In anticipo sui tempi previsti e forse anche per forzare la mano alle cancellerie europee e all’Onu, questa mattina alcuni aerei militari egiziani hanno colpito obiettivi dello Stato Islamico in Libia in risposta all’uccisione dei 21 copti (cristiani di origine egiziana) e sono tornati alle loro basi senza subire perdite. La notizia è stata confermata dalla radio egiziana citando un comunicato dell’esercito.
Il quotidiano egiziano Al Ahram, riferisce che l’esercito egiziano afferma di aver colpito diversi obiettivi tra cui “campi di addestramento e depositi di armi”. I raid compiuti dall’aviazione egiziana in Libia avrebbero provocato cinque morti a Derna, la città dell’est della Libia dove l’Isis ha creato un “Emirato” ormai da mesi.
L’Ansa riferisce che i raid aerei egiziani hanno colpito anche accampamenti dell’Is a Bengasi e Sirte. L’inizio dell’offensiva militare egiziana – per ora solo aerea – ha mobilitato anche le forze armate del governo provvisorio libico (quello ritiratosi a Tobruk, vicino al confine egiziano e riconosciuto dalle potenze occidentali). Il comandante dell’Aviazione libica, Saqer al-Joroushi, ha detto di essere stato incaricato dal capo di Stato maggiore delle Forze armate del governo di Tobruk, Abdel Razzak el Nazouri, e dal capo della “Operazione dignità”, Khalifa Haftar, di “collaborare” con le forze armate egiziane per colpire le postazioni islamiste.
Immediate le reazioni delle cancellerie europee, tra le quali spicca quella del presidente francese Hollande, il quale ha telefonato al presidente egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sisi – sottolineando “l’importanza che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisca e che la comunità internazionale decida nuove misure per far fronte all’estensione delle operazioni dello stato islamico in Libia”. Lo stesso Egitto ha chiesto agli Stati membri della “coalizione internazionale contro il terrorismo”, di cui fa parte, di assumersi le proprie responsabilità politiche e di prendere misure contro le postazioni della formazione terroristica Daesh e le altre formazioni sul territorio libico, le quali rappresentano una minaccia chiara per la sicurezza e la pace internazionali”. L’Egitto in un comunicato del ministero degli esteri conferma il “diritto” egiziano, sancito dall’Onu, “a difendere i propri cittadini all’estero”.
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha già fatto sapere che l’Italia è pronta a guidare una coalizione di Paesi europei e nordafricani (con i Paesi arabi che preferirebbero una missione “regionale”) ed a contribuire con oltre 5 mila uomini, una ipotesi che può contare sul consenso anche del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Al momento gli unici ad opporsi all’intervento militare italiano in Libia sono i parlamentari del Movimento Cinque Stelle.
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