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A proposito… A che punto è la Brexit?

L'apocalisse annunciata non c'è stata. Il percorso per contrattare la separazione tra Gran Bretagna e Unione Europea non è neppure formalmente iniziato. Tuute le multinazionali operanti nel Vecchio Continente stanno facendo i calcoli sui pro o contro per i propri bilanci (fregandosene come sempre altamente della tenuta del sistema o degli "ideali e valori" dell'Europa unita), la finanza ha già preso le misure, immaginando possibilità di business anche più redditizie facendo – in Gran Bretagna – da cerniera tra Usa e Europa (come prima), ma con le meani più libere per fare altrettanto con Russia e Cina.

Insomma, un processo complesso, da studiare, cancellando dalla mente tutte le stronzate neoliberiste che via hanno propinato in ocasione delle campagne elettorali per la Brexit, le elezioni presidenziali Usa e il referendum italiano.

Direttamente dalla stampa inglese, con traduzione e cura di Francesco Spataro.

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Brexit e Gran Bretagna: cosa è successo finora?


Dal sito della BBC, sezione News

Il 23 giugno Il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione Europea, ma non è ancora chiaro cosà succederà nel paese durante il percorso verso la Brexit.

Qui di seguito evidenziamo gli ultimi sviluppi, in alcuni settori strategici per il paese, che hanno fatto seguito all’esito del voto.

Economia

Molti economisti prima del referendum avevano previsto un impatto significativo ed immediato sull’economia britannica e sulla fiducia del consumatore, se quest’ultimo avesse votato perché il paese lasciasse la UE. Ma finora queste previsioni non si sono avverate.

Gli ultimi dati, forniti dal settore dei servizi, mostrano che l’economia, dopo il voto della Brexit, è cresciuta dello 0.5% negli ultimi tre mesi; più delle stime degli analisti (che lo davano allo 0.3%), ma meno di quanto avvenuto nel trimestre precedente (0.7%).

Nel suo rapporto, stilato per il rendiconto autunnale, l’Ufficio responsabile per l’attribuzione del bilancio previsionale ha aggiornato le sue previsioni di crescita per l’anno 2016 dal 2.0% al 2.1%, ma lo ha ridotto per l’anno 2017 dal 2.2% all’ 1.4%.

Il debito pubblico era stimato in 122 miliardi di sterline fino al 2021, un dato peggiore di quello previsto nel bilancio del mese di marzo.

La Banca d’Inghilterra ha aumentato la stima della crescita economica per l’anno prossimo dallo 0.8% all’1.4%, ma ha tagliato le aspettative per il 2018 dall’1.8% all’1.5%.

La fiducia dei consumatori è tornata ai livelli pre-referendum nel settembre, quando si sono lasciati alle spalle le preoccupazioni, ed hanno ricominciato a spendere. Secondo GfK (acronimo di Gesellschaft für Konsumforschung, affidabile società tedesca di ricerche di mercato dal 1934), i consumatori sono stati aiutati da salari più alti, da un minore tasso di inflazione e da un abbassamento dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra. L’indice della fiducia dei consumatori è tornata ai livelli pre-Brexit, balzando avanti di sei punti, con il più alto rialzo mensile dal giugno 2015. Questo continuo aumento della spesa dei consumatori è confermata anche dai dati delle vendite al dettaglio nel Regno Unito. In genere, le vendite, sono continuate a crescere negli ultimi tre anni, ed in agosto hanno raggiunto il +6.2%, dato maggiore rispetto a quello dello stesso mese dell’anno precedente.

La ONS (Ufficio Nazionale di Statistica, l'equivalente della nostra Istat) ha dichiarato che

Nel loro complesso, i dati non suggeriscono un maggior calo della fiducia del consumatore nel periodo post-referendum.”

L’inflazione, secondo l’ Indice dei Prezzi al consumo (CPI) è salita dallo 0.5% del mese di giugno, all’1% del mese di ottobre. I prezzi delle materie prime sono cresciuti, in parte a causa del calo della sterlina, ma la ONS afferma che “tuttavia c’è stato un piccolo segnale, alimentato dai prezzi al consumo.”

