Come prova di amicizia eterna non è un granché. E sul piano legale rischia di diventare una bomba sotto il tavolo di trattativa per l’orrendo Ttip. l’”accordo di libero scambio” per unificare di fatto il mercato nordameticano e quello dell’Unione Europea.
La decisione del governo degli Stati Uniti di aprire una causa legale contro la casa automobilistica tedesca Volkswagen apre una serie di questioni molto delicate nel rapporto tra i due continenti. D agire sono stati il Dipartimento di Giustizia e l’Environmental Protection Agency (Epa), ma è chiaro che si tratta di una scelta condivisa dalla Casa Bianca. La querela è stata depositata a Detroit, nel Michigan, e verrà poi trasferita in California del Nord, dove già pende una class-action contro Volkswagen.
L’accusa è nota: Volkswagen ha truccato il software di controllo delle emissioni su 500.000 motori diesel da due litri e 85.000 da tre litri, per renderle compatibili con la normativa statunitense, violando così il Clean Air Act, che prevede sanzioni fino a 32.500 dollari per motore 2.000 e 37.00 per quelli di categoria superiore. Totale massimo: quasi 20 miliardi di dollari. Una cifra che rischia serimente di mettere fuori gioco la casa di Volksburg, costringendola a vendere pezzi importanti del gruppo per far fronte alle perdite (senza calcolare i risarcimenti chiesti dai privati attraverso class action e la caduta verticale di vendite, non solo negli States).
Volkswagen ha già confessato, scegliendo la strada della “collaborazione” con il governo più potente del pianeta, di aver truccato le centraline di ben 11 milioni di veicoli (600.000 solo quelli esportati negli Stati Uniti), e resta l’interrogativo di cosa potrà accadere se anche in altri paesi verrà scelta la strada della causa civile contro il gigante di Wolfsburg.
Non è la prima volta che un governo fa causa a un gruppo industriale multinazionale (famosa è quella dell’Unione Europea contro Microsoft, per esempio), ma questa cade nel momento in cui le trattative sul Ttip stanno affrontando un ostacolo di questo tipo: chi fa da arbitro in un conflitto legale tra una multinazionale e un governo? E gli Stati Uniti sostengono che debba farlo il dispositivo Isds, peraltro contenuto in centinaia di accordi di libero scambio siglati nell’ultimo quarto di secolo. Ovvero un “ente arbitrale” privato, composto da specialisti altrettanto privati, che si alternano senza problemi tra il ruolo di avvocato di parte e quello di giudice. Una privatizzazione della giustizia commerciale che ha già avuto, per molti paesi più deboli, effetti devastanti sulle normative nazionali (anti-inquinamento o anti-Ogm, per esempio).
Naturalmente, in questo caso gli Stati Uniti hanno affidato il caso ad un proprio tribunale nazionale. E si tratta di un gesto che non sarà stato molto gradito a Berlino. E quindi a tutta l’Unioe Europea.
Ma c’è anche di più, in questa vicenda industriale assai poco “pulita”, sia dal punto di vista ambientale che da quello etico. Una delle figure chiave dello scandalo è l’ex capo della divisione sviluppo motori e trasmissioni di Volkswagen, Wolfgang Hatz. Il quale, mentre era ancora in sella, si era distinto per le aspre critiche alle normative della California, che aveva imposto limiti più drastici alle emissioni dei gas delle auto. «Non sono realistici», aveva detto Hatz.
Un’affermazione che ha almeno due versanti. Il primo, tecnologico, investe tutta la logica (europea) dell’abbassamento progressivo dei limiti alle emissioni, come se non esistesse un limite fisico (non solo tecnologico) alla possibilità di eliminare senza residui determinate sostranze presenti nel carburante (diesel o benzina che sia).
Il secondo, più brutale, riguarda l’ordine delle priorità in campo ambientale. Secodo la visione di Hatz, quindi dell’impresa multinazionale, tocca alle imprese decidere cosa sia “realistico” fare oppure no. E se questo “realismo” – che ovviamente coincide con la possibilità di mantenere-massimizzare il profitto aziendale – entra in conflitto con il “realismo” delle leggi fisiche che regolano l’ambiente e la vita umana… tanto peggio per questi ultimi.
Tant’è vero che subito dopo ha dato ordine di truccare le centraline…
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