Juan Gonzàlez (capo redattore) ed Amy Goodman (direttrice del programma) intervistano alcuni attivisti Anti-Trump
da Democracy Now
Da dove ricominciamo? Parlano l’ex consulente di Bernie Sanders e l’organizzatrice del Movimento Chicano*, facendo appello ad organizzarsi in massa.
Quella che segue è una prima e veloce trascrizione della conversazione telefonica via Skype con Jodeen Olguìn – Tayler, leader femminista del movimento Chicano, attivista e vice presidente dell’ organizzazione Demos** e con Becky Bond, attivista progressista di lungo corso ed ex consulente responsabile della campagna volontaria per Bernie Sanders; il suo nuovo libro è “Alcune regole per i rivoluzionari: come una grande mobilitazione di massa può cambiare il mondo.” Ci scusiamo per eventuali imperfezioni.
Inizio programma:
Mentre le proteste contro il neo-eletto Presidente Trump, continuavano per la seconda notte, ovunque nelle città degli Stati Uniti, registriamo un aumento di denunce da parte di Latinos, Musulmani, Afroamericani e membri della comunità LGBTQ, nonché di intimidazioni nei loro confronti; questo è un primo risultato prodotto dalla retorica di Trump. Discutiamo delle reazioni delle organizzazioni e degli attivisti alla vittoria di Trump con Becky Bond, attivista progressista di lungo corso, nonché consulente per la campagna volontaria di Bernie Sanders; il suo ulitimo libro “Regole per rivoluzionari: come una grande mobilitazione di massa può cambiare tutto.” Ci siamo anche collegati con il Congresso di Facing Race (spazio di collaborazione multirazziale ed intergenerazionale sponsorizzato da Race Forward, il “Centro per l’Innovazione della Giustizia Razziale”) ad Atlanta in Georgia, dove abbiamo parlato con femminista di origine chicana Jodeen Olguìn- Tayler, attivista di movimento e presidente di Demos. Lei ha aiutato ad organizzare le proteste qui a New York, alla TrumpTower, e quelle di New York City prima e dopo le elezioni; è stata fondamentale nel coordinamento della campagna di #100: la lettera alla Nazione scritta con i co-fondatori del Black Lives Matter.
JUAN GONZALEZ: ora andiamo ad ascoltare la reazione alla vittoria di Trump di martedì attraverso la voce degli attivisti e degli organizzatori delle proteste. Le manifestazioni anti-Trump sono continuate per la seconda notte consecutiva da una parte all’altra del paese, in moltissime città – New York, Philadelphia, Dallas, Oakland, Portland per citarne solo alcune. I dimostranti sono scesi in strada, dando voce alle proprie paure: che il trionfo politico di Trump, potrebbe assestare un brutto colpo ai diritti civili. Quello che parla è un’insegnante della scuola media, che insegna a studenti immigrati, durante una protesta a Washington D.C.
INSEGNANTE: Molti di loro sono veramente confusi, disorientati da questi risultati elettorali; dico questo perché quando spiego loro, come Trump ha, tra virgolette, “vinto”, loro mi fanno sempre la stessa domanda:” prof., ma verrò veramente espulso dal paese?”
Durante tutte le ore di lezione, sempre la stessa domanda: abbiamo intenzione di espellerli tutti?
JUAN GONZALEZ: In aggiunta a queste paure, si sono moltiplicate le denunce di intimidazioni nei confronti di Latinos, Musulmani, Afroamericani e membri della comunità LGBTQ, che non sono altro che il risultato della retorica Trumpiana. Centinaia di persone di colore, ovunque nel paese, hanno riferito di essere state attaccate, molestate, minacciate o insultate fisicamente e verbalmente, subito dopo l’elezione di Trump, martedì scorso. Nel liceo Southern Lehigh, in Pennsylvania, gli studenti, ed il preside riferisce e tiene a sootolineare, gli studenti bianchi, hanno chiamato i loro colleghi, semplici studenti neri, “negri raccoglitori di cotone”, usando il saluto a braccio teso, gridando “Heil Hitler!”. Alla Royal Oak, un liceo del Michigan, studenti bianchi hanno iniziato ad intonare “costruiamo il muro, costruiamo il muro.” Un altro insegnante ha postato su un social media che una ragazzina di 10 anni era stata ritirata dalla scuola perché, un suo coetaneo le aveva toccato la vagina, quindi, a quanto si dice, le si era rivolto con un commento del tipo “se lo fa il Presidente, posso farlo anche io.”
