Il fronte della guerra sulla sponda sud del Mediterraneo si va allargando. Una incursione dei miliziani dell’Isis questa mattina in Tunisia, ha provocato durissimi scontri con l’esercito tunisino. Il bilancio è di almeno 53 morti. Lo ha confermato il ministero della Difesa tunisino precisando che tra le vittime, ci sarebbero 35 jihadisti, e 18 tra civili e militari. Tra le vittime anche una bambina di 12 anni. Sei jihadisti rimasti feriti sono stati catturati. La situazione – conferma il Ministero della Difesa – è ora “sotto controllo”. Il premier Habib Essid ha riunito una riunione urgente del Consiglio di sicurezza. La situazione – si legge nel comunicato congiunto dei ministeri Interni-Difesa – è oramai ”sotto controllo” ma e’ scattata una gigantesca caccia all’uomo in tutta la regione. Oggetto dell’incursione di un gruppo di terroristi armati a bordo di automezzi provenienti probabilmente dal territorio libico, sono state le caserme dell’esercito nella zona di Jallel, della polizia e della Guardia nazionale della città. Le autorità hanno imposto per motivi precauzionali la sospensione temporanea dei valichi di confine con la Libia di Ras Jedir e di Dehiba-Wazen, e il divieto di accesso all’isola di Djerba. Il premier Habib Essid ha incontrato il presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi per fare il punto della situazione e riguardo alle misure da adottare per la messa in sicurezza del confine libico. Il ministero dell’Interno tunisino ha disposto il coprifuoco a Ben Guerdane, ultima città prima del confine libico. La misura è scattata dalle 19 e durerà fino alle 5 del mattino. In Tunisia da alcuni giorni sono previsti alcune decine di soldati delle forze speciali britanniche. La Tunisia alcuni giorni fa, aveva rifiutato di sottoscrivere la risoluzione proposta dall’Arabia Saudita alla Lega Araba di condanna del movimento politico libanese Hezbollah. Qualche giorni dopo è scattata l’incursione dell’Isis. Una ulteriore conferma che la cabina di regia del “Califfato” in Libia sia più a Riad che a Sirte.
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