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Mosca e l’attacco Usa alla Siria

E' di sicuro un caso, ma la contiguità temporale porta inevitabilmente ad accennarvi, sia solo mentalmente: lunedì scorso, l'attentato nella metropolitana di San Pietroburgo e martedì la strage di civili a Khan Sheikhun; poi, appena il tempo di sollevare l'opinione pubblica sul sanguinario Asad che uccide i bambini col gas e via il bombardamento USA sulla base di Shayrat.

Sembra quasi di veder scorrere, al contrario, la pellicola girata da quei furfanti e imbroglioni che hanno scritto del “finto attentato” che provoca 14 morti per “distogliere l'attenzione dei russi dai problemi interni” del paese. Come non pensare, involontariamente, che quelle bombe alla metropolitana dovessero invece servire a far abbassare al Cremlino la guardia sulla situazione siriana, per poi partire con il gas e infine coi “Tomahawk”? Ma, in fin dei conti, si tratta di “connessioni” cervellotiche.

I fatti. Se le agenzie russe appaiono oggi abbastanza (e stranamente) parche di novità siriane, la sensazione è che si stiano davvero mettendo a punto le linee di un'adeguata risposta al bombardamento statunitense e ai prevedibili successivi e ulteriori interventi occidentali contro la Siria.

Ieri, il vice rappresentante permanente russo all'ONU, Vladimir Safronkov, ha dichiarato che la manipolazione statunitense dello statuto delle Nazioni Unite, con cui Washington cerca di mascherarsi dietro la “lotta al terrorismo”, non regge alla minima critica: “Gli USA hanno parlato molto della necessità della lotta al terrorismo internazionale” ha detto Safronkov, “e con ciò hanno giustificato la presenza di truppe americane e dei loro alleati sul territorio siriano, senza che fossero stati invitati dal legittimo governo e senza la sanzione dell'ONU”. Gli Stati Uniti sono ossessionati dall'idea paranoica, ha detto poi Safronkov, “del rovesciamento del presidente siriano Bashar Asad” ma, bombardando “l'esercito governativo, Washington non ha fatto altro che rinfrancare i terroristi per nuovi attacchi”.

Safronkov ha definito ipocrita l'invito della Casa Bianca a promuovere una soluzione politica in Siria, dopo il bombardamento della base di Shayrat e ha ripetuto che ogni conclusione circa la responsabilità di Damasco nell'attacco chimico a Khan Sheikhun non vale un soldo bucato: "La Commissione per la proibizione delle armi chimiche non opera in buona fede” ha detto “e preferisce orientarsi sulle dichiarazioni dell'opposizione, su materiali internet, social networking e una serie di organizzazioni non governative di dubbia reputazione, mentre non pensa di basarsi su prove materiali raccolte sul posto”. I paesi occidentali, ha proseguito, non sono interessati a “un'inchiesta indipendente e imparziale sull'incidente. Dirò di più: voi la temete, nel caso i risultati contraddicano la vostra propaganda”.

La proposta di Mosca di inviare sul luogo una commissione internazionale, è stata accantonata dai paesi occidentali, ha dichiarato il diplomatico russo: essi sono solo interessati a distogliere l'attenzione dalle vittime civili provocate in Siria e Iraq dalle “azioni unilaterali”, come quella su Mosul, dove gli islamisti sono tornati a usare proiettili al cloro contro civili e posizioni governative.

Da Astana, il Ministro degli esteri Sergej Lavrov ha definito l'attacco un'aggressione con pretesti faziosi, che ricorda quello del 2003 contro l'Iraq e ha detto che, con il bombardamento di ieri, gli USA hanno assestato un colpo anche alle trattative di Astana e Ginevra per una soluzione pacifica. Per il primo ministro Dmitrij Medvedev, con questa "azione militare, l'amministrazione USA ha dimostrato la propria subordinazione e un'incredibile sottomissione all'establishment di Washington, aspramente criticato dal presidente nel suo discorso di insediamento". Trump ha dimostrato, ha detto Medvedev di esser pronto a combattere contro Damasco fino al limite dello scontro militare con la Russia e anche in violazione delle stesse procedure statunitensi che impongono la notifica preventiva al Congresso sulle operazioni militari.

La Duma, scrive il canale Sputnik, ha invitato “i parlamenti del mondo, l'Unione interparlamentare, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, l'Assemblea Parlamentare dell'Osce a condannare le azioni aggressive USA”.

Il portavoce presidenziale Dmitrij Peskov ha dichiarato che Mosca interpreta l'attacco USA come un atto di aggressione contro un proprio alleato e ha detto di escludere l'eventualità di colloquio telefonico a breve scadenza tra Putin e Trump.