 

Tempistica per l’ inizio ufficiale del processo di Brexit

Il Primo Ministro inglese, Theresa May, che ha sostituito David Cameron, il quale aveva lasciato all’indomani del referendum, ha annunciato che la prima decade del mese di ottobre, sarà il termine ultimo per l’inizio del processo formale della Brexit. La May ha dichiarato inoltre, che sarà dato libero corso all’articolo 50* del Trattato di Lisbona, con il quale si darà inizio ai negoziati formali della durata di due anni, poco prima della fine di marzo del 2017; questo in pratica vuol dire che la Gran Bretagna, sarà fuori dalla UE per l’estate del 2019.L’Alta Corte ha riconosciuto la validità di un ricorso legale, per costringere il governo a dare ai membri del Parlamento, la possibilità di dire la loro, prima che venga applicato l’articolo 50; il Governo, però, sostenendo che il proprio mandato proviene dall’esito referendario, è ricorso a sua volta. Il caso verrà discusso in Corte Suprema il prossimo Dicembre.

 

Moneta

La sterlina è calata drammaticamente, dopo il voto per la Brexit alla fine di giugno. Il calo, sceso ad una quotazione pari a quella di tre anni fa sull’euro, ha fatto seguito all’annuncio di Theresa May, che il Regno Unito avrebbe iniziato i negoziati formali per la Brexit alla fine di marzo. Il 24 novembre la sterlina valeva $1.25, poco più della quotazione che si era registrata dalla vittoria elettorale di Donald Trump. Lo stesso giorno, veniva scambiata sull’Euro ad 1.18. Un anno prima valeva €1.42.

La persistente debolezza della divisa, è stata accentuata dal taglio dei tassi d’interesse e dalle misure incentivanti l’economia, determinate dalla Banca d’Inghilterra. Il calo della sterlina aiuta gli esportatori, ma fa aumentare il costo delle vacanze per il turista britannico, e ha fatto aumentare il costo delle importazioni per i produttori. La caduta della sterlina ha innescato una situazione di stallo fra Tesco ed il suo più grande fornitore, Unilever , che voleva aumentare i prezzi in Gran Bretagna, per controbilanciare il calo della valuta. Questo ha costretto la Tesco a smettere di vendere alcuni fra i marchi più importanti – fra i quali Marmite – offerti ai consumatori che utilizzano il commercio on-line.

Tuttavia, il settore che ha più beneficiato di una sterlina più vantaggiosa, è stato proprio il settore turistico britannico, dal momento che una sterlina più debole, rende l’ Inghilterra una meta più conveniente per i turisti d’oltremare. La ForwardKeys, una società di analisi del settore turistico, ha dichiarato che le prenotazioni sui voli per la Gran Bretagna, dopo il voto, sono cresciute del 7.1%. Caissa Touristic, un tour operator specializzato in viaggi dall’Europa per la Cina, afferma di aver notato, questa estate, un incremento del 20% delle richieste e delle prenotazioni, rispetto lo stesso periodo dell’anno scorso; perfino Ryanair, la compagnia aerea irlandese low cost, ha assistito ad una ripresa del numero di viaggiatori d’oltremare, diretti a Londra, Manchester, Liverpool, Leeds o verso la Scozia.


 

Tassi di interesse

Dalla tornata elettorale, la Banca d’Inghilterra ha intrapreso una serie di passi per rilanciare l’economia britannica. Ad Agosto ha tagliato i tassi di interesse dallo 0.50% allo 0.25%, la prima riduzione nel costo del prestito bancario dal 2009, portando i tassi britannici ad un nuovo ribasso da record. La Banca nel mese di Novembre ha lasciato il tasso d’interesse principale allo 0.25%; l’Istituto ha annunciato anche una fortissima estensione del suo programma di quantitative easing, con una somma extra di 70 miliardi di sterline; un piano da100 miliardi di sterline sarà attivato per costringere gli istituti di credito, ad offrire un basso tasso di interesse sia ai nuclei familiari che alle imprese.

