L’Iran ha sollecitato ufficialmente la convocazione del gruppo 5+1 (USA, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania) a causa del recente rinnovo delle sanzioni contro Teheran da parte di Washington. In una lettera del ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, indirizzata al capo della diplomazia UE, Federica Mogherini, Teheran richiede una rapida convocazione del gruppo 5+1 relativa “alle sanzioni degli USA nei confronti dello stato iraniano” visti come “una violazione dell’accordo raggiunto con i paesi della commissione congiunta”.
Il presidente americano uscente, Barack Obama, pur essendo contrario, ha, infatti, avallato la votazione del senato circa il rinnovo di una serie di sanzioni economiche contro Teheran . Il voto dei senatori, a maggioranza repubblicani, rispecchia le indicazioni di politica estera del neo presidente americano, Donald Trump, da sempre contrario ad una normalizzazione dei rapporti con Teheran. Le principali motivazioni del rinnovo sono legate alle accuse rivolte da Washington contro il programma di sviluppo militare iraniano sui missili balistici di nuova generazione e, soprattutto, contro il sostegno di Teheran nei confronti di “gruppi terroristi” in Medio Oriente . Gruppi come Hezbollah che, invece, sono “fondamentali per la lotta contro Daesh in Siria o in Iraq, ma che forse sono scomodi avversari alle mire americane nell’area mediorientale” come dichiarato dall’Ayatollah Ali Khamenei. La riconferma delle sanzioni penalizza la repubblica iraniana in diversi settori economici: quello bancario, quello industriale, della difesa e dell’energia. In questa maniera, lamentano i media locali, si “aggravano ulteriormente le difficoltà dell’economia iraniana”, già duramente provata da anni di sanzioni e divieti.
Entrato in vigore nel gennaio 2016, l’accordo ha permesso la rimozione di una serie di divieti e restrizioni internazionali contro la Repubblica Islamica, ma non ha prodotto i benefici previsti. “Teheran”, secondo le parole del presidente Hassan Rohani, “ha rispettato tutti i suoi impegni per limitare il programma nucleare” come confermato dall’AIEA (Agenzia ONU per Energia Atomica, ndr) dopo diversi controlli effettuati nello stato iraniano. Lo stesso ministro degli esteri, Zarif, accusa gli USA di impedire, invece, “una normalizzazione delle relazioni economiche iraniane con il resto del mondo, mentre altri paesi (Israele, ndr) non firmatari di accordi di proliferazione rimangono impuniti”. La lettera, indirizzata alla Mogherini come coordinatrice del gruppo 5+1, mette in evidenza, inoltre, “il pieno rispetto degli impegni presi da tutte le parti firmatarie del Piano”. In quest’ottica, infatti, vengono evidenziate dalla diplomazia iraniana tutte le mancanze della controparte americana e la recente provocazione circa le sanzioni rinnovate per altri 10 anni.
Il presiedente Rohani ha incaricato il ministro degli esteri di seguire la questione del non rispetto degli accordi da parte di Washington, facendo ricorso a tutti i mezzi previsti dall’intesa. La convocazione della riunione del gruppo mira, infatti, a mettere in luce la questione del non rispetto degli impegni da parte americana cercando il sostegno degli altri paesi firmatari. “Nell’adempimento delle possibilità previste dall’accordo”, conclude Zarif, “si convoca il gruppo per esaminare la violazione americana nei confronti di Teheran”. Si vedono, purtroppo, i primi effetti della futura presidenza Trump in Medio Oriente.
Stefano Mauro
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