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Pinar Selek: Ankara annulla mandato d’arresto ma la persecuzione continua

Un tribunale penale di Istanbul ha finalmente ordinato ieri il ritiro del mandato d’arresto spiccato nei confronti della sociologa turca Pinar Selek, perseguitata ormai da 16 anni dalla magistratura turca e da tempo rifugiatasi in Francia per sfuggire all’assurda accusa di aver partecipato ad un attentato nel 1998 che in realtà non è mai avvenuto.
Nella prima udienza del processo contro la docente universitaria e nota scrittrice, i giudici hanno annullato la misura restrittiva che pesava da vari anni su di lei, alla luce dei tempi lunghi del procedimento. La corte ha poi rinviato il dibattimento al 5 dicembre prossimo, quando verranno ascoltati i difensori della Selek.
Oggi 43enne, Pinar Selek fu arrestata nel 1998 dopo un’esplosione nel bazaar della spezie di Istanbul, che causò sette morti e un centinaio di feriti, attribuito dalle autorità di Ankara agli indipendentisti curdi.
La magistratura turca accusò la sociologa, nota per i suoi lavori sul popolo curdo e per la sua collaborazione con movimenti di sinistra e femministi, di far parte del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e di avere preparato e piazzato una bomba, cosa che ha sempre smentito. Solo nel 2003, dopo anni di carcere, di violenze e di vere e proprie torture, Selek fu rimessa in libertà dopo una perizia che finalmente attribuiva l’esplosione a una fuga di gas e non a un attentato.
Sulla base del rapporto e della ritrattazione del principale testimone a carico, i tribunali turchi hanno assolto Pinar Selek a tre riprese, nel 2006, 2008 e 2011, ma ogni volta la Cassazione ha invalidato le sentenze.
Nel 2012, un tribunale di Istanbul ha deciso di ripetere il processo adducendo a giustificazione il cambiamento nel frattempo avvenuto nella rosa dei giudici, e l’ha incredibilmente condannata nel 2013 all’ergastolo. La Cassazione ha annullato anche questo processo, chiedendo però un nuovo giudizio. Pinar Selek ha lasciato al Turchia nel 2009 e vive a Strasburgo, dove nel 2013 ha ottenuto asilo politico.
In un’intervista al quotidiano turco Milliyet, Selek ha espresso il desiderio di tornare nel suo Paese natale. “So che tornerò, troverò sul molo i miei amici e prenderò il primo battello” sul Bosforo, a Istanbul, ha detto.

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