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Contro l’austerità Ue. Belgio paralizzato dallo sciopero

Sciopero generale di 24 ore riuscitissimo oggi, in Belgio, contro le misure di austerità decise dal governo di centrodestra guidato da Charles Michel che prevedono ben 11 miliardi di euro di tagli al welfare e al lavoro, l’innalzamento dell’età per andare in pensione e l’abolizione dell’adeguamento automatico degli stipendi all’inflazione. 

Mai vista, nel tranquillo e a lungo benestante paese che ospita la “capitale d’Europa”, una simile mobilitazione. Tutto si è davvero fermato: porti, collegamenti aerei, ferroviari, trasporto pubblico locale, uffici, scuole, fabbriche, imprese.

Persino la segretaria generale della Confederazione dei sindacati cristiani, Marie-Helene Ska, ha detto che “non c’è mai stato uno sciopero così forte, unitario, dal nord al sud e dall’est all’ovest del Belgio: non è uno sciopero corporativo ma un segnale forte”.
Ha spiegato Philippe Peers, segretario del sindacato CGSP: “Stanno attaccando i lavoratori e allo stesso tempo fanno regali alle grandi aziende, ai ricchi. Non possiamo accettarlo”

All’aeroporto di Bruxelles Zaventem, tutti i voli della giornata, circa 600, sono stati annullati. Ma anche allo scalo di Charleroi sono state soppresse tutte le partenze, mentre i voli in arrivo sono stati dirottati verso altre destinazioni. Idem o quasi per gli altri scali del piccolo paese.

Tutti i treni – le ferrovie belghe si chiamano Snbc – sono fermi fino a stasera alle 21. Senza alcuna eccezione tra trasporti nazionali e internazionali, come i servizi Eurostar e Thalys.

Blocchi stradali sono stati messi in atto in centinaia di incroci, interrompendo anche il normale traffico. Anche le istituzioni della la stessa Unione Europea sono state pesantemente bloccate dai manifestanti, che si sono ad un certo punto concentrati davanti sede comunitaria nel centro di Bruxelles. Numerosi appuntamenti – come quelli del Consiglio dell’Agricoltura e del Consiglio degli Affari esteri – sono stati di fatto rallentati o costretti a subire grandi ritardi.

Lo sciopero di oggi conclude una serie di quattro lunedì di paralisi parziali dei servizi pubblici, che hanno riguardato le diverse zone del Paese prima di unirsi nella “greve general” odierna.

Chi l’ha detto, insomma, che non si può fermare l’Unione Europea?

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