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Dortmund. L’attentato del broker senza qualità

Mentre a Parigi si consuma un altro attacco, in Germania si fa chiarezza sull’attentato di Dortmund, dove degli ordigni erano stati fatti esplodere al passaggio pullman che portava i giocatori del Borussia a disputare la partita di andata di Champion, contro i francesi del Monaco. Un calciatore era rimasto ferito e la squadra tedesca – il giorno dopo – aveva perso l’incontro.

Tutti avevano indicato l’Isis, persino il ministro dell’interno. Un uomo di fede musulmana era stato fermato e poi rilasciato perché risultato completamente estraneo al fatto. Ma l’ombra del terrorismo jihadista aveva continuato ad aleggiare sui cieli di Germania.

Ora la polizia tedesca ha arrestato giovane di 28 anni, con doppia cittadinanza – tedesca e russa – che ovviamente non è affatto un islamista radicale, bensì… un investitore finanziario!

Sergej W. viveva a Tubinga, una città nel sudovest del Paese, nel Land del Baden-Wuerttemberg. Il motivo dell’attentato non ha infatti nulla a che vedere con la religione, a meno di non voler considerare tale la voglia di ricchezza facile.

Il broker d’assalto aveva infatti congegnato il piano prevedendo – come da logica di borsa – che dopo l’attentato il titolo del Borussia sarebbe crollato, facilitando dunque il suo piano speculativo (comporare le azioni della squadra nel momento di massimo deprezzamento per poi rivenderlo – con forti guadagni – quando il ricordo dell’attacco sarebbe svanito tra gli investitori.

Previsione ovviamente esatta, anche perché l’attentatore finanziario si era premurato di spargere “segni” che dovevano portare a individuare l’Isis come responsabile. Non c’è bisogno di aggiungere che ogni mestiere ha la sua professionalità, né che Sergej W. si è rivelato poco “competente” sia come broker (altrimenti non avrebbe avuto bisogno di preparare un attentato per arricchire il proprio portafoglio), sia e soprattutto come “terrorista”.

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