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Minsk. Raggiunto accordo sul cessate il fuoco, per ora

Si è concluso il vertice di Minsk convocato per scongiurare l’escalation di guerra in Ucraina. I quattro capi di stato, Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande erano stati costretti a tornare a riunirsi per arrivare a capo del piano di pace per l’Ucraina. Nell’incertezza che circonda l’esito delle trattative, pare che un cessate il fuoco nell’Est del Paese possa partire da sabato 14 febbraio Al quartetto dovrebbe aggiungersi oggi anche Heidi Tagliavini, rappresentante dell’Osce nel gruppo di contatto (Mosca, Kiev, Osce, separatisti). Dovrebbe essere infatti l’Osce a coordinare l’eventuale forza di interposizione da schierare tra Kiev e le Repubbliche della Novorossja.

Dopo la maratona notturna (durata oltre 13 ore) il vertice sembrava arrivato ad una soluzione con le voci di una possibile intesa.. Il quartetto Russia, Ucraina, Germania e Francia, puntava ad ottenere un cessate il fuoco nell’est ucraino entro 48 ore. Ma il presidente ucraino Petro Poroshenko, riferisce l’agenzia russa Ria Novosti aveva di nuovo accusato la Russia riaprendo la discussione. Fonti diplomatiche riferiscono all’agenzia Tass che Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande firmeranno un documento di una dozzina di punti al termine del loro lungo summit che si protrae da ieri pomeriggio. L’obiettivo, hanno rivelato concordi le varie delegazioni, è quello di mettere a punto una “dichiarazione comune” sulla necessità di rispettare gli accordi di Minsk dello scorso 5 settembre e il sostegno ad un piano per attuarli affidato allo stesso gruppo di contatto. Nell’incertezza che circonda l’esito delle trattative, è sembrato che un cessate il fuoco nell’Est del Paese potesse partire da sabato 14 febbraio, ma la notizia non è stata confermata e i colloqui proseguono senza sosta. Al momento non è ancora chiaro quali saranno i meccanismi di controllo della tregua, né se è stata raggiunta un’intesa più ampia, anche sullo status speciale per le regioni separatiste e il controllo dei confini russo-ucraini. Altra questione spinosa e dirimente rimane l’eventuale adesione di Kiev alla Nato. “Il conflitto del Donbass “può essere risolto pienamente solo se Kiev avrà lo status di Paese non allineato, neutrale verso tutte le unioni militari”, ha ricordato in serata Denis Pushilin, uno dei negoziatori inviato dalle Repubbliche indipendentiste della Novarossia.

Il Fondo Monetario Internazionale, attraverso il suo direttore generale Christine Lagarde, ha intanto esteso il programma di finanziamenti all’Ucraina dagli iniziali 17,5 miliardi di euro a circa 40 miliardi di dollari per quattro anni. Sul fronte militare invece risultano due militari di Kiev sono morti e altri 21 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nei combattimenti nel sud-est ucraino.

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