AMY GOODMAN: Molte donne hanno riferito di non portare l’hijab (tipo di velo islamico che copre solo il collo e la testa della donna, lasciando scoperto il viso) quando escono, per paura, mentre altre hanno riferito che l’hijab gli è stato strappato dal volto mentre erano in pubblico. A Woodland Hills, in California, una sedicenne ha raccontato ai media locali che mentre era nel campus, uno studente l’aveva aggredita alle spalle, cercando di strapparle il velo, quindi gridandole, testualmente “Non dovresti metterti questa roba, towelhead (letteralmente “testa con l’asciugamano”, termine spregiativo per persone medio-orientali che vestono velo e/o turbante, da cui un film del 2007). Tu non sei americana. Questa non è America!” chiuse le virgolette. In un campus vicino Buffalo, nello stato di New York, un bambolotto nero è stato trovato impiccato nella cabina di un ascensore, mentre a Wellsville, sempre nello stato di New York, è stata trovata una svastica con la scritta “RENDIAMO L’AMERICA DI NUOVO BIANCA” dipinta sulla panchina di un campo da baseball. Diverse “linee amiche” della comunità LGBTQ, che si occupano generalmente di suicidi, stanno riferendo, in questi giorni, che il numero delle chiamate, da martedì è cresciuto significativamente, e che le compagnie stanno reclutando altri volontari per coprire il servizio.
Inoltre, gli attivisti fanno sapere che stanno organizzando un forte movimento di resistenza contro la Presidenza di Donald Trump. Diversi gruppi da Black Lives Matter al Comitato politico d’azione di “The Color of change” (organizzazione di giustizia razziale on-line), dichiarano che si stanno preparando per una lotta a breve termine contro le politiche di Trump, diremmo noi, a lungo termine.
Bene, ed ora siamo stati raggiunti da altri due ospiti; Becky Bond, attivista progressista di lunga esperienza ed ex consulente responsabile della campagna volontaria per Bernie Sanders. Ha un nuovo libro in uscita Regole per rivoluzionari :come una grande mobilitazione di massa può cambiare tutto.” E direttamente dal Congresso di Facing Race che si sta svolgendo ad Atlanta abbiamo Jodeen Olguìn-Tayler, una femminista chicano di Demos dove lei lavora come analista dei social- media e di cui è vice-presidente; è lei che ha organizzato le proteste qui alla Trump Tower di New York ed ha anche aiutato a coordinare la famosa lettera alla nazione #100, scritta in collaborazione con i co-fondatori del Black Lives Matter, ed altri, sia per valutare criticamente la vittoria di Trump, che per capire come muoversi da qui in avanti.
Bene benvenute a Democracy Now! Volevo cominciare proprio con Becky Bond. Secondo te cosa si è verificato e cosa credi che succederà, Becky?
BECKY BOND: Beh, credo che molti di noi, la maggioranza, è rimasta stordita; c’è gente che sta perdendo il sonno, a causa di quello che è successo martedì notte. Ma quando guardiamo a cosa è successo nell’ultimo anno, non dovrebbe essere una sorpresa per noi comprendere come è potuto succedere. Abbiamo avuto una campagna della Clinton che non parlava alla reale piaga del paese, ai reali problemi che sentiva l’America; non offriva soluzioni radicali di cui abbiamo bisogno per risolvere i problemi urgenti del nostro tempo. Quello che ora dovrebbe succedere, secondo noi, non è solo che dobbiamo resistere, ma che abbiamo anche bisogno di ricostruire le nostre istituzioni democratiche, perché abbiamo visto che gli elettori, non hanno votato tanto per Trump, quanto per un clamoroso, enorme rigetto per il “Clintonismo” ed il neoliberismo.
JUAN GONZALEZ: Jodeen Olguìn Tayler, puoi intervenire, sei al congresso, giusto? Si? Bene…Quali sono i temi principali con i quali vi state confrontando lì, in termini di strategie, in futuro?
JODEEN OLGUIN –TAYLER: Stiamo parlando di come terremo conto del fatto che una maggioranza, una larga maggioranza di persone di colore, sostengono una così differente visione di questo paese. E in modo particolare dobbiamo tenere conto del fatto che, il 53% delle donne bianche ha votato per avere un predatore sessuale, un razzista, come neo Presidente – eletto di questo paese.
AMY GOODMAN: Jodeen, tu eri proprio a New York, poco prima di andare ad Atlanta per questo congresso…Oh… Skype si è bloccato….Beh torniamo per un momento a Becky…Becky prima di martedì, il grande dibattito, il grande argomento di discussione era che vari pezzi di partito sono fuori gioco. Ora il Partito Repubblicano sta, a dir poco, cercando di capire come possano ricompattarsi di nuovo, ma sembra che lo stiano facendo molto, troppo velocemente. E’ nel Partito Democratico che la gente sta dicendo, “da che parte andremo ora?” Sì, diranno, abbiamo l’ala di Sanders, abbiamo Elizabeth Warren***, e.. e chi altri?
E cosa succederà? Tu sei consigliera di Bernie Sanders…sei molto vicina a lui.
