Caracas, 21 maggio 2018.
Ho visto le file ordinate e serenamente sedute del popolo ai seggi. Quel popolo colpito da una terribile guerra economica scatenata degli USA dalla UE e da tutte le forze reazionarie dell’America Latina. Il sistema di voto elettronico ha garantito segretezza e correttezza, chi dice il contrario mente sapendo di mentire.
Certo, ha pesato il boicottaggio di una parte dell’opposizione che per paura di perdere ha rifiutato il voto sempre richiesto. E ha anche pesato la terribile difficoltà della vita quotidiana causata dalla super inflazione e dall’imboscamento di beni essenziali, tutta opera di forze capitaliste colpevoli di di azioni violente sul piano economico e sociale. Lo dico agli ipocriti europei: in Venezuela c’è una parte del popolo che critica il governo non perché troppo socialista, ma perché lo accusa di essere troppo tollerante con chi accaparra medicine e cibo e accumula ricchezze con la speculazione.
In queste sofferenze enormi la partecipazione ha sfiorato la metà degli elettori e è un risultato importante. Maduro è stato eletto presidente con una partecipazione al voto superiore a quella con cui venne eletto Trump. Che insieme ad una compagnia internazionale di mascalzoni ora non riconosce il voto. Come i governi golpisti di Brasile, Paraguay, Guatemala. E come la UE che sostiene la dittatura fascista Ucraina. USA UE e i loro servi stanno colpendo il Venezuela con sanzioni prive di qualsiasi giustificazione politica e morale, che sono la causa principale delle sofferenze di quel popolo. Tutto questo perché il Venezuela è il solo grande produttore di petrolio che non intenda subire il dominio degli Stati Uniti.
Colpiscono il popolo nei suoi bisogni vitali fondamentali, eppure il popolo venezuelano non si fa intimidire, anzi l’ho visto usare il diritto al voto con fermezza, passione e allegria.
Maduro ha vinto elezioni regolari e lo posso testimoniare, ma soprattutto può dirlo un popolo che resiste ad una aggressione economica pari a quella che colpì il Cile di Allende. È quel popolo che ha vinto e tutti noi lo dobbiamo ringraziare per la lezione di coraggio che ci dà.
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