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Ucraina, fascisti e confusi: Casapound con Kiev, Forza nuova con Putin

Casapound sulla vicenda ucraina ha avuto una linea “coerente”: pro Kiev e quindi Pro-Ue fin dall’inizio della vicenda, tolto il “piccolo problema” che in Italia invece Casapound è anti-Ue.

Di Casapound sappiamo che ci sono stretti contatti con Settore Destro con il quale ci sono stati anche incontri a Roma e persino invio di camerati e combattenti: da Zippo, camerata famoso per aver pestato dei militanti del Pd, a Francesco Saverio Fontana, arruolatosi nella squadraccia nera che è il battaglione Azov (famoso per la brutalità con cui opera contro la popolazione civile del Donbass) e tornato di recente in Italia, già in giro a fare propaganda pro nazi col gagliardetto del battaglione in bella vista [1].

Più interessante invece la situazione di Forza Nuova: se in un primo momento FN riscontrava gli stessi problemi di Casapound, ovvero uno schieramento pro Ue sulla situazione Ucraina e anti Ue in Italia, oggi il partito di Roberto Fiore ha fatto il “salto della quaglia” passando dal fronte nero pro Ue al fronte nero pro Putin. Che della cosa se ne vergognino un po’ è dimostrato dal fatto che dal sito di Forza Nuova sono spariti gli articoli di rivendicazione degli incontri con Svoboda (anche se i camerati si sono dimenticati di eliminare i link: ad esempio http://www.forzanuova.org/comunicati/europa-delegazione-di-fn-incontra-rappresentanti-di-svoboda-kiev oppure questa commovente lettera del segretario Roberto Fiore ai camerati di Svoboda, http://www.robertofiore.net/comunicati/lettera-aperta-al-partito-svodoba-ucraina).

Così Forza Nuova, per accreditarsi nel nuovo fronte internazionale nero in cui ha deciso di entrare a far parte, ha già cominciato a mandare i suoi pezzi migliori sul terreno di guerra. E così spunta il “mistero” [2] di Andrea Palmeri, lucchese, trentacinquenne, che sparisce in luglio e riappare direttamente in Ucraina [3].

Andrea Palmeri a Lucca è famoso: è capo di un gruppo ultras fascista, i Bulldog, noti per aver fatto piazza pulita allo stadio di ogni traccia di colore rosso a suon di sprangate e scazzottate [4], attività culminata col pestaggio e l’accoltellamento, nel 2007, di Emanuele Pardini, attivista del CSA Cantiere Resistente. Le scorribande con cui i Bulldog di Palmeri tentano di costruire il “terrore nero” escono anche fuori dallo stadio e finiscono in pub e birrerie: due anni fa Sasha Lazzerini, avventore in un bar, finisce pestato a sangue e gli vengono messi cento punti di sutura solo in faccia, per non parlare di un occhio perso [5].

Di un episodio di pestaggio in birreria si rende protagonista lo stesso Palmeri, che colpisce dritto al volto, con un anello a forma di piramide, Stefano Benassi, 34 anni, colpevole di essere vestito troppo da “comunista”: versamento di sangue nel cervello, zigomo fratturato, trauma alla zona oculare e sopraccigliare [6] [7].

Così Palmeri finisce per avere una situazione penale piuttosto difficile, più da rissaiolo di strada che da camerata impegnato in attività politiche: “Alla condanna in secondo grado a 5 anni e mezzo potrebbero aggiungersi nel giro di uno-due anni altre condanne definitive. Per esempio è attesa la sentenza di secondo grado per l’aggressione in città ai danni di una quarantenne raggiunta da un pugno al volto sferratole dal ‘Generalissimo’ e che le procurò la frattura della mascella con una prognosi superiore ai 40 giorni. L’episodio avvenne il 19 luglio 2008 in Corso Garibaldi e l’ex capo dei Bulldog venne condannato in tribunale a 20 mesi di reclusione. Per non parlare dell’altro pestaggio – quello al cameriere fuori dal pub l’Ottavo Nano – costato a Palmeri 88 giorni di carcerazione preventiva. È probabilmente l’unico dei Bulldog a rischiare nuovamente l’arresto per il cumulo delle pena” [8].

Al momento della scomparsa quindi Palmeri era sottoposto a regime di vigilanza e all’obbligo di dimora, trattamento di favore alquanto sospetto e che ci mostra i consueti due pesi e due misure usati dalle forze dell’ordine a seconda del colore politico di chi gli sta di fronte: se da un lato Davide Rosci (un antifascista teramano) viene ricondotto in carcere perché, sbagliando giorno, “evade” dai domiciliari convinto di dover andare a lavoro [9]; dall’altro Andrea Palmeri, che sottoposto alla sorveglianza speciale riesce a sparire e ad arrivare addirittura nel Donbass.

La rivendicazione del suo ingresso nelle Milizie popolari della Novorossija, ora “Esercito popolare”, appare sul suo account Facebook e su vari siti di informazione sull’estrema destra [10].

Ovviamente Palmeri e Forza Nuova sanno benissimo che è difficile, se non impossibile, andare in giro a suon di saluti romani, celtiche e svastiche in una zona dove l’antifascismo è viscerale, profondo, una pregiudiziale perché tutti hanno bene impressa nella memoria la tragedia rappresentata dalla Grande Guerra Patriottica e mostrano fieri il nastro di San Giorgio.