Uno degli effetti del taglio ai tassi di interesse è l’aggravamento del deficit di crescita dei fondi pensione, a causa del calo della cessione dei bonds. Nello stesso tempo il calo della cessione riduce le entrate dai fondi pensionistici, ottenute dai loro investimenti.

 

Negoziati e trattative

Theresa May ha incontrato i leaders dell’ UE, inclusa la Cancelliera tedesca Angela Merkel, ed il presidente francese Francois Hollande, ma i negoziati formali sulla uscita del Regno Unito, e le future relazioni ad essa collegati, devono ancora iniziare. I leaders europei hanno dichiarato che, prima che i negoziati possano iniziare, si deve dar corso all’articolo 50 del Trattato di Lisbona.

Il Governo non ha ancora specificato nel dettaglio cosa vuole ricavare dalle trattative; si riporta che la differenza, la faranno i dati chiave sull’equilibrio fra libero mercato e freni all’ immigrazione. A Mrs. May è stato più volte richiesto di specificare a cosa vuole che la Brexit somigli, ma lei ha sempre rifiutato di esprimersi, trincerandosi dietro un “non sarà dato seguito a nessun commento”.

L’attuale Ministro per gli Esteri Francese, Michel Barnier, è stato chiamato dalla Commissione Europea per guidare i negoziati.

 

Crimini legati all’odio razziale

Secondo i dati del Ministero degli Interni, i reati legati a razzismo o alla religione registrati in Inghilterra ed in Galles dalla Polizia, sono cresciuti del 41% il mese dopo il voto inglese per lasciare la UE. Nella relazione viene sottolineato il fatto che i reati di questo tipo, registrati a Luglio 2015 erano 3886, saliti a 5468 nel Luglio di quest’anno. Il brusco aumento ha iniziato a calare ad Agosto, ma è “rimasto ad un livello più alto del periodo precedente il referendum sulla UE.”

Il numero dei crimini legati all’odio razziale, soprattutto nel biennio 2015/2016, è cresciuto del 19% rispetto all’ anno precedente. La Polizia ha anche riferito che questi crimini, sono cresciuti del 57%, nei primi quattro giorni dalla fine del referendum. Non si può affermare, comunque, in quale misura questa impennata sia riconducibile alle denunce sporte in periodi precedenti o in quelli attuali. Quello che sappiamo è che la maggioranza dei crimini, generalmente, non viene denunciata.

Il Governo ha annunciato un programma per contrastare i crimini di questo tipo, in Gran Bretagna ed in Galles, e gli incidenti di questo tipo verranno poi esaminati e valutati. Subito dopo la pubblicazione degli ultimi dati, il 13 Ottobre, il Consiglio Nazionale dei Capi della Polizia, ha dichiarato che il numero dei reati legati ad odio razziale o religioso sono precipitati, subito dopo l’impennata post-referendum.

 

Prezzi delle abitazioni

I dati suggeriscono che, l’incertezza che ha ammantato la Brexit, non è riuscita a dare un colpo all’acquisto degli immobili nel Regno Unito, con scarsi risultati nelle transazioni nel mese di Agosto. I dati dell’ HM Revenue and Customs** hanno dimostrato che, con un debole rialzo rispetto all’anno precedente, sono state acquistate 109.630 proprietà nel Regno Unito durante il mese. La Nationwide, fra i più importanti gruppi societari che si occupano di costruzioni, ha dichiarato che i dati dell’ultim’ora mostrano che il costo annuale dell’inflazione, sulle case a Settembre, è sceso rapidamente dal 5.6% al 5.3%.

