Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia dal 2002 al 2010 e tuttora anima nera degli ambienti più reazionari attivi nel paese e nel vicino Venezuela, strettamente legato agli interessi dell’oligarchia locale e di quelli di Washington, è oggetto di un’indagine aperta dalla procura della Corte Internazionale dell’Aia. Le accuse contro di lui sono gravissime: crimini contro l’umanità.
Secondo alcune indiscrezioni diffuse dalla stampa internazionale Uribe potrebbe essere imputato per induzione e organizzazione di azioni che hanno causato un alto numero di omicidi di contadini, sindacalisti e oppositori politici compiuti da gruppi paramilitari, membri dell’esercito e agenti dei diversi corpi di sicurezza di Bogotà.
L’ex capo dei servizi segreti durante il mandato di Uribe, Jorge Noguera, che nel 2013 è stato già arrestato e processato in Colombia per vari crimini, è stato accusato di aver organizzato l’eliminazione di diversi oppositori politici e comunque l’ex presidente è già formalmente indagato per aver organizzato una banda armata che ha realizzato per anni la “pulizia” da scioperanti e dissidenti politici nelle aziende agricole di sua proprietà.
La Corte dell’Aia sta indagando sui cosiddetti ‘falsi positivi’, cioè i contadini e i sindacalisti uccisi dagli squadroni della morte e poi fatti passare per guerriglieri delle Farc o banditi. Bastava far ritrovare accanto ai corpi degli oppositori uccisi delle armi o dei materiali previamente sequestrati alla guerriglia di sinistra per far passare gli uccisi come criminali abbattuti in combattimento dalla vigilanza delle aziende agricole ed evitare così indagini. La Corte Penale Internazionale ha diffuso dati secondo i quali in Colombia le morti causate “per errore” nei cosiddetti casi di “falsi positivi” sarebbero più di 3000 in pochi anni in tutto il paese. Gli inquirenti non credono quindi alla teoria dei ‘casi isolati’ ma puntano il dito contro una vera e propria strategia di eliminazione sistematica dei lavoratori organizzati e dei dissidenti politici da parte delle più alte istituzioni dello Stato colombiano con l’utilizzo non solo degli squadroni della morte formati in particolare da elementi dell’estrema destra, ma anche con il coinvolgimento della polizia, dell’esercito e dei servizi segreti.
Nel tentativo di recuperare quote di potere dopo la sua sconfitta ad opera di Santos e di evitare di cadere nella rete della Corte Penale dell’Aia Alvaro Uribe sta tentando di rafforzare il partito di destra da lui formato, il ‘Puro Centro Democratico’, allo scopo di ottenere più voti possibile alle prossime elezioni per il rinnovo del Senato. In caso di elezione potrebbe sfuggire ad un eventuale mandato di cattura emesso dalla Corte Internazionale.
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