Era nelle previsioni, in un certo senso anche nelle proporzioni. Ma a vederla davvero, questa terza vittoria elettorale di Evo MOrales, dà il senso di quanto radicato sia il processo di trasformazione sociale e politica di questo piccolo paese latinoamericano.
Secondo gli exit poll, il presidente ha avuto circa il 60% dei voti espressi dai circa sei milioni di elettori; nella precedente tornata aveva avuto il 64%.
Il leader dei conservatori, Samuel Doria Medina, di Unidad Democrata, magnate del cemento, avrebbe invece ottenuto appena il 24,5%.
Nel primo discorso, a spoglio ancora in corso, Morales ha dedicato la vittoria a Fidel Castro e Hugo Chavez, da sempre riconosciuti come gli ispiratori principali della sua visione politica, e a “tutti i popoli del mondo che lottano contro l’imperialismo”..
Una vittoria che consentità di continuare a promuovere “l’integrazione non solo tra i boliviani ma anche tra i latinoamericani”.
Ormai anche i nemici, come il Fondo monetario internazionale, sono costretti a riconoscere che la sua azione politica, mirante in primo luogo a contrastare la povertà,è riuscita a garantire al paese una stabilità politica ed economica senza precedenti. Riducendo le disugualianze e il numero dei poveri.
Morales ha vinto in tutte le circoscrizioni del paese, tranne che in quella di Beni. Persino la circoscrizione di Santa Cruz, una delle più ricche del paese e da sempre roccaforte dell’opposizione, ha dato a Morales il 49% dei voti e solo il 38% a Samuel Doria Medina. Morales ha conquistato 111 dei 130 deputati della Camera bassa e 25 dei 36 seggi al Senato. Nulla, insomma, potrà impedire legalmente la prosecuzione di una politica popolare e democratica, antimperialista.
Vedi anche: https://contropiano.org/interventi/item/26858-in-bolivia-avanza-decisamente-il-socialismo-per-il-xxi-secolo
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