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Il bombardiere Trump ha risvegliato i movimenti Usa contro la guerra

Il bombardamento americano di una base siriana ed i movimenti navali della flotta USA, per effetto di un presunto attacco chimico contro i civili effettuato dal governo di Bashar al-Assad, hanno rivitalizzato i movimenti anti-governativi statunitensi (e non solo), che sono scesi in piazza da un capo all’altro del continente. Per ribadire la loro estraneità alla guerra, certo, ma anche la loro opposizione ad un'amministrazione che, pur rifacendosi il trucco, sta mostrando proprio in questi ultimi giorni il suo vero volto guerrafondaio ed imperialista.

Nelle ultime settimane infatti, volente o nolente, il presidente a stelle e strisce aveva dovuto rinunciaread alcuni personaggi troppo estremisti o scomodi, come l'ex direttore della Cia, generale David Petraeus, o il “wasp”* Steven Bannon, grazie ai consigli di personalità come il neo-Segretario di Stato, Rex Tillerson, raccomandatogli proprio da Condoleeza Rice, l'interventista che ricoprì la stessa carica nell'amministrazione di George W. Bush Jr. durante la seconda Guerra del Golfo.

Tillerson, ex presidente ed amministratore delegato della ExxonMobil, in passato ha ricoperto anche il ruolo di presidente della Exxon Neftegas con responsabilità sulle operazioni in Russia e nel Mar Caspio. E' di queste ore la notizia della cancellazione del vertice che sarebbe dovuto avvenire proprio fra Putin ed il Segretario di Stato americano, a causa di frizioni diplomatiche.

In questo clima da Guerra Fredda, i movimenti anti-Trump hanno trovato nuova linfa, scendendo in piazza durante tutto il week-end, da New York City a Los Angeles e San Francisco, dal New Jersey alla California. Le manifestazioni, pacifiche, in cui si chiede di fermare il conflitto, e l’avvio di inchieste indipendenti che accertino la verità sugli ultimi avvenimenti si sono svolte nella Grande Mela, proprio davanti alla Trump Tower, ed in Union Square. Qui centinaia di manifestanti sono stati fermati e poi arrestati per blocco stradale, occupazione di suolo pubblico e resistenza.

A Jacksonville in Florida, sei persone sono state arrestate per violenza privata ed incitazione alla rivolta, durante gli scontri fra opposte fazioni pro ed anti-interventiste: questo testimonia, ancora una volta, come il paese sia spaccato in due, anche su questi contenuti. Dimostrazioni si sono avute anche a Washington, sotto la Casa Bianca, a Dallas, Boston e su tutto il territorio nazionale.

Nel distretto di Columbia, a Seattle, come a Chicago (Illinois) hanno sfilato i manifestanti dell'organizzazione A.N.S.W.E.R. (acronimo di ActNowtoStoptheWarandEndRacism), una coalizione nata dopo l'attentato al World Trade Center, e costituita da gruppi non violenti anti-razzisti e per i diritti civili, in cui sono confluiti socialisti, comunisti ed anche attivisti che si dichiarano genericamente di sinistra, o solo progressisti.

Gli appartenenti all'Organizzazione AntiWar, invece, di orientamento più libertario, hanno manifestato un po' in tutto il Paese. Nati dopo l'intervento nei Balcani, durante l'Amministrazione Clinton, fra le loro fila hanno trovato posto anche molti “verdi” ambientalisti ed addirittura molti attivisti di destra, legati fra di loro dall'”impegno antimperalista”. La coalizione ha le proprie radici nelle teorie di Randolph Bourne, ed è una costola della Fondazione che prende nome dal filosofo libertario del secolo scorso.

Ma i venti di guerra non preoccupano solo i cittadini americani. Anche nel Vecchio Continente ci si sta attrezzando per opporsi alla folle eventualità di un'allargamento del conflitto. In Gran Bretagna, la STWC (StopTheWarCoalition), il cui portavoce ufficiale è rimasto Jeremy Corbyn, laburista ed oppositore dell'attuale governo, che si definisce socialista ed estimatore delle teorie marxiane, è scesa in piazza in forze, per denunciare quella che viene definita un'”aggressione immotivata”, forse un mero pretesto per poter intervenire e rovesciare il regime alauita in Siria.

Nonostante la gravità della situazione, è sicuramente elemento di riflessione, la presa di posizione dei Millennials, movimento statunitense nato nel periodo dell'intervento in Iraq, e che si è distinto per l'aspra critica all'avvento dell'amministrazione Trump. In questa occasione si trova diviso anche'esso da diatribe interne; addirittura, sembra che il 38% sia a favore dei bombardamenti, contro un 35% che si è schierato contro.

A margine dell'argomento, corre l'obbligo di fare una considerazione: è molto difficile, se non impossibile, trovare notizie o altro riguardo le contestazioni e le manifestazioni di dissenso, sia fra le prime pagine dei quotidiani on-line e cartacei, che nei servizi televisivi dei principali media mainstream. Per fare solo un esempio, non è stato dato il giusto risalto alla cancellazione dell'incontro fra il leader russo Putin ed il Segretario di Stato Tillerson, che sicuramente segnala un incrudimento dei rapporti tra le due superpotenze.

Probabilmente, mentre le portaerei dei “salvatori del mondo” navigano verso la Corea del Nord, il giornalismo servile preferisce veleggiare nella scia del potere.

 

*Wasp, (white anglo-saxon protestant), è un termine utilizzato per definire il prototipo dell'americano ultra conservatore e suprematista, bianco, anglo-sassone e protestante, appunto.

 

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1 Commento


  • andrea

    Steve Bannon è nato in Virginia da una famiglia originaria Irlanda della working class CATTOLICA, quindi il termine WASP  è fuori luogo, adatto per persone appartenenti all'elite protrestante/calvinista di origine anglosassone natia del New England, Boston è la Capitale dei wasp.

     

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