BECKY BOND: Beh, sai , noi abbiamo, innanzitutto, un enorme numero di giovani in questo paese. Se il voto dei “millennial” avesse deciso l’esito delle elezioni, allora il Segretario Clinton avrebbe vinto con una vittoria schiacciante; perciò tutto quello che dobbiamo fare è guardare al futuro; dobbiamo ricostruire il Partito Democratico, negli USA.
Una delle cose che ho scritto nel libro con Zack Exley sulle nostre esperienze durante la campagna elettorale, dal titolo Regole per rivoluzionari è qualcosa che abbiamo imparato facendo la campagna: la gente sta aspettando di essere chiamata a fare qualcosa di grande, e non ha nessun interesse a fare qualcosa di piccolo per vincere qualcosa di piccolo. Ma se dici, “stiamo andando a conquistare un grande cambiamento,” ci metteranno tutta la volontà per fare del loro meglio. Quindi abbiamo bisogno di milioni di persone da coinvolgere in questo processo. Abbiamo bisogno di coinvolgere la classe operaia bianca, i lavoratori bianchi, abbiamo bisogno degli afroamericani, abbiamo bisogno della classe lavoratrice dei Latinos, ed abbiamo bisogno di costruire una coalizione che ci porti veramente a conquistare quei cambiamenti, che miglioreranno le vite della gente, gente che è finita a votare per Trump perché non credeva che Clinton avrebbe cambiato questo paese in meglio. Perciò, ora, abbiamo bisogno di iniziare quella ricostruzione, che inizia cogliendo l’importanza di un grande approccio organizzativo.
La Clinton ha fatto un grande errore durante la sua campagna elettorale, non coinvolgendo la gente. Si sono focalizzati solo sui consiglieri. Hanno deciso che c’erano veramente poche persone in questo paese, che avevano realmente bisogno di essere persuase e per di più, erano soltanto in alcuni stati. Hanno dato per scontato l’elettorato tradizionale.
Abbiamo bisogno di una grande campagna, e che, indirizzata a tutti i problemi del momento, arrivi a mettere al centro un messaggio comprensibile a tutti, perché se non risolviamo problemi come il razzismo strutturale, non risolveremo mai la disuguaglianza economica. E questo lavoro bisogna cominciarlo ora. La buona notizia è, che c’è un gran numero di persone là fuori, che si stanno chiedendo “Cosa posso fare?”, non soltanto “Come è potuto succedere?” ma “Cosa faccio, ora?” e questa è una delle ragioni del perché quelli di noi che erano nella campagna di Bernie, stanno uscendo fuori per dire sul serio, “Ecco, questo è quello che abbiamo iniziato; ora diteci voi, cosa farete nel movimento Black Lives Matter, cosa sta succedendo a chi è impegnato in prima linea nelle lotte sul gasdotto in Dakota. Dobbiamo mettere insieme tutte queste lotte; e dobbiamo combattere per grandi cose.
JUAN GONZALEZ: Si Jodeen, sei di nuovo con noi ora. Per esempio, cosa ci dici di questa cosa, del punto di vista, nell’opposizione ufficiale, che il Presidente Obama ha esposto e che Hillary Clinton dovrebbe seguire – che insomma, ora è il momento di vedere cosa possiamo fare, per fare in modo che il Presidente Trump riesca nel suo mandato – qual è la tua reazione a questa affermazione?
JODEEN OLGUIN TAYLER: Sì, direi che sono d’accordo con Becky che ci sono milioni di persone in questo paese, che proprio ora si stanno chiedendo cosa possono fare; noi siamo veramente molto felici che ci siano, si, che ci siano delle risorse a disposizione da tutto il paese, disposte a mettersi insieme e ad impegnarsi ad agire, ed a seguire esplicitamente donne e leadership di colore, che hanno una visione del paese, come dire in avanzamento, che è un punto di vista pro – immigrati, un’idea pro – donna, che include una visuale a favore delle vite dei neri, una fine per la cultura dello stupro ed una fine per la Islamofobia. Più di un centinaio di donne di colore, ci hanno avvicinato e il mattino subito dopo l’elezione abbiamo scritto una lettera a questa nazione, che diceva, “ Questa che proponiamo è un’ idea che guarda avanti. Unisciti a noi. Impegnati ad agire, non soltanto nelle prime cento ore, non soltanto nei primi cento giorni, ma oltre, molto oltre”. Firmando questo impegno, la gente si sta rendendo disponibile a prendere informazioni da tutte quelle 100 e più organizzazioni, guidate da donne di colore, per sapere come è meglio fare per continuare ad agire, come possono restare uniti e proteggere le nostre comunità migranti, proteggere i nostri fratelli e sorelle musulmani, e restare uniti per una nazione che ha bisogno di essere guidata da donne di colore, se vuole essere una nazione che funzionerà, e che sia un buon paese per tutti noi.
