Anas Haqqani, figlio di Jalaluddin guerrigliero anti sovietico e fondatore del noto network talebano, è stato arrestato dai servizi dell’Intelligence afghana. L’uomo era incaricato della raccolta di fondi individuali e provenienti da Paesi arabi e del reclutamento di attivisti attraverso i social media. La Rete di Haqqani nel suo percorso politico s’unì col mullah Omar, accettandone la guida spirituale e politico-militare; attuò attacchi suicidi, negli ultimi anni lanciati contro le truppe d’occupazione Nato. Da tempo il fondatore Jalaluddin risulta malato e, seppure tuttora in vita, resta privato di potere decisionale e di strategie d’azione. Il rapporto, non sempre collaborativo coi gruppi islamisti, soprattutto col potente Hezb-e Islami di Hekmatyar, sembra negli ultimi tempi recuperato. Da una nota dell’agenzia dei Servizi afghani, ripresa da Reuters, risulta arrestato anche Hafiz Rashid, il bombardiere della Rete, colui che da tempo decideva dove e chi colpire fra Kabul e Khost, una provincia dell’est particolarmente presa di mira.
Nella strada che dalla città porta verso il distretto di Tanai nei primi giorni dello scorso aprile venne crivellata di colpi l’auto dove viaggiavano due giornaliste. La più famosa, premio Pullitzer, la tedesca Anja Niedringhaus dell’Afp, fu stroncata dalle raffiche di kalashinkov sparate da un militare, sicuramente infiltrato dalla rete talebana. Gli Haqqani per il ruolo ricoperto non sono lontani da ogni genere di sorpresa. Nello scorso novembre un altro figlio, il finanziere Nasiruddin, era stato ucciso a Islamabad da un assalitore. Non è chiaro se si trattava d’una vendetta perpetrata da killer pagati dai familiari di qualche vittima dei moltissimi attentati effettuati (bombe a vari hotel della capitale, all’ambasciata indiana, assalto a quella statunitense) o di faide interne. Nella zona da un anno, per uscire dall’impasse militare, l’amministrazione Obama ha dato vita a unità speciali denominate ‘celle di fusione’. Sono formate da agenti ultra specializzati e semplici soldati, più 007 e civili. Qualcuno fra quest’ultimi avrebbe la funzione di esca per attirare gli assalitori. Chissà se per catturare Haqqani jr qualche agente abbia usato la tattica dell’infiltrazione tanto praticata dai Talìban nell’esercito di Kabul. Una trappola per irretire una pedina preziosa della Rete.
* articolo pubblicato su http://enricocampofreda.blogspot.it
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