Così è plausibile pensare che Palmeri all’esercito del Donbass non la stia raccontando tutta. Infatti si approccia alla vicenda con un chiaro orientamento comunitarista-rossobrunista: dichiara egli stesso che in questa vicenda comunismo e fascismo non c’entrano ormai più nulla, ma che le forze antisistema devono unirsi in un ampio fronte anti Usa, retorica cara ai rossobruni nostrani e in Russia ben difesa da Dugin e i suoi accoliti ultranazionalisti. Sono proprio gli ucraini vicini a Dugin a ringraziare i “camerati italiani” che si sono arruolati, come si può leggere direttamente dal profilo Facebook di Gubarev, ex capo della milizia del Donbass [11].

Sicuramente qualcuno userà questa vicenda per diffamare ulteriormente la Resistenza del Donbass, togliendo valore al sangue versato da quel popolo per la propria libertà contro l’aggressione imperialista di USA, UE e NATO. Invece questa vicenda rende chiari almeno due passaggi, che vanno letti correttamente. Il primo è sicuramente il fatto che, per l’ennesima volta, i fascisti dimostrano di non avere nessuna ideologia coerente ed organica, ma di essere solo bravi a vendersi al miglior padrone. Il secondo è che, anche quando decidono di partecipare a qualsiasi mobilitazione, sono ancora costretti a farlo in maniera subdola, perché continuano, fortunatamente, ad essere impresentabili sia come singoli che come organizzazioni politiche. Denunciare questa presenza non significa quindi minare il valore della Resistenza del Donbass, ma rappresenta sicuramente l’ennesima possibilità di screditare i tentativi d’infiltrazione nonché un reale sostegno alla sinistra di classe che può così essere più incisiva nella critica ai nazionalisti del Donbass.

In una situazione così complicata, infatti, se il nostro messaggio politico principale deve essere il pieno sostegno al fronte di resistenza nel suo insieme, occorre allo stesso tempo cercare di sostenere il più possibile la sinistra di classe presente all’interno di quel fronte, come ad esempio l’organizzazione Borotba [www.borotba.org e http://ukraineantifascistsolidarity.wordpress.com/]. Nel nostro piccolo e a distanza, ciò significa anche vigilare sui fascisti nostrani e mettere a conoscenza i compagni ucraini dei loro movimenti e delle loro manovre. Così come abbiamo già denunciato il rossobrunissimo “coordinamento solidale per il Donbass” di Napoli [12] e l’altrettanto rossobruna (ma sarebbe meglio definire fascista) associazione Millennium [12], così oggi non ci esimiamo dal denunciare la presenza di Palmeri e i tentativi d’infiltrazione di Forza Nuova in una lotta di resistenza che ha nell’antifascismo una direttrice storica e politica fortissima.

[1]http://popoffquotidiano.it/2014/09/16/il-legionario-fontana-partecipa-a-una-manifestazione-pro-kiev-a-milano/

[2] http://www.lanazione.it/lucca/palmeri-scappa-da-un-mese-non-si-trova-pi%C3%B9-1.15146

http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2014/07/04/news/andrea-palmeri-e-uccel-di-bosco-non-si-trova-piu-da-un-mese-1.9533117

[3] http://www.fascinazione.info/2014/09/andrea-palmeri-da-lucca-al-donbass-per.html

[4] http://www.ilpost.it/2010/06/03/il-branco-che-insanguina-lucca/

[5] http://www.lanazione.it//lucca/cronaca/2010/05/18/333373-aggressione_choc.shtml

[6] http://www.loschermo.it/articoli/view/51266

[7] http://www.loschermo.it/articoli/view/51134

[8] http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2014/01/25/news/bulldog-provata-l-associazione-adesso-palmeri-rischia-l-arresto-1.8539609[9]http://osservatoriorepressione.blogspot.it/2013/02/15ottobre-la-persecuzione-continua.html

[10] http://www.fascinazione.info/2014/09/andrea-palmeri-da-lucca-al-donbass-per.html

[11] https://www.facebook.com/pgubarev/posts/941742882519124

[12] https://contropiano.org/articoli/item/26114

[13] https://contropiano.org/politica/item/24603-la-resistenza-nel-donbass-e-i-nerissimi-rossobruni-di-millenium?highlight=YToxOntpOjA7czoxMDoibWlsbGVubml1bSI7fQ==

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2 Commenti


  • marco

    visto che la componente di sinistra e maggioritaria nel donbass ha come primo referente internazionale il PCFR che per bocca di oleg tsarev (speaker del soviet supremo di novorroja) è il migliore alleato delle repubbliche popolari e sicuramente la forza che più si è spesa nell’organizzare anche il supporto logistico, mi chiedo se non sia il caso di cominciare mandare un poco di dossier completi su queste merde fasciste, direttamente alla segreteria politica di zuganov


  • Jelandro

    “I fascisti” non sono mica la stessa cosa. Non vedo contraddizione tra quello che fa CasaPound e quello che fa Forza Nuova, che tra l’altro si detestano cordialmente tra di loro.

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