AMY GOODMAN: Donald Trump ieri sera ha tweetato, “E’ stata proprio un’elezione presidenziale molto aperta e di successo. Ora i professionisti della protesta, incitati dai media, stanno manifestando.Tutto questo è molto sleale!” Jodeen, la tua risposta a questa dichiarazione? Sto anche osservando che nei media mainstream, come CNN, stanno parlando di “attivisti professionisti”, che sono fuori nelle strade adesso,cercando così di delegittimare il livello della protesta, che proprio adesso si è espansa in tutto il paese. Quel termine, “attivisti professionisti.”JODEEN OLGUIN – TAYLER: Sai, credo che Donald Trump sia molto spaventato ed ha bisogno di essere molto spaventato da un pubblico che la democrazia la osserva non come uno spettatore osserva una gara sportiva, da gente che crede che abbiamo bisogno di essere, di tornare nelle strade noi dobbiamo essere capaci di governare noi stessi, perchè questo è il vero spirito della democrazia. Migliaia e migliaia di donne, decine di migliaia, nelle settimane che portavano alle elezioni, donne di colore, sopravvissute a vioenze sessuali, si sono conquistate le strade per protestare contro i nastri e le dichiarazioni di Trump. E queste non erano professioniste dell’attivismo. Erano decine di migliaia di donne che erano uscite per le strade, con un comunicato in anticipo di 36 ore, perché sapevano bene cosa vuol dire avere come Presidente eletto, un predatore sessuale razzista, qualcuno che crede in un governo autoritario, che non crede che la nostra democrazia deve essere e dovrebbe appartenere a ciascuno di noi. Noi non siamo professionisti della protesta. Siamo madri. Siamo sorelle.Siamo figlie. Siamo persone di questa nazione. Amerei vivere in un paese dove tutti i funzionari eletti si accorgessero che l’attivismo della gente, il desiderio di partecipare nella nostra democrazia, sarebbe veramente quello di cui ha bisogno la nazione.
JUAN GONZALEZ: Becky Bond, vorrei chiederti, se potessi, giusto in 30 secondi, spiegarci come questo trasferimento, spieghiamo meglio– Bernie Sanders si è dichiarato in sostegno di Keith Ellison del Minnesota come nuovo Presidente del DNC (Comitato Nazionale del Partito Democratico), in sostituzione di Donna Brazile, che in realtà al momento è solo un presidentte ad interim. La tua percezione riguardo l’importanza di questo gesto; è per caso perché si ritiene responsabile la leadership del Partito Democratico per la strategia perdente di questa tornata elettorale?
BECKY BOND: La prima cosa da fare è sostituire le persone responsabili nel DNC per la debacle della campagna della Clinton, ed inserire un vero leader, come Kieth Ellison, che parla ai giovani di questo paese, che parla alla comunità afro-americana, che parla alla comunità dei lavoratori e delle lavoratrici. Abbiamo bisogno di una nuova leadership nel DNC. KeithEllison deve entrare e ripulire la casa, quindi cominciare a ricostruire, così da poter avere una sorta di consultazione “simulata” nel 2018 e quindi sostituire Donald Trump nel 2020.
AMY GOODMAN: Vogliamo ringraziare entrambe, Becky Bond e Jodeen Olguìn- -Tayler, per essere state con noi. Ringraziamo ancora Jodeen, che era nelle strade di New York proprio due notti fa, e che ora è ad Atlanta al congresso di Facing Race. Qui Democracy Now! Inchiesta Guerra e pace. Torniamo fra un minuto.
*Chicano o Chicana (anche scritto Xicano o Xicana) è l'identità per sé scelta dalla popolazione di origine messicana residente negli Stati Uniti d'America.
** Demos è un ‘organizzazione politica che lotta per l’eguaglianza di parola, ed uguali possibilità economiche, negli Stati Uniti
***Economista,senatrice democratica nel Massachusetts, consigliere speciale per il Dipartimento del Tesoro sotto la prima amministrazione Obama
* Traduzione e cura di Francesco Spataro
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T.S.
Il fermento che pervade la società statunitense all'indomani dell'elezione di Trump è un fatto positivo sotto molti aspetti, tuttavia, sono rimasto abbastanza allibito dal fatto che gli attivisti intervistati perseverino a considerare i diritti civili la radice da cui partire. Dispiace dirlo, ma fino a quando in USA, come nel resto del mondo, i progressisti non si metteranno in testa che le fondamenta del cambiamento si costruiscono combattendo per diritti sociali diffusi, da cui poi deriva tutto il resto, diritti civili compresi, non si andrà da nessuna parte. E' davvero desolante che 8 anni di preisidenza Obama non abbiano insegnato nemmeno questo a livello di massa.