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L’Unione Europea pronta a deportare i profughi afgani

Un accordo con Kabul permette agli Stati UE di “rimpatriare” un numero illimitato di richiedenti asilo

La notizia viene riportata dal the Guardian, che cita note della commissione “trapelate” e un accordo già firmato ma non ancora reso pubblico. Alla base dell'accordo ci sarebbero le pressione della UE pronta a bloccare gli aiuti al governo dell'Afghanistan nel caso non avesse accettato un accordo che prevede la riammissione in patria dei profughi a cui non è stato garantito il diritto di asilo dai paesi europei: in cambio l'Unione promette un piano di aiuti economici che durerà per i prossimi quattro anni, la classica offerta che non si può rifiutare per un paese che può contare soltanto su un 10,4% del proprio PIL prodotto internamente, quindi totalmente dipendente dagli aiuti stranieri.
I profughi afgani sono il secondo maggiore gruppo di richiedenti asilo in UE, ben 196.170 richieste nel 2015. La previsione del grandissimo numero di deportazioni porterà alla costruzione di un terminal dedicato all'aeroporto di Kabul.
L'accordo aprirà anche al rimpatrio di donne e bambini, fino a oggi previsto solo dalla democraticissima Norvegia: “misure speciali assicureranno che tali gruppi vulnerabili ricevano una protezione adeguata, assistenza e cura attraverso l'intero processo” recita una nota. Sotto simili protezioni è previsto anche il rimpatrio di minori non accompagnati.

Un tristissimo bagno di realtà per tutte le persone che vedono ancora l'Unione Europea come un'isola dei diritti umani, nonostante le migliaia di morti nel Mediterraneo e l'accordo criminale per il blocco dei migranti con la Turchia. Chi si lamentava che la Brexit avrebbe pesato soprattutto sulla pelle dei migranti dovrebbe sensibilmente riconsiderare le ragioni del Remain di qualsiasi Stato membro.

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