Grad sparati dai militari ucraini; invece la località di Starobéshevo sarebbe stata attaccata da due blindati e da due carri armati.

Invece di intimare alle sue truppe di smetterla di combattere il primo ministro ucraino, il nazionalista Arseniy Yatsenyuk, nel corso di un’intervista alla tv Channel 1+1 ha affermato che se la tregua fallisce nell’Ucraina orientale sarà necessario introdurre la legge marziale che permetterebbe di concedere tutta l’autorità ai comandi militari esautorando le amministrazioni civili. “Lo svantaggio è che i nostri partner occidentali ci diranno che questo è sbagliato perché in tal modo si bloccano i canali per i negoziati, il piano di pace e la risoluzione di questa situazione con metodi non militari”, ha lamentato Yatsenyuk.

Intanto nonostante la tregua favorita dalla mediazione russa e le promesse di non spiccare nuove misure contro Mosca in caso di cessazione delle ostilità oggi i 28 paesi membri dell’Unione Europea approvano formalmente le nuove sanzioni economiche contro la Russia, che entreranno in vigore immediatamente. Le misure punitive dovrebbero limitare l’accesso ai mercati dei capitali per i colossi petroliferi russi Rosneft, Transneft e Gazprom Neft (unità del gruppo del gas Gazprom che gestisce le attività nel settore del greggio) e nel mirino potrebbero finire anche compagnie statali russe del settore della difesa.
«Abbiamo notato che la Russia acconsente difficilmente a negoziati seri il cessate il fuoco è un passo importante, ma solo un passo e per accrescere la pressione su Mosca abbiamo deciso delle sanzioni. Ma siamo pronti a fare marcia indietro se tiene la tregua» ha spiegato il presidente del Consiglio europeo uscente Herman Van Rompuy.

Durante un’intervista al quotidiano russo Vedemosti il primo ministro russo Medvedev ha reagito affermando che la Federazione Russa potrebbe a sua volta decidere pesanti sanzioni a carico delle economie già provate dell’Unione Europea, se l’Occidente continuerà con «la tentazione di usare la forza nelle relazione internazionali». «Se ci sono sanzioni riguardanti il settore energetico o ulteriori restrizioni al settore finanziario russo, dovremo rispondere in maniera asimmetrica» ha chiarito Medvedev.

Intanto l’occidente non rinuncia ad alcuna provocazione contro Mosca e le Repubbliche Popolari. Da oggi fino al prossimo 10 settembre migliaia di soldati di vari paesi aderenti alla Nato – Spagna, Canada, Romania e Turchia – stanno compiendo delle esercitazioni militari nella parte nord-occidentale del Mar Nero. Alle manovre, supervisionate da consiglieri militari di Georgia, Norvegia, Svezia e Francia, prendono parte anche 280 marinai statunitensi. Le esercitazioni, denominate “Sea Breeze 2014”, prevedono l’utilizzo di 12 navi da guerra, numerose navi appoggio, caccia ed elicotteri della Marina ucraina. 

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