Più praticamente, Vladimir Putin ha presieduto una riunione coi membri permanenti del Consiglio nazionale di sicurezza. L'azione di Washington, scrive Kremlin.ru, è stata nuovamente qualificata come atto di aggressione, in violazione del diritto internazionale; si è espressa profonda preoccupazione per le inevitabili conseguenze negative nella lotta comune al terrorismo e rammarico per il detrimento alle relazioni russo-americane.

Vari analisti, hanno dichiarato a RT che la scelta dell'attacco su Shayrat, fondamentale base aerea per le operazioni contro l'Isis, dimostra il sostegno USA ai jihadisti e mette in pericolo le forze siriane nelle aree di Idlib, Hama, Homs e Palmira, come era accaduto nel settembre scorso col bombardamento USA su Deir ez Zor. L'analista Dmitrij Suslov afferma che l'attacco simboleggia “la vittoria del lato oscuro” della politica di Trump; concordo con l'analisi del nostro Ministero degli esteri, ha detto Suslov, secondo cui “tale svolta degli avvenimenti sia la conseguenza di una spaventosa prova di forza tra le élite USA"; opinione condivisa anche dall'esperto militare Pavel Zolotarëv. La popolarità di Trump “cominciava a scendere” ha detto Suslov “e così aveva bisogno di passi più decisi nell'arena internazionale”.

Zolotarëv, a differenza di Suslov, non crede però che l'attacco USA chiuda ogni strada ai rapporti Mosca-Washington. L'accademico Sergej Sudakov ritiene che la coincidenza con la visita di Xi Jinping indichi un chiaro segnale della Casa Bianca a risolvere con la forza, se necessario, i problemi internazionali, anche nel settore degli interessi cinesi, con ovvio correlato riferimento alla Corea del Nord.

Sul versante militare, già nella giornata di ieri, aveva attraversato il Bosforo alla volta del Mediterraneo la fregata lanciamissili “Admiral Grigorovič”, di stanza a Sebastopoli, armata di missili alati “Kalibr-NK” e “Oniks”, con cui nel novembre scorso aveva colpito le basi jihadiste in Siria. Interfax scrive che l'area di destinazione della fregata, per ora imprecisata, corrisponde a quella da cui ieri erano partiti i “Tomahawk” lanciati dai cacciatorpediniere USA “Porter” e “Ross”. Il Ministero della difesa ha interrotto i canali di collegamento con il Pentagono, attivi sinora nel quadro del memorandum bilaterale per la prevenzione di incidenti aerei in Siria. Il Pentagono ha confermato il ricevimento della relativa notifica.

Con l'attacco di ieri, scrive rusvesna.su, gli USA si rendono responsabili di una escalation internazionale del conflitto, indirizzato anche contro Russia e Iran. L'agenzia confuta le accuse sull'uso di ordigni chimici, basandosi sulle immagini diffuse da France 24 e Al Jazira, che mostrano forti distruzioni di edifici e impianti, non confacenti a ordigni chimici i quali, per loro natura, contengono pochissimo esplosivo, proprio per non danneggiare la parte chimica del congegno.

Komsomolskaja pravda, riprende un servizio dell'americana Veterans Today, secondo cui medici svedesi della SWEDRHR denunciano il fatto che i bambini siriani non sarebbero stati salvati dai cosiddetti “caschi bianchi”, ma sarebbero stati da essi uccisi per confezionare le false immagini dell'attacco col gas. I quadri mostrano iniezioni di adrenalina praticate ai bambini nella zona cardiaca, con siringhe dall'ago lungo, notano i medici svedesi: un metodo non corretto di primo soccorso a vittime da gas. Inoltre, il pistone non viene premuto e nessun farmaco viene iniettato; i bambini sembrano essere sotto l'influenza di oppiacei e deceduti poi per overdose; nessuno di essi dà l'impressionare di una vittima da attacco chimico. Infine, nel video si odono frasi in arabo, su come meglio posizionare i bambini e non una parola su come salvarli. Sono stati omicidi intenzionali, contrabbandati per soccorsi medici, conclude Veterans Today.

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1 Commento


  • Lollo

    La guerra al terrore aveva un senso contro al qaeda e bin Laden, anche se simile ad un gigantesco complotto andato male. Distrutti i due soggetti si è passati alla nazista analogia, anti americano perciò terrorista. Io credo che la vera paranoia di Washington si sia scatenata quando Russia e Cina si sono unite, formando le gambe del nuovo ordine economico mondiale. I Brics. Il resto sono manipolazioni, interferenze e conflitti creati ad uopo per cercare di destabilizzare e fare crollare tale assetto un pezzo per volta. Come Israele, di fatto una colonia americana ebrea, serve a spezzare il potere di un mondo arabo unito.

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