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Messico: polizia spara agli studenti, sei morti e 57 desaparecidos

Mentre l’attenzione dei media mondiali è tutta rivolta verso la protesta studentesca di Hong Kong, dal Messico arriva una notizia di incredibile gravità.

Sono stati pubblicati solo nelle ultime ore i nomi dei 57 studenti del primo e secondo grado dell’istituto ‘Normal’ di Ayotzinapam ‘desaparecidos’ venerdì scorso a Iguala, nello stato meridionale di Guerrero. Quel giorno gli studenti della zona stavano protestando contro la riforma del settore educativo da parte del governo quando sono stati violentemente attaccati dalla polizia e da quel momento di decine di loro non si hanno più notizie.

In conseguenza degli spari contro gli studenti di giovedì scorso, e poi di venerdì e di sabato, tre giovanissimi alunni della scuola ‘Normal’ di Ayotzinapa – conosciuti anche come ‘normalistas’ – sono stati uccisi dalla polizia locale; anche un giocatore quindicenne della squadra di calcio de Los Avispones è rimasto vittima della violenza degli apparati di sicurezza, insieme all’autista del bus su cui viaggiava la squadra e una casalinga. Inoltre si contano almeno 17 feriti da colpi di arma da fuoco sparati dagli agenti – ma molti altri non sono andati negli ospedali per paura di essere denunciati – tra i quali un professore, il segretario del Sindacato unico dei lavoratori del Colegio de Bachilleres, Alfredo Ramírez García.

Secondo la ricostruzione del quotidiano progressista La Jornada, venerdì mattina 150 ‘normalistas’ si sono recati presso il comune di Iguala per raccogliere soldi per una manifestazione programmata per il prossimo 2 ottobre, in occasione dell’anniversario del massacro del 1968 a Piazza delle Tre Culture di Tlatelolco, quando centinaia di giovani morirono falciati dalle raffiche di mitra di Polizia ed Esercito.
Stando alla ricostruzione dei fatti proposta dal procuratore Iñaky Blanco Cabrera, i giovani si sarebbero impadroniti di tre autobus del trasporto pubblico locale, provocando così il durissimo e violentissimo intervento della polizia locale. Agenti e ‘pistoleros’ non identificati, scrive La Jornada, hanno iniziato a sparare contro gli studenti, uccidendone due. In un secondo attacco lungo la strada federale Iguala-Chilpancingo, civili armati hanno sparato ai passeggeri di un autobus a bordo del quale viaggiava anche la squadra di calcio; nello stesso luogo un tassista è rimasto ferito e la sua passeggera è stata uccisa da alcuni proiettili vaganti. Secondo i media locali il corpo di uno studente, Julio César Fuentes Mondragón, è stato rinvenuto con evidenti segni di tortura, i globi oculari mancanti e le ossa del viso fratturate.

Il procuratore Iñaky Blanco ha ammesso che la polizia è incorsa “nell’uso eccessivo della forza” ma ha affermato che la dinamica dei fatti non è chiara e che anche gli studenti potrebbero aver fatto uso della violenza. Fatto sta che allo stato ben ventidue agenti della polizia di Iguala sono stati arrestati e trasferiti nelle ultime ore ad Acapulco in un clima di fortissima tensione.
Negli ultimi giorni gruppi di studenti e giovani hanno attaccato veicoli della polizia e hanno assaltato sedi istituzionali in diverse città dello stato del Guerrero, compresa la capitale Chilpancingo, mentre gli insegnanti hanno convocato uno sciopero e diversi cortei di protesta contro la cieca repressione delle proteste studentesche hanno attraversato Iguala ed altre località chiedendo la punizione dei colpevoli.

Le autorità locali, con molti giorni di ritardo e solo dopo le proteste dei familiari degli scomparsi, hanno deciso di lanciare una campagna per ritrovarli anche con l’utilizzo di alcuni mezzi aerei. “Il governo dello Stato di Guerrero continuerà a coordinare le azioni necessarie per trovare i giovani, chiarire i fatti e sanzionare i responsabili di questi fatti incresciosi” afferma una nota dell’esecutivo locale di fatto esautorato dal governo statale e da quello federale che a Iguala hanno mandato centinaia di militari.
Ma le famiglie dei ragazzi non si fidano delle autorità e stanno già cercando, per conto loro, da giorni i loro figli. Centinaia di persone hanno già percorso in lungo e in largo le strade di Iguala gridando i loro nomi ed esortando i loro figli ad uscire dalla clandestinità nel caso l’avessero scelta per timore di rappresaglie o altre violenze da parte delle forze dell’ordine. Secondo alcune testimonianze, avallate da alcune dichiarazioni del procuratore generale dello stato Blanco, però i giovani scomparsi sarebbero stati in realtà sequestrati dai poliziotti e dai pistoleros agli ordini delle autorità locali e aumenta di ora in ora la preoccupazione per la loro sorte. Anche se mentre scriviamo le agenzie di stampa stanno battendo la notizia del ritrovamento in buone condizioni di 14 degli studenti desaparecidos.

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