Sarà forse una “crisi di crescita” che non intaccherà l’aumento dei consensi dell’estrema destra tedesca, chissà.
Fatto sta che Alternativa per la Germania, reduce dal boom elettorale nelle elezioni regionali in alcuni Land di marzo, è scossa in questi giorni da un duro scontro politico e di potere scaturito da alcune dichiarazioni antisemite del dirigente e deputato regionale del Baden-Wurttemberg Wolfgang Gedeon.
Nelle ultime settimane, forse proprio per forzare uno scontro interno già latente, l’ex maoista Gedeon si è lasciato andare a una serie di commenti sulla ‘questione ebraica’ che hanno fatto andare su tutte le furie altri dirigenti locali di Alternative für Deutschland. Citazioni tratte dai ‘Protocolli dei Savi di Sion’ e poi dichiarazioni come “l’Olocausto si è convertito in una religione civile dell’Occidente”, oppure “l’ebraismo è il nemico interno dell’Occidente, mentre l’Islam è quello esterno” e altro ancora.
Se l’islamofobia rappresenta una delle basi ideologiche del nuovo partito dell’estrema destra tedesca in doppiopetto, insieme ad un rifiuto da posizioni egoistiche e razziste dell’Unione Europea considerata sostenitrice dell’immigrazione e dei nullafacenti che abitano i paesi del sud del continente, l’antisemitismo rappresenta un argomento evidentemente divisivo. Oltre che un tema unanimemente e trasversalmente considerato tabù che potrebbe sbarrare la strada all’ascesa della formazione al potere.
A marzo AfD irruppe nel parlamento regionale di Stoccarda con addirittura il 15% dei voti, ottenendo ben 23 deputati nel Land più ricco della Germania e con i tassi più bassi di disoccupazione del paese.
Ma ora lo scontro tra Gedeon e i suoi avversari interni ha portato ad una vera e propria scissione, con la fuoriuscita dal gruppo parlamentare di AfD di 12 deputati che hanno dato vita ad un altro gruppo denominato “Alternativa per il Baden-Württemberg”. La scissione è stata guidata da Jörg Meuthen, ex capogruppo di AfD nell’assemblea regionale, dopo che la sua richiesta di espellere l’antisemita Gedeon dal partito e dal Parlamento non ha trovato il sostegno dei vertici nazionali della formazione xenofoba, neanche dopo che il dirigente locale aveva minacciato le sue dimissioni e poi la scissione, scattata nonostante le dimissioni rassegnate ‘volontariamente’ da Gedeon.
La giovane e rampante leader di Alternative für Deutschland, Frauke Petry, ha fatto di tutto per isolare la fazione di Meuthen e poi per minimizzare la spaccatura, affermando che si tratta di una diatriba di carattere locale che potrebbe comunque presto rientrare, senza mai prendere una esplicita posizione sulle affermazioni antisemite di Gedeon. Nel frattempo la direzione federale del partito ha però riconosciuto i parlamentari fuoriusciti in Baden-Wurttemberg come i legittimi rappresentanti della formazione a livello locale, in considerazione anche del fatto che Jörg Meuthen condivide insieme a Frauke Petry la leadership federale di un movimento reduce da numerose scissioni nonostante i soli tre anni di esistenza. Pochi mesi fa erano stati proprio Petry e Meuthen a estromettere dalla direzione e poi a cacciare altri fondatori del movimento spostando notevolmente a destra il messaggio e la collocazione politica della formazione nata da una scissione di destra della Cdu. Sullo sfondo dello scontro sull’antisemitismo, tra Meuthen e Petry non corre buon sangue anche a causa della competizione per la corsa alla candidatura a primo ministro in vista delle elezioni politiche federali previste l’anno prossimo. Il partito è dato dai sondaggi addirittura tra il 12% ed il 14% a livello statale, e più la posta in gioco diventa alta più aumenta la competizione interna per la leadership del movimento di estrema destra.
Che qualche giorno fa, approfittando della sconfitta della nazionale tedesca di calcio agli europei francesi ne ha approfittato per ribadire le sue tesi xenofobe. E’ stata in particolare Beatrix von Storch che, appena terminata la gara con la nazionale francese, ha twittato: “Forse la prossima volta dovrebbe giocare di nuovo la Nationalmannschaft (la nazionale tedesca)?”, sottintendendo che quella uscita sconfitta ieri dal campo di Marsiglia non era la vera “nazionale” perché ‘infiltrata’ da troppi calciatori di origine straniera. La dirigente di Alternative für Deutschland non è nuova a queste sparate sui social. Famosa la sua proposta di schierare l’esercito tedesco ai confini e autorizzarlo all’uso delle armi da fuoco per dissuadere donne e bambini profughi dal violare il sacro suolo della patria. E sempre per rimanere in tema calcistico, qualche settimana fa un altro dirigente del partito di estrema destra, Alexander Gauland, aveva affermato in un’intervista di apprezzare il calciatore di origini africane Jérôme Boateng come difensore ma aggiungendo che “la gente non lo vorrebbe come vicino di casa”.
Marco Santopadre
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