Tra Agosto e Settembre, i prezzi sono cresciuti solo dello 0.3%, la metà dello 0.6% del mese precedente. Ciononostante, il numero delle case in vendita è vicino a quello di 30 anni fa, tendente al basso, e questo perché l’andatura della crescita del prezzo delle abitazioni, è rimasto sostanzialmente stabile. E’ un punto di vista che scaturisce dai dati della Banca d’Inghilterra, i quali mostrano che il numero dei nuovi mutui autorizzati a luglio dalle banche e dalle società, è in caduta libera ed ai minimi storici, ormai da un anno e mezzo.

Il Rics*** (acronimo di Royal Institution of Chartered Surveyors), dichiara che la domanda, fra gli acquirenti di immobili, ha visto un modesto recupero subito dopo le “fibrillazioni post-referendum”. Si dice sia la prima volta in sette mesi, considerando dal mese di Settembre. Sempre secondo il Rics, ci si deve aspettare una caduta dei prezzi molto importante, nei prossimi tre mesi, ma destinata a crescere nell’arco dell’anno.

 

Immigrazione

I dati sul numero di persone entrate nel Regno Unito risalgono al periodo precedente il voto per la Brexit.

Dall’inizio dell’anno fino a Marzo, l’immigrazione – i numeri definiscono la differenza tra le persone rimaste nel Regno Unito per almeno un anno, e quelle che ne sono uscite – è rimasta pressoché vicino ai livelli registrati precedentemente, intorno alle 327.000 unità. Era leggermente più basso l’anno precedente. I dati mostrano un rallentamento nel numero degli immigrati dalla Polonia e da altri sette stati dell’Europa dell’Est, che si sono stabiliti in Gran Bretagna; questo dato è stato bilanciato, da un incremento dell’immigrazione da paesi come la Bulgaria e la Romania, che hanno raggiunto quota 60.000.

 

Commercio

I dati che provengono dall’ONS, suggeriscono che la pressione dell’inflazione, si sta facendo sentire soprattutto per l’economia collegata a materie prime provenienti dall’estero. I prezzi dei carburanti e delle materie prime acquistati dai produttori britannici, sono cresciuti del 7.6%; è stata la crescita più veloce riscontrata da Dicembre 2011, e, se comparata a quella nei primi sei mesi dell’anno, fino a Luglio, è aumentata del 4.1%. Anche il prezzo delle merci che sono uscite dalle fabbriche in Agosto, è cresciuto dello 0.8%, e, se messo in relazione con quello del mese precedente, notiamo una differenza dello 0.3%.

L’Inghilterra ha sofferto a lungo di un deficit nel commercio, che vuol dire che si importano più merci, di quelle che si esportano. I dati mostrano anche che la Gran Bretagna vende più servizi di quelli che acquista, ma questo non è sufficiente a contenere il più grande deficit nel valore delle merci che vengono vendute  all’estero, in comparazione con il valore delle merci importate.

Nel mese del referendum, il deficit del commercio britannico, è cresciuto fino a raggiungere la cifra di 5 miliardi e100 milioni di sterline; subito dopo le importazioni hanno raggiunto un nuovo dato positivo. Una sterlina debole può aiutare gli esportatori a tagliare un poco di questo deficit, dal momento che i loro prodotti sono più economici, ma questo potrebbe anche causare una pressione dell’inflazione continua in Gran Bretagna, e questo innalzerebbe i costi delle importazioni e delle materie prime.

 

Edilizia

L’industria delle costruzioni in Gran Bretagna in Agosto, sembra aver recuperato, dopo un calo vertiginoso, iniziato proprio prima del voto per la Brexit in Giugno. L’Indice Britannico dei managers che operano nell’ediliziaMarkit /CIPS” (rispettivamente azienda del settore edilizio e società per l’acquisizione e la fornitura) si è alzato al 49.2%, dal 45.9% del mese di Luglio, sebbene il dato sia ancora al di sotto dell’ obiettivo dato, cioè 50%, che fa da elemento “separatore” tra il campo dello sviluppo e quello della contrazione.

La ricerca suggerisce che l’ incertezza sul futuro, ha agito da freno nel settore delle costruzioni, durante il mese di Agosto, specialmente in termini di costruzione di case; tuttavia, un gran numero di aziende dichiara, che le vendite hanno tenuto meglio del previsto. Questi dati indicano anche in modo significativo, che il settore ha assistito ad un ulteriore quanto brusco innalzamento del costo delle materie prime, con una previsione dei costi che ora sta crescendo ad un ritmo più veloce, che dal Giugno del 2011.

 

Lavoro

Nei mesi da Luglio a Settembre, abbiamo assistito ad un leggero aumento della disoccupazione in Gran Bretagna: un milione e seicentomila unità; il dato era rimasto al disotto per 11 anni.

L’anno prima, il tasso di disoccupazione era sceso dal 5.3% al 4.8%..

In altra sede, un'indagine della Markit/REC (acronimo di Recruitment & Employment Confederation, la Federazione per la selezione e l’occupazione), suggeriva che il mercato del lavoro, in Luglio, aveva subito un drammatico rallentamento con un calo delle assunzioni, a livelli che non si vedevano dai tempi della recessione del 2009.

Quando vengono esaminati per singole aziende, i dati risultano contrastanti. La Nissan ha confermato di aver prodotto sia la nuova Qashqai che il SUV X-Trail nei suoi stabilimenti di Sunderland grazie “al supporto e alle assicurazioni” del Governo, un annuncio questo che Theresa May ha descritto come “un voto di fiducia”. L’impegno della compagnia giapponese alla costruzione del più grande stabilimento in Gran Bretagna, era stato messo in dubbio, a seguito del referendum sull’uscita dalla UE; la più importante società di controllo del settore al mondo, la G4S, avvertì che la forza lavoro del Regno Unito e la crescita economica avrebbero potuto avere una contrazione, e i Lloyds, la banca più potente della Gran Bretagna, aveva accelerato i tagli al mercato del lavoro, cancellando più di 3000 posti, – sebbene affermasse di aver preso la decisione, prima del referendum.

Su tutt’altro fronte, la giapponese Softbank, aveva dichiarato che stava acquistando la Holding britannica ARM (società di alta tecnologia con sede a Cambridge che si occupa principalmente di microprocessori), per 24 miliardi di sterline, e che avrebbe raddoppiato il numero degli impiegati in cinque anni, la società farmaceutica GlaxoSmithKleine investirà 275 miliardi di sterline in Inghilterra, mentre McDonald’s sta creando 5000 nuovi posti di lavoro.


 

*Cosa è l’articolo 50?

L’articolo 50 dice che ogni stato membro può decidere di ritirarsi dall’Unione europea conformemente alle sue norme costituzionali. Se decide di farlo, deve informare il Consiglio europeo della sua intenzione e negoziare un accordo sul suo ritiro, stabilendo le basi giuridiche per un futuro rapporto con l’Unione europea. L’accordo deve essere approvato da una maggioranza qualificata degli stati membri e deve avere il consenso del parlamento europeo. I negoziatori hanno due anni a disposizione dalla data in cui viene chiesta l’applicazione dell’articolo 50 per concludere un accordo, ma questo termine può essere esteso. Se in un momento successivo lo stato che ha lasciato l’Unione vuole rientrarvi deve ricominciare le procedure di ammissione. Nessuno stato ha mai invocato finora l’articolo 50, il Regno Unito sarà il primo.

** L'Her Majesty's Revenue and Customs (in inglese letteralmente "Entrate e Dogane di Sua Maestà", solitamente abbreviato come HM Revenue and Customs o HM anni faRC)[3] è un dipartimento governativo non ministeriale del Regno Unito responsabile per la riscossione delle imposte, il pagamento di alcune forme di sussidi statali e l'amministrazione di altri regimi regolatori incluso il salario minimo nazionale.

*** Il Royal Institution of Chartered Surveyors è un Istituto che accredita professionisti a livello mondiale nel campo dell’edilizia, delle proprietà e delle costruzioni, sotto l’egida di Sua Maestà Britannica.


 


 

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