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Spagna. Lesa maestà. “Terrorista” chi parla male della Corona

Il 1 luglio in Spagna entrerà in vigore un nuovo articolo del Codice Penale ordinario – l’art.573 – secondo il quale parlare male nei social network contro la monarchia nello Stato spagnolo sarà equiparato al delitto di terrorismo. Infatti secondo questo nuovo articolo si considera delitto di terrorismo la commissione di qualunque delitto contro la vita o l’integrità fisica, la libertà, l’integrità morale e l’identità sessuale, il patrimonio, le risorse naturali e l’ambiente, la salute e l’incendio contro la Corona, così come l’attentato o il possesso e il deposito di armi, munizioni o esplosivi previsti nel Codice, e il sequestro di aerei, navi o altro mezzo di trasporto collettivo o di merci.

Praticamente parlare male dei reali di Spagna sarà equivalente al sequestro di un aereo o al possesso di armi.

C’è un motivo molto concreto per questa “messa in sicurezza” della Corona spagnola dagli epiteti e dalle critiche della società spagnola. Alcune, ovviamente attengono alla dimensione politica. Sin dai tempi della transizione dalla dittatura franchista, i movimenti repubblicani e progressisti chiedono che la Spagna diventi a tutti gli effetti una Repubblica. Inoltre, a febbraio dello scorso anno, l’infanta Cristina, figlia del re di Spagna, si è dovuta presentare davanti al tribunale di Palma di Maiorca (Baleari) per rispondere al giudice che la indaga per frode fiscale nell’ambito di uno scandalo che ha investito la corte ed ha scosso la monarchia spagnola. Nell’interrogatorio, la principessa, 48 anni, ha dovuto chiarire i sospetti legati a sue presunte complicità nelle attività del marito, l’ex campione di pallamano Inaki Urdangarin, accusato di malversazioni per diversi milioni di euro. Insomma una vicenda che in Spagna devastata socialmente dai diktat della Trojka e investito dai fallimenti bancari, strozzata dalle ipoteche delle banche sulle famiglie, ha eroso la residua credibilità della Corona di Madrid.

E’ vero che l’arma della critica può diventare destabilizzante o pericolosa per il potere quanto la critica delle armi, ma creare una equivalenza di questo tipo tra terrorismo e critica alla Corona, appare indubbiamente un inaccettabile orrore politico e giuridico. Qualcuno dirà che un anacronismo tutto spagnolo in questi tempi di modernità. Al contrario è il segno dei tempi che viviamo, tempi in cui la ruota della storia sembra girare all’indietro fino a parole, atti, codici e azioni di stampo ottocentesco, quando il movimento operaio doveva ancora conquistarsi quello che è riuscito a conquistare nei decenni successivi. Ed anche l’anacronismo sulla difesa dell’immagine e dell’integrità della Corona spagnola, non deve sorprendere più tanto. Se ad esempio andate a verificare chi sono stati i firmatari del Trattato di Maastricht che ha istituito l’Unione Monetaria Europea (cioè l’euro), troverete che dei dodici firmatari di paesi europei sei sono presidenti della repubblica, cinque sono re o regine e poi c’è un granduca (quello di Lussemburgo). L’Unione Europea ha un cuore aristocratico dunque, guai a parlarne male. Va a finire che anche in Italia, il Presidente del Consiglio si ritenga un nuovo Lorenzo il Magnifico e pretenda di introdurre il reato di “lesa maestà”.

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