Una delegazione nordcoreana ad alto livello, guidata dal numero due del Partito ed ex Ministro degli esteri Ri Su-yong è giunta oggi in Cina; il motivo della visita, scrive l’agenzia sudcoreana Yonhap che ne ha dato notizia, non è noto, ma pare lecito supporre che la questione nucleare, quantomeno, non rimarrà fuori dai colloqui tra Pechino e Pyongyang. Non foss’altro perché questa è la prima visita di una delegazione nordcoreana in Cina, dal momento dell’esperimento nucleare di Pyongyang nel gennaio scorso e del lancio sperimentale di alcuni missili, che avevano suscitato reazioni negative in Cina. In ogni caso, nota la Yonhap, i rapporti di amicizia tra i due stati sarebbero stati confermati, proprio negli ultimi giorni, dalla presenza del leader Kim Jong-Un e molti alti esponenti politici nordcoreani a un incontro sportivo tra squadre nordcoreane e cinesi.
Come che sia, tanto Pechino che Mosca non hanno accolto favorevolmente il lancio sperimentale oggi (peraltro non riuscito, come i tre precedenti dell’aprile scorso) di un nuovo missile balistico nordcoreano a media gittata del tipo “Musudan”, invitando Pyongyang a rispettare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza ONU, che vietano i lanci con l’utilizzo di tecnologia balistica. Ieri, in vista del possibile lancio, Tokio aveva allertato le proprie forze di “autodifesa”, perché si tenessero pronte a intercettare l’eventuale missile; stamane, Seoul aveva messo le proprie forze in stato di massima allerta. Nonostante l’insuccesso del tentativo, il Ministro degli esteri giapponese Fumio Kishida non ha mancato di definire l’azione nordcoreana una “inammissibile provocazione, diretta contro la comunità internazionale”.
Da parte sua, Pyongyang è tornata nei giorni scorsi sulla questione del nucleare, accusando Barack Obama di “ipocrisia e spudoratezza” per aver definito, durante la riunione del G7 in Giappone, il programma nucleare nordcoreano una minaccia per la regione, per gli USA e la sicurezza mondiale, oltre a ostacolare la creazione di un mondo senza armi nucleari e lo ha “fatto proprio in Giappone, bombardato dagli USA con l’atomica”, hanno stigmatizzato a Pyongyang. In una dichiarazione pubblicata da Nodong Sinmun, il Ministero degli esteri afferma che la RPDC continuerà a rafforzare quantitativamente e qualitativamente il proprio potenziale nucleare. Le affermazioni statunitensi, è detto, hanno l’obiettivo di “indebolire il potenziale nucleare degli altri stati e rafforzare le capacità militari USA”; la RPDC, è detto ancora, “rispetterà i propri impegni nel campo della non proliferazione, perseguendo conseguentemente la denuclearizzazione globale”.
Riguardo alle nuove sanzioni adottate dalla UE nei confronti di Pyongyang, il portavoce del Ministero degli esteri nordcoreano afferma che sono “la copia delle sanzioni unilaterali americane, che gli USA hanno imposto dopo il loro tentativo fallito di far adottare al Consiglio di sicurezza ONU una risoluzione sul blocco del nostro paese”; il passo europeo “testimonia che la UE segue apertamente la politica ostile degli USA, tesa a soffocare la RPDC”.
In risposta alle sanzioni di ONU, USA, UE, Corea del Sud e Giappone per il programma nucleare-missilistico di Pyongyang, la Corea del Nord ha dato il via, lo scorso 29 maggio, a una campagna di 200 giorni di appoggio popolare alla leadership del paese, in particolare alle decisioni adottate dal 7° congresso del Partito del lavoro e al piano quinquennale di sviluppo economico.
FP
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