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Cile. La protesta di studenti e docenti blocca la riforma della scuola

In seguito all’intensa e partecipata protesta di docenti e studenti delle ultime settimane, la Camera dei Deputati cilena ha sospeso fino a nuovo ordine la votazione del disegno di legge di riforma educativa promosso dalla presidente Michelle Bachelet. I cortei e le manifestazioni di netto rifiuto della riforma (il 97 % dei docenti è contrario) e lo sciopero a tempo indeterminato convocato dai sindacati dei professori dal 1° giugno hanno quindi avuto effetto.
Secondo i sindacati e le federazioni studentesche, la riforma promuove l’individualismo e la competitività esasperata tra gli alunni, obbliga a valutazioni ai docenti considerate ingiuste, non promuove un’educazione uguale per tutti e di qualità e inoltre non migliora in modo sostanziale i bassi stipendi dei professori. Dopo il corteo di massa per il centro di Santiago prima dell’inizio della Coppa America, i giocatori della nazionale cilena hanno espresso il loro appoggio alle proteste incontrando i delegati dei manifestanti. I rappresentanti dei sindacati studenteschi da parte loro si sono impegnati a non interferire con il torneo continentale.
Dallo Stato è arrivato l’invito ad aprire un tavolo di dialogo con la partecipazione dei professori per modificare il testo del disegno di legge. Oltre alla sospensione dei dibattiti parlamentari, la deputata comunista Camila Vallejo, sostenitrice delle rivendicazioni della piazza e nota per essere stata la leader studentesca all’inizio delle proteste di massa, nel 2011, ha detto che in un ambiente di protesta non si potranno realizzare votazioni, ed ha invitato il Collegio dei professori a formare commissioni per approntare proposte. In risposta, il Collegio ha cominciato a convocare assemblee locali per valutare la